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mercoledì 12 maggio 2010

Speculazione contro l'Euro: l'ombrello non serve, occorre un parafulmini!


Cosenza (Italy), 12 Maggio 2010

Nell'articolo dell'11 Maggio su IlSole24Ore dal titolo "Draghi: lotta a speculazione necessaria, anche se difficile" viene citata in apertura una frase del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi a proposito dell'attuale crisi del debito europea: «Sono battaglie che bisogna combattere, non si vincono subito».

La frase lascia intendere che, nonostante la difficoltà del momento, la battalia contro la speculazione sarà alla fine vinta. Ovviamente, ognuno si augura che sia così!

Vorrei proporre tuttavia due statistiche che mi sono capitate di recente sotto gli occhi. La prima riguarda l'esposizione del settore bancario dei principali paesi nei confronti dei c.d. PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) (fonte: CNBC); la seconda riguarda le previsioni 2010 elaborate dalla Commissione Europea.



Per come si evince da questi dati, il totale dell'esposizione dei principali 20 creditori dei paesi PIIGS è di 706,321945 trilioni di Euro (cioè, 706 mila miliardi di Euro), a fronte di un pacchetto di salvataggio complessivo di 750 bilioni di Euro (cioè, 750 miliardi di Euro). Questo vuol dire, che se i paesi PIIGS diventassero improvvisamente insolventi, la rete di salvataggio decisa dai ministri delle finanze europee di concerto con le autorità monetarie internazionali (FMI e principali banche centrali internazionali) sarebbe solo una goccia nel mare del bisogno: in effetti, l'indebitamento bancario nei confronti dei PIIGS è una cifra di 1000 volte superiore!

Si tratta di una cifra talmente elevata che nessun accordo internazionale saprebbe mettere in piedi. Qesto suggerisce ancora una volta (!), che non è attraverso l'ulteriore indebitamento che si può uscire da questa crisi, ma trovando nuove strade. Già, ma quali?
A giudicare dalle previsioni economiche della Commissione Europea (stato: 5 Maggio 2010), non si potrà nemmeno contare su ritmi di crescita sostenuti. Al contrario, l'Europa nel 2010 avrà problemi di crescita irregolare e di ripresa dell'inflazione, segno inequivocabile che i meccanismi di trasmissione della politica monetaria europea procedono a singhiozzo.
Certo, una maggiore inflazione in teoria agevolerebbe i debitori poichè riduce il peso "reale" del debito da ripagare, ed inoltre tende a produrre un deprezzamento dell'Euro (cosa che potrebbe agevolare le esportazioni), ma è anche vero che la crescita "frammentata" metterebbe in pericolo la crescita omogenea dell'Area Euro e la politica del "tasso di interesse unico", con conseguenti pericoli di un'Europa a due velocità proprio quando la coesione delle politiche monetarie e di bilancio sembra essere imprescindibile!

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

3 commenti:

  1. Estremamente interessante l'articolo del Financial Times Deutschland, 21 Maggio 2010 "Citigroup-Chefökonom fordert Rettungspaket über 2000 Mrd. Euro" (Il capo economista di Citigoup richiede un pacchetto di aiuti superiore ai 2000 miliardi di Euro, ndr)
    (http://www.ftd.de/politik/europa/:schuldenkrise-citigroup-chefoekonom-fordert-rettungspaket-ueber-2000-mrd-euro/50117276.html), che riprende sostanzialmente tutte le mie argomentazioni (a parte la differente quantificazione del fenomeno)!
    In particolare si legge:
    "Die ausstehenden Verbindlichkeiten der Euro-Länder lägen bei 7000 Mrd. Euro. Unterstelle man eine durchschnittliche Laufzeit von sieben Jahren, würden jährlich 500 Mrd. Euro
    fällig. "Das ergibt einen Betrag von 1000 Mrd. Euro. Die 860 Mrd. Euro für die Euro-Zone und Griechenland würden also nur für ein Jahr reichen, wenn sich sämtliche Länder nicht mehr refinanzieren könnten", so Buiter".
    In sostanza:
    1) I debiti in essere dei paesi dell'Area Euro ammontano a 7.000 miliardi di Euro;
    2) Ipotizzando una scadenza media di 7 anni, i debiti ammonterebbero a circa 500 miliardi di Euro all'anno;
    3) Gli 860 miliardi di Euro (cioè, 750 + 110 miliardi) per l'Euro-Zona e la Grecia basterebbero solo per un anno, se questi paesi non fossero in grado di rifinanziarsi!

    Matteo Olivieri

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  2. Nell’articolo dell’Handelsblatt di oggi, 23 Maggio 2010 "IfW-Präsident Snower: «Wir brauchen mehr als das 750-Milliarden-Euro-Paket»" (Il Presidente dell’IfW Snower: “Abbiamo bisogno di più di un pacchetto di 750 miliardi di Euro”, ndr) si legge: "750 Milliarden um den Euro zu retten – das allein reicht nach Ansicht des Wirtschaftsforschers Dennis Snower nicht aus. „Wir brauchen viel mehr“, sagt der IfW-Präsident – und erläutert, welche zusätzlichen Maßnahmen von Nöten sind" (750 miliardi per salvare l’Euro – questo soltanto non basta a parere del ricercatore economico Dennis Snower. “Abbiamo bisogno di molto di più”, sostiene il Presidente dell’IfW, e spiega quali ulteriori misure sono necessarie”, ndr)
    In particolare, i 750 miliardi andrebbero accompagnati ad una imposizione sulle transazioni finanziarie. Perché questa poi abbia effetto, dovrebbe essere estesa a livello internazionale, o quanto meno, alle maggiori borse mondiali.

    http://www.handelsblatt.com/politik/international/ifw-praesident-snower-wir-brauchen-mehr-als-das-750-milliarden-euro-paket;2586790

    Matteo Olivieri

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  3. Nell'articolo del New York Times del 1 Maggio 2010, "Europe's Web of Debt" (La rete europea del debito, ndr), i soli (!) paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) risultano indebitati per circa 3,889 Trilioni di Dollari (circa 3111 Miliardi di Euro).

    In particolare:
    Portogallo: 286 Bilioni di Dollari;
    Irlanda: 867 Bilioni di Dollari;
    Italia: 1.4 Trilioni di Dollari;
    Grecia: 236 Bilioni di Dollari;
    Spagna: 1.1 Trilioni di Dollari.

    http://www.nytimes.com/interactive/2010/05/02/weekinreview/02marsh.html

    Matteo Olivieri

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