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lunedì 19 aprile 2010

Cosa attenderci dal cambio Euro/Dollaro?


Cosenza (Italy), 19 Aprile 2010

All'indomani della diffusione di notizie poco confortanti, quali il quasi completo azzeramento dei fondi immobiliari di Goldman Sachs, Morgan Stanley e (notizia di oggi!) anche di Deutsche Bank, nonchè l'indagine avviata dalla SEC (Securities and Exchange Commission, omologo statunitense della CONSOB italiana) contro Goldman Sachs, per appurare se questa abbia defraudato i propri clienti attraverso notizie incomplete o non veritiere collegate alla vendita di prodotti finanziari subprime (leggi qui), il Dollaro prosegue il suo lento ma costante apprezzamento. Cosa abbastanza interessante, considerato che il Dollaro sembra non aver risentito affatto di notizie così poco confortanti.

Magie del mercato valutario? Può essere...

Guardando alle quotazioni dei cambi e dei tassi di interesse di mercato, al momento (!) si notano due tendenze:

  1. I cambi a pronti e a termine mostrano valori abbastanza simili: questo vuol dire che da qui a 2-3 mesi i mercati si attendono un valore del cambio Euro/Dollaro pressochè invariato;
  2. I differenziali di interesse tra Europa e Stati Uniti si stanno riducendo giorno dopo giorno: la differenza è certamente ancora a favore dell'Europa (titoli europei ancora da preferire, ndr), ma il ritmo di ripresa degli Stati Uniti sembra molto più deciso.
Cosa potrebbe significare tutto ciò? Probabilmente potrebbe essere il segno che la Federal Reserve ha cominciato a rivendere sul mercato i titoli acquistati durante il picco della crisi a titolo di "stimolo" dell'economia.
Ciò potrebbe trovare conferma nel fatto che le quotazioni dei titoli obbligazionari USA stanno segnando variazioni negative lungo tutte le scadenze della curva dei rendimenti.
Autorevoli commenti a supporto di questa interpretazione cominciano peraltro a diffondersi: per esempio consiglio l'articolo CNBC, 16.04 "Fed should exit easy policy "deliberately": Hoenig".
A mio avviso, se queste tendenze si confermassero nelle prossime settimane, ciò potrebbe precludere ad un aumento dei tassi di interesse negli USA prima del previsto...probabilmente entro i prossimi due mesi (!), mentre la maggior parte degli economisti non li attende che per fine 2010 o inizio 2011.

Matteo Olivieri


>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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