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giovedì 27 maggio 2010

Mercati finanziari: alla ricerca del rendimento perduto!


Cosenza (Italy), 27 Maggio 2010

Sui mercati finanziari mondiali si stanno delinando alcune tendenze particolarmente degne di nota: alla ricerca dei posti più sicuri dove detenere i propri risparmi, c'è il rischio di vendite di massa improvvise alla minima notizia che possa impensierire gli investitori. Ecco una carrellata di esempi, che - a mio avviso - segnalano un nuova fase della crisi: il tutti contro tutti!
  • Gli investitori tedeschi spostano i loro conti correnti e i loro depositi in oro presso banche svizzere (cfr. FAZ, "Anlagen, Deutsches Geld fließt wieder in die Schweiz"). La cosa è tanto più interessante, in quanto i rendimenti degli investimenti in franchi svizzeri sono minori (!) di quelli in Euro. Inoltre, l'articolo segnala opportunamente che, in teoria, un risparmiatore tedesco potrebbe ottenere già oggi in Germania un conto corrente bancario in franchi svizzeri; se nonostante questo si decide di trasferire il proprio denaro all'estero, ciò vuol evidentemente dire che le decisioni degli investitori sono veicolate dalla ricerca di un posto sicuro per i propri risparmi piuttosto che dal mero tasso di interesse;
  • Il mercato monetario europeo rimane, nonostante tutto, incredibilmente calmo (cfr. Handelsblatt "EZB: Der Euro-Geldmarkt bleibt überraschend ruhig"): in particolare, le operazioni di rifinanziamento con la BCE avvengono secondo i volumi e condizioni abituali. Tuttavia, l'impennata dei tassi interbancari (LIBOR) segnala una nervosità per quanto riguarda il mercato dei crediti in Dollari, segno evidentemente, che la domanda di Dollari si sta impennando da qualche giorno a questa parte, verosimilmente spiegabile con una fuga di capitali dall'Europa;
  • Gli Stati Uniti richiedono alla Germania una soluzione della crisi dell'Euro che passi attraverso la maggiore assunzione di debiti, finalizzata alla crescita economica e alla minore disoccupazione, anche - se necessario - pompando moneta nell'economia (cfr. DIE WELT "Finanzstreit, USA drängen Deutschland zum Schuldenmachen"). Ovviamente la Germania oppone resistenze, verosimilmente per i seguenti motivi:
      • Maggiore debito crea maggiore inflazione;
      • Maggiore debito crea maggiori importazioni;
      • Maggiore debito va contro la tradizionale cultura della "moneta forte" portata avanti dalla Deutsche Bundesbank.
  •  La Cina nega la notizia circolata in giornata (fonte Financial Times, vedi Handelblatt "Investoren wollen Klarheit: Warum der Euro weiter fällt") di voler cancellare i propri investimenti in Euro (cfr. "China Denies Review of Euro-Zone Bond Holdings"), notizia che aveva creato il panico nel mercato per nuovi timori di ondate di vendite, ma conferma che adotta una strategia di diversificazione di lungo periodo dei titoli in portafoglio. La smentita della notizia ha causato una massiccia ripresa delle quotazioni dell'Euro contro il Dollaro nel corso della giornata;


Tutti questi indizi sono - a mio avviso - potenziali segnali di una (imminente,?!) deflazione europea, cui ci si vorrebbe opporre attraverso la creazione di maggiori risparmi ed esportazioni. Ma se le economie europee dovessero davvero riuscirci, non farebbero altro che spostare su altri i loro problemi (in termini di perdite su crediti e svalutazioni).
 
Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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