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giovedì 29 aprile 2010

Le scommesse del mercato



Cosenza (Italy), 29 Aprile 2010

Quella che si sta concludendo è stata un'altra settimana molto intensa per i mercati finanziari internazionali. I primi giorni della settimana sono stati caratterizzati da importanti vendite di massa dell'Euro in favore di valute-rifugio quali Sterlina inglese e Yen giapponese; martedi il nuovo downgrade di Grecia e Portogallo; mercoledi il downgrade di Spagna e il tonfo delle Borse e dell'Euro, poi in parte recuperato. Oggi la paura collettiva è stata in parte allentata dalla riuscita nuova emissione di titoli italiani, che ha visto una richiesta da parte del mercato ben superiore al quantitativo disponibile.

Nel turbinio di analisi, pareri di esperti e voci incontrollate, si sono segnalate alcune considerazioni degne di nota:
  • I 45 miliardi di Euro messi a disposizione della Grecia sono solo una goccia nel mare degli aiuti necessari, stimati in circa 200 miliardi di Euro. Considerato che anche altri Paesi Europei hanno necessità di mettere in ordine i conti pubblici, il "pacchetto di aiuti" - per quanto grande possa essere, potrebbe risultare inefficace;
  • Piutosto che la bancarotta, la Grecia dovrebbe "ristrutturare" il proprio debito (come accadde all'Argentina): i creditori verrebbero rimborsati con una percentuale tra il 70 e il 50% del valore nominale; il resto costituirebbero perdite per i risparmiatori (cfr. "Roubini: «Salvare la Grecia è uno spreco di risorse pubbliche»" [ >> N.B. Se questa prospettiva si dimostrerà vera, non si capisce perché gli investitori istituzionali dovrebbero ancora acquistare titoli greci, sapendo che non riceveranno per intero il loro capitale prestato, ndr];
  • Le banche francesi (78,8 miliardi a dicembre 2009) e quelle tedesche (45 miliardi) risultano essere quelle maggiormente esposte nei confronti della Grecia: una bancarotta o una dichiarazione di insolvenza provocherebbe perdite a catena nei bilanci ed estenderebbe il contagio ad altre economie (cfr. IlSole24Ore 29.4 "Banche Ue in fuga da Atene: esposizione tagliata del 29%");

Nonostante questa ondata di notizie negative, cosa si aspettano davvero i mercati? Ho dato un'occhiata ad alcuni indici di mercato ed ho scoperto che:
  • La volatilità sui mercati (misurata dall'indice CBOE Market Volatility Index, ndr) continua ad essere bassa e sotto controllo: a parte alcuni picchi temporanei (p.e. la notizia del downgrade di Grecia, Portogallo e Spagna), i mercati sembrano riassorbire abbastanza bene le notizie negative di questi ultimi giorni. Questo può voler dire che i mercati sono ancora disposti ad acquistare bond sul mercato, purché siano solidi;
  • Le attese su variazioni nei tassi di interesse (misurate dal Future sui FED Funds, ndr) sono per il momento stabili: le quotazioni a termine - pur registrando variazioni positive fino al prossimo mese di Agosto - sono minori di quelle a pronti. Ciò potrebbe condurre ad aumenti (!) nel tasso di interesse della Federal Reserve statunitense entro l'estate, se questa tendenza dovesse consolidarsi nelle prossime settimane.
Quest'ultimo aspetto è particolarmente importante. Giusto ieri la Federal Reserve ha riconfermato il livello dei tassi di interesse compreso tra lo 0% e 0.25% (cfr. il comunicato stampa del Federal Open Market Committee, 28.4) e comunica di aspettarsi tassi di interesse e aspettative di inflazione ancora bassi per un lungo periodo.
Tuttavia sempre nel comunicato stampa si legge che il prossimo 30 Giugno si concluderà l'ultimo programma di facilitazione monetaria al mercato ancora in vita (c.d. "Term Asset-Backed Securities Loan Facility"). Tale programma rientrava nelle misure emanate all'inizio della crisi per rifornire di liquidità speciale gli operatori finanziari. In altre parole, dopo il 30 Giugno, la FED non pomperà più moneta aggiuntiva nel mercato!

E' la liquidità aggiuntiva che tiene sotto controllo la volatilità dei mercati? E cosa succederà dopo il 30 Giugno?
Che i mercati stiano già anticipando questa data? Che sia questo il vero motivo per cui si potrà verificare un aumento dei tassi di interesse?

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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