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giovedì 6 maggio 2010

La speculazione contro l'Euro viene da molto lontano!

Cosenza (Italy), 6 Maggio 2010

Oggi per la prima volta sono sinceramente preoccupato per la situazione attuale. Intendiamoci, non è per i rumors di mercato nè per il fiume in piena di dichiarazioni e commenti di analisti. Al contrario, è per una serie di elementi mi stanno girando in testa da tempo e che si sono riuniti, come in un puzzle, a formare una fotografia che oggi mi appare nitida.

Gli elementi che mi preoccupano sono questi:

1) La curva dei rendimenti (c.d. Yield Curve) delle principali economie mondiali sta diventando piatta. Finora tale fenomeno aveva riguardato la Grecia, anche se con caratteristiche tutto sommato differenti: in quel caso infatti, la parte di curva con scadenze di breve periodo (fino a 3 anni, c.d. "coda corta") era schizzata alle stelle, mentre la parte di curva riguardante le scadenze di lungo periodo (10-30 anni, c.d. "coda lunga") era rimasta invariata. Ora si sta verificando qualcosa di diverso (cfr. USA, Germania): la "coda corta" è tutto sommato stabile, mentre la "coda lunga" segna una diminuzione sistematica dei rendimenti da qualche giorno. Considerato che le scadenze a 10 e 30 anni di Germania e Stati Uniti sono generalmente considerate come "àncore" di valore, il fatto che i rendimenti di questi bond perdano terreno, deve destare preoccupazione.

Ciò può (!) significare infatti che gli investitori stanno vendendo le posizioni a breve giudicate troppo rischiose e si stiano rifugiando nelle posizioni lunghe giudicate più sicure: così facendo essi fanno aumentare i rendimenti sulle brevi scadenze e diminuirli sulle scadenze lunghe.

Il rischio maggiore che si corre è ovviamente che se ognuno ritiene più sicuro investire sulle lunghe scandenze, nessuno sarebbe più disposto ad acquistare titoli di Stato di breve scadenza, con ricadute negative sulla liquidità degli Stati sovrani. Questo spiega il perchè delle politiche monetarie accomodanti delle Banche Centrali: si tratta infatti di un modo per assicurare la liquidità di breve periodo ai mercati.

2) Un secondo motivo di preoccupazione è dato dal fatto che per arginare la caduta dei prezzi dei bond sulle brevi-medie scadenze, è cominciata a livello globale una corsa a "stimoli monetari" (c.d. monetary easing) sempre più insistenti, che ricorda - per molti aspetti - le "svalutazioni competitive" dei primi decenni del '900 (cfr. CNBC, 6 Maggio "Japan panel calls for targets on yen, inflation".
Così, nel tentativo di tenerne alto il prezzo, le Banche Centrali acquistano bond e vendono moneta: questo meccanismo è alla lunga pericoloso poichè potrebbe condurre a non avere più sufficienti riserve di valuta estera come copertura della base monetaria (vedi, inflazione)!

3) Un terzo motivo di allarme è quanto sta accadendo in Australia l'economia australiana è l'unica che mostra segni costanti di crescita (surriscaldamento, ?!), tanto che oggi la Reserve Bank of Australia ha innalzato ulteriormente i tassi di interesse, portandoli al 4,50%.
Da alcuni calcoli da me effettuati (ore 4.30pm, +1GMT), ho evidenziato come al momento sia più profittevole investire in titoli australiani che europei. Questo nonostante lo swap positivo (=apprezzamento) con cui è quotato l'Euro a termine rispetto al Dollaro Australiano!
In altre parole, sulla base degli attuali tassi di interesse di mercato, è possibile affermare che ci sono le premesse per un'esportazione di capitali dall'Europa verso l'Australia. Questo denaro è in cerca di rendimenti elevati (c.d. "hot-money"), ma temporanei.

La mia conclusione è la seguente:
  • Gli investitori vendono titoli europei a breve e li acquistano a lungo;
  • Gli investitori acquistano titoli australiani a breve e a lungo;
  • Il tasso di cambio EUR/AUD segna un apprezzamento dell'Euro nei confronti del Dollaro Australiano;
  • Il tasso di cambio a termine dell'Euro segna apprezzamento rispetto al tasso di cambio a pronti EUR/USD.
Queste conclusioni mi (!) convincono, poichè altrimenti non si capisce proprio la ragione per cui l'Euro continui ad apprezzarsi a termine nonostante la raffica di notizie inquietanti! Evidentemente, ci deve essere moneta che defluisce per brevi scadenze dall'Area Euro per poi ritornarvi sulle lunghe scadenze...una sorta di "anemìa" di moneta (sintomo di deflazione, ?!).

Può darsi che il Dollaro Australiano non sia l'unico veicolo di trasmissione della speculazione internazionale. Dai calcoli da me fatti si evince tuttavia che esso al momento lo è senz'altro! Pertanto, qualsiasi ulteriore aumento dei tassi di interesse australiani potrebbe aggravare la situazione dell'Euro.

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

1 commento:

  1. Così DIE WELT riporta oggi 7 Maggio 2010 nell'articolo "Asien, Japan – Zentralbank pumpt Milliarden in die Märkte" (Asia, Giappone - La Banca Centrale pompa miliardi sui mercati, ndr): crediti per 2 miliardi di Yen al settore finanziario, corrispondenti a circa 17,4 miliardi di Euro, nel tentativo di calmare i mercati e fermare la caduta del corso dei titoli obbligazionari.
    http://www.welt.de/finanzen/article7511624/Japan-Zentralbank-pumpt-Milliarden-in-die-Maerkte.html

    Matteo Olivieri

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