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sabato 8 maggio 2010

Il "baco" nell'Architettura Monetaria Europea: un collasso può essere ancora evitato?



Cosenza (Italy), 8 Maggio 2010

Ho deciso che dedicherò il post di oggi solo e soltanto a me stesso...spero tuttavia che questo gesto non venga scambiato per presunzione da chi segue il mio blog!
Ho ripreso da qualche tempo fra le mani un mio articolo del 2005 (vedi foto), profeticamente intitolato «Il "baco" nell'Architettura Monetaria Europea: un collasso può essere ancora evitato?».

Già nel 2005, la mia tesi era che l'Unione Monetaria Europea non è un meccanismo sano, e per questo evidenziavo 3 possibili cause di collasso. In sintesi, i miei argomenti erano:
  1. Un elevato e persistente rapporto deficit/PIL, superiore al 3% previsto dal Trattato di Maastricht, causa un aumento delle aspettative di inflazione ed un erosione progressiva del valore capitale dei bond detenuti in portafoglio dalle istituzioni finanziarie, con conseguenze negative sulla produttività delle economie europee;
  2. Un calo di produttività europea, accentuato da cambiamenti nei gusti dei consumatori o nei flussi di commercio estero, causa a sua volta scarsità nella liquidità: di conseguenza, il valore dei bond in portafoglio della BCE si svaluterebbe e le riserve in valuta straniera si assottiglierebbero, specie in presenza di un contemporaneo deprezzamento del Dollaro Statunitense;
  3. Il sistema bancario europeo avrebbe difficoltà a garantire i depositi, e restringerebbe il credito (c.d. credit crunch), con effetti reali (!) negativi a cascata.
In definitiva, una volta innescata la crisi, non se ne uscirebbe attraverso l'ausilio di politia fiscale o monetaria (per come invece si sta tentando,!), ma solo sperando (!) in una congiuntura economica internazionale favorevole, o nell'aiuto di istituzioni internazionali (p.e. FMI).
Per chi desiderasse approfondire, ecco due estratti:
  1. "[...] Of course the question that arises is how long such a scenario of prolonged losses can be sustained. These considerations lead to the conclusion that even a small shock could cause a persistent fiscal deficit in Europe accompanied by an increasing public debt and chronic financing deficits from national governments or from the ECB; this is in fact a potentially explosive situation that cannot be resolved only on the basis of inner fiscal policy, but any solution should necessarily rely on a favourable international business cycle or on financial means from international institutions. In this case, the European Monetary Architecture would commit an original sin itself because it is not able by itself to escape from this perverse situation of prolonged losses. In this sense neither the Maastricht Treaty nor the Stability and Growth Pact help to restore losses of efficiency in the European countries once they start to run chronic deficits".
  2. "[...] Therefore if the ECB becomes too dependent on the USD and accumulates too many USD reserves, a prolonged USD depreciation could also lead to a chronic European deficit, which cannot be covered in the case of continuous depreciation of the USD brought about - as I have already mentioned - maybe by prolonged trade deficits with third economies (i.e. China). This scenario also implies that both the USA and the European Union would face increasing debt positions from trade and financial sectors respectively and also that both of these countries would bind their economies in a stronger way to flows of trade (trying to export as much as they can)".
Nel mio articolo spiegavo come questi problemi si sarebbero potuti evidenziare anche se (!) la BCE fosse stata in grado di mantenere il livello di inflazione al 2%, e pertanto in un quadro di inequivocabile successo (!) della politica monetaria europea. Anzi, un impegno rigoroso a combattere l'inflazione, sarebbe stato proprio tra le cause scatenanti della crisi, poichè induce gli investitori a valutazioni errate del rischio-paese...avevo visto giusto: l'attuale crisi finanziaria europea si sta svolgendo proprio in questi termini!

Interessante poi segnalare che nell'articolo avevo già ammonito che una crisi europea avrebbe avuto le stesse sembianze delle crisi degli anni '70, quando - similarmente - si ebbe una progressiva perdita in conto capitale dei titoli obligazionari iscritti a patrimonio netto.
In effetti stiamo rivivendo coeteris paribus quanto già accaduto negli anni '70, per cui - a quanto pare - non abbiamo appreso proprio nulla dalla storia!

Questi temi, una volta giudicati tabù, sono oramai divenuti di dominio pubblico.
Economisti, Banchieri Centrali, Operatori sui mercati e Professori universitari non possono più negarne l'esistenza, e - noto con soddisfazione - molti hanno dovuto cambiare col tempo la propria posizione in merito.

Di seguito, per completezza, riporto una breve rassegna stampa della sola (!) ultima settimana.
E' una bella soddisfazione vedere come addirittura il vocabolario utilizzato dalla stampa estera ricalchi fedelmente (!) quello da me pionieristicamente utilizzato nel 2005! giusto per dare una misura della portata dei fatti, ricordo che fino a qualche mese fa rivedere il Trattato di Maastricht ed il Patto di Stabilità Europeo, non era nemmeno prevista come opzione possibile.
Infine: nell'occhiello del mio articolo inserivo una frase di Goethe: "Gli ignoranti sollevano questioni, a cui i colti avevano già dato risposta da millenni"....

Uscire da questa crisi è possibile, ma la strada che si è deciso di tentare attraverso austeri programmi di risanamento non è - a mio avviso - la via d'uscita e pertanto, alla lunga, risulterà fallimentare.

[L'articolo originale "The Bug in the European Monetary Architecture: Can a Collapse still be avoided?" è disponibile al seguente URL: http://ssrn.com/abstract=1602944]

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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