Disclaimer

Licenza Creative Commons
LEAF by Matteo Olivieri is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at matteoolivieri.blogspot.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at http://matteoolivieri.blogspot.com.

Time zones

NEW YORK LONDON ROME TOKIO SYNDEY

Flags

free counters

martedì 4 maggio 2010

Rischio di contagio: corsi e ricorsi storici!


Cosenza (Italy), 4 Maggio 2010

Nei manuali di economia si ritrova ancora oggi una famosa frase attribuita a J. Schumpeter, "L'Italia ha sempre avuto i migliori economisti e la peggiore moneta". Tale frase è stata spesso motivo di orgoglio per alcuni, e di sarcasmo per altri. In ogni caso, essa mette in luce una divisione tra ciò che l'economia spesso è, e ciò che essa invece dovrebbe essere...

Ben ricordo i tempi in cui la lira italiana era considerata a livello europeo il miglior esempio di quello che la politica monetaria non (!) dovrebbe fare. Tra le critiche più ricorrenti vi erano senz'altro le frequenti svalutazioni monetarie, l'inflazione galoppante, e perfino quello stretto legame tra Governo e Banca d'Italia, che si concludeva con l'automatica sottoscrizione dei titoli del debito pubblico italiano (per una sintesi, vedi qui).

Per fortuna quei momenti sono passati definitivamente, anche perchè si trattava di soluzioni "tampone", che alla lunga erano causa di maggiore inflazione!

Fa quindi un certo effetto constatare come - con il passare del tempo - le parti si stiano lentamente invertendo: quelli che erano i fermi sostenitori della stabilità dei prezzi e della lotta all'inflazione, e che hanno sempre guardato criticamente alla prassi italiana, ora stanno ripercorrendo gli stessi passi intrapresi decenni fa dall'Italia!

Prendiamo le vicende degli ultimi giorni:
  • In un articolo di ieri 3. Maggio sul Frankfurter Allgemeine Zeitung (cfr. "Im Gespräch: Starökonom Barry Eichengreen «Die Griechen sind eure Lehman Brothers»", A colloquio con il famoso economista Barry Eichengreen: "I Greci sono la vostra Lehman Brothers", ndr), si sostiene che per uscire dalla crisi la BCE dovrebbe (ri-)acquistare sul mercato secondario titoli di Stato di Paesi Europei quali Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, per sostenerne le quotazioni.
  • Ancora, in un articolo di oggi 4. Maggio sempre sul FAZ (cfr. "Symbolischer Beitrag, Banken helfen Griechenland", Contributo simbolico, le banche aiutno la Grecia, ndr) si cita un fantomatico "accordo tra gentiluomini" col Governo Tedesco, in base al quale le banche tedesche - vista la criticità della situazione - si impegnerebbero non solo a contribuire con donazioni volontarie (!) ai bisogni finanziari della Grecia, quanto anche continuare ad assicurare nei prossimi 3 anni (!) l'acquisto di titoli greci, secondo gli stessi livelli attuali.
Al riguardo, alcune osservazioni mi sembrano doverose:
  1. Il riacquisto di titoli di Stato da parte della BCE al fine di sostenerne il corso, vorrebbe dire che non esiste più indipendenza della politica monetaria europea. Questa - al contrario - verrebbe ad assecondare le necessità della politica fiscale. Ciò, oltre ad essere una palese violazione del Trattato di Maastricht, sarebbe causa di una maggiore inflazione futura!
  2. Poichè le banche tedesche sono tra le maggiori creditrici del sistema finanziario greco, una contribuzione volontaria al ripianamento del deficit greco equivarrebbe de facto ad una minore percentuale di rimborso del credito. In altre parole, si tratterebbe di un default mascherato, poichè non sarebbe la Grecia quella che non ripaga il proprio debito, piuttosto sarebbero i creditori a rinunciare al loro credito. L'effetto finale comunque è lo stesso: le banche tedesche potrebbero dover iscrivere a bilancio maggiori perdite su crediti, con conseguente ulteriore diminuzione della quantità di prestiti concessi alla clientela;
  3. Impegnarsi ad acquistare lo stesso ammontare di titoli di Stato, indipendentemenente dal loro rating (!), vuol dire aprire delle falle pericolose nei bilanci delle aziende. Infatti, le banche riempirebbero i loro bilanci di titoli potenzialmente tossici: pertanto, se la Grecia dovesse dichiarare insolvenza (o, bancarotta), ci sarebbero ondate di svalutazioni sui titoli in portafoglio, che investirebbero tutta l'economia reale europea.
Questi elementi (!) mi fanno ritenere che i pericoli di contagio siano più vicini di quanto si creda, soprattutto se essi conducono ad un aumento del potere di condizionamento delle singole politiche nazionali nei confronti della BCE: alla fine essa si troverebbe ad agire con le mani legate e in contrasto con i suoi obiettivi statutari (cfr. Bloomberg 4. Maggio "Trichet May Rewrite ECB Rule Book to Tame Greek Risk (Update1)", Trichet può riscrivere il libro delle regole della BCE per tenere a bada il rischio greco, ndr).

Interessante notare poi che nel secondo articolo da me citato sopra (di oggi, 4. Maggio), si sottolinea come non necessariamente tutti e 16 i Paesi dell'Area Euro potrebbero effettivamente contribuire con la loro parte di aiuti alla Grecia, visto che l'accordo da 110 miliardi di Euro dovrà prima venir ratificato da ciascun parlamento nazionale. L'articolo si conclude sostenendo che, se un Paese decidesse di non versare la propria quota, esso potrebbe ancora decidere di concedere delle semplici garanzie sul debito greco.

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

2 commenti:

  1. Segnalo due articoli di oggi 5. Maggio 2010, che confermano in qualche modo i timori da me espressi ieri (sebbene non vengano chiariti i motivi precisi del perchè ci siano timori di un contagio):

    1) REUTERS, "Euro zone warned of contagion" [Eurozona, avviso di contagio, ndr](http://www.reuters.com/article/idUSTRE6400PJ20100505);

    2) FAZ, "Europas Schuldenkrise, Die Bundesbank schlägt Alarm" [Crisi del debito europea, la Bundesbank suona l'allarme, ndr](http://www.faz.net/s/Rub3ADB8A210E754E748F42960CC7349BDF/Doc~E8D2E801C380F476F91EDA39A0A062D28~ATpl~Ecommon~Scontent.html)

    Matteo Olivieri

    RispondiElimina
  2. L'articolo apparso ogggi 6. Maggio 2010 su CNBC, "ECB Says Did Not Discuss Bond Buys, Holds Rates" (BCE dice che non ha discusso il riacquisto di bond, mantiene immutati i tassi, ndr) allontana per il momento (!) i timori inflazionistici espressi nel mio post.
    Per come riportavo, l'economista statunitense Barry Eichengreen nel corso di un'intervista ha avanzato la proposta che la BCE acquisti bond governativi, in modo da sostenerne le quotazioni.
    http://www.cnbc.com/id/36982681

    Sempre nell'articolo si legge: "Markets are eager to learn whether the ECB has new tools available in its kit to help the debt-stricken Greece, and analysts see buying government bonds as the most forceful weapon left in the ECB's arsenal" [I mercati sono ansiosi di sapere se la BCE ha nuovi strumenti a disposizione nel suo kit per aiutare la Grecia colpita dal debito, e gli analisti vedono nell'acquisto di titoli di stato l'arma più forte rimasta nell'arsenale della BCE, ndr].

    A proposito di tale affermazione...se fosse vera (ma da un punto di vista di pura teoria economica non lo è!) sarebbe a dir poco inquietante!

    Matteo Olivieri

    RispondiElimina