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giovedì 1 aprile 2010

E' di nuovo Grecia: ma questa volta è il tormento di Sisifo



Cosenza (Italy), 1 Aprile 2010

A distanza di una settimana dall'accordo di Bruxelles, si ritorna a parlare del caso Grecia, ma questa volta gli entusiasmi iniziali sembrano venire meno.

La parola chiave di Bruxelles era stata "ultima ratio", ad intendere che i prestiti bilaterali europei sarebbero subentrati solo come ultima opzione possibile. Una parola che avrebbe dovuto/voluto/potuto significare una rassicurazione per i mercati. Invece non è stato così, e i rendimenti sui titoli di stato greci hanno continuato ad aumentare, mentre i loro prezzi subiscono giorno dopo giorno un mix di pericolosi scivoloni e timidi recuperi.

Chi ha acquistato titoli greci, sta subendo perdite in conto capitale, e per tutelarsi da queste perdite, la cosa più logica da fare sarebbe acquistare oggi titoli derivati, nella speranza che nel prossimo futuro, il loro prezzo a pronti sia più alto del loro prezzo attuale a termine. Questo è - a mio avviso - esattamente quello che sta accadendo al mercato dei titoli derivati, che (guarda caso!) ha ripreso a salire!

Tuttavia, scommettere su una crescita dell'economia globale è una scelta rischiosissima in questo momento, perchè eventuali aspettative deluse rappresenterebbero ulteriori perdite future in conto capitale. Così, se i dati statistici non confermeranno le attese degli investitori, sarà ragionevole attendersi future vendite di massa sui mercati dei titoli derivati (ma non chiamateli speculatori!)...il colpo di grazia per le economie europee!

Su DIE WELT di oggi è pubblicato l'articolo "Euro-Zone, Die Griechen-Pleite ist wohl kaum mehr aufzuhalten" (Euro-ZOna, La bancarotta greca è ancora per poco evitabile, ndr), nel cui occhiello si legge: «Il bluff Merkel-Sarkozy è oramai andato: I mercati finanziari non credono nel piano di salvataggio per i Greci. Il risultato: gli oneri finanziari della Grecia restano a livello pericolosamente alto - e il fallimento non è più evitabile. Ma, come nel caso di Lehman, la fine è solo l'inizio» (traduzione in proprio).

Su questo blog avevo mostrato da subito scetticismo rispetto a come tutta la vicenda era stata gestita (cioè, dichiarazioni preliminari contraddittorie; dispacci di agenzia vaghi; accordo finale "astratto"), ma la mia posizione - per quanto motivata - si era dovuta scontrare con quella di altri illustri economisti.

Ora anche DIE WELT, che pure la settimana scorsa era fra gli entusiasti dell'accordo (cfr. 26.3, "Oekonomen loben Merkels Griechenland Deal", Economisti lodano l'accordo della Merkel sulla Grecia, ndr), cambia direzione e riprende ciò che già io ho avuto modo di sostenere in questo blog (che qualcuno lassù mi ascolti?).

L'articolo citato (di cui sopra), a proposito degli scenari futuri che ragionevolmente ci si può attendere, si conclude con questa frase:
«L'alternativa sarebbe diversi anni di programmi draconiani di austerità e tagli salariali nei Paesi Euro a Sud, come quasi solo da Governi autoritari possono essere mantenuti. Oppure la trasformazione della Euro-Zona in una Comunità di Trasferimenti Pubblici, ben oltre ciò che i tedeschi erano stati disposti a tollerare. In entrambi i casi, l'euro si trova ad affrontare tempi duri» (traduzione in proprio).

Insomma, come Sisifo era costretto a portare in cima ad un monte un masso che sistematicamente rotolava giù a valle, anche noi siamo di nuovo punto e daccapo.

Chi pensava che con la diplomazia dei comunicati stampa si potesse fermare una crisi economica e correggere le aspettative dei mercati, ora si sta prendendo una bella doccia fredda! Le vie per uscire da questa crisi sono altre....

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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