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martedì 20 aprile 2010

"Tre anni per salvare l'Euro"


Cosenza (Italy), 20 Aprile 2010

Pregevole l'articolo su The Economist del 15 Aprile (in edicola questa settimana), dal titolo "Greece's debt crisis - Three years to save the euro". In esso trovano conferma tutti (!) gli spunti che i lettori di questo blog hanno già trovato nel mio contributo del 10 Aprile, intitolato "Crisi finanziaria, da adesso è solo un problema di pura logica!".

Vediamoli con ordine:
  • I tassi di interesse al 5% stabiliti dall'UE sono troppo bassi e il mercato ha reagito di conseguenza: dopo solo pochi giorni i rendimenti sui titoli greci sono ridiminuiti mentre il prezzo dei CDS ha ricominciato a salire, toccando oggi quota 465.33 punti base. Il differenziale tra titoli decennali tedeschi e greci ha invece toccato nell'ultima settimana i 427 punti base, che corrisponde ad un tasso di interesse sui titoli greci del 7,36%.
  • A meno che non si verifichi una peraltro inattesa crescita economica, la Grecia ha semplicemente posticipato al futuro i suoi problemi di bilancio, ma non eliminato i rischi di bancarotta;
Perchè tre anni? Perchè e' il periodo su cui si estende l'ammontare di crediti previsti dall'UE. Per il primo anno l'ammontare è stato fissato in 30 miliardi di Euro, per gli altri due anni ancora non è stato stabilito alcun importo.

Molto interessanti i numeri commentati nell'articolo: anche se la Grecia creasse attraverso manovre fiscali avanzi primari del 10% annuo nei prossimi 5 anni, potrebbe essere necessario un ulteriore indebitamento sul mercato per altri 67 miliardi di Euro; la qual cosa porterebbe il livello di debito pubblico al valore del 150% del PIL nel 2014, un livello raggiunto oggi solo dal Giappone.

[Per completezza, nell'articolo del Wall Street Journal 20.4, "Greek Debt Crisis Seen Getting Worse" si cita il parere del Presidente della Deutsche Bundesbank Axel Weber, il quale sostiene che la Grecia potrebbe aver bisogno di un'assistenza finanziaria complessiva di 80 miliardi di Euro (30 dei quali messi già in campo!, ndr) per evitare il rischio di bancarotta].

Inoltre, si cita che le banche dell'Euro Zona sono esposte per circa 120 miliardi di Euro nei confronti della Grecia, circa 70 dei quali rappresentati da titoli di debito pubblico. Le banche francesi e tedesche sono quelle più esposte, con crediti che ammontano al 40% del totale.

Concordo poi sulle conclusioni: un Paese che per anni ha mal gestito e mal riporato i dati di bilancio pubblico, dovrà tirare la cinghia per altrettanti anni a venire...

PS: devo segnalare un errore nell'articolo de IlSole24Ore 15.4, "Economist: «Tre anni per salvare l'euro»", che così riporta: "Il settimanale britannico The Economist ha provato a spiegarlo. Al centro di tutto c'è la questione tassi. Il governo tedesco, con le elezioni alle porte, ha voluto che il prestito triennale della Ue per oltre 30 miliardi di euro fosse rimborsato a un tasso del 5%, vicino ai parametri di mercato. Secondo l'Economist questa è una scelta sbagliata. In casi di emergenza - scrive il settimanale - il tasso di finanziamento dovrebbe essere più basso di 3-5 punti percentuali. Per favorire il rientro del debito".

Nell'articolo di The Economist invece sta scritto il contrario: "On April 11th, after spreads on Greek debt had soared and the first signs emerged of a possible run on its banks, euro-area leaders agreed to offer the beleaguered Greek government up to €30 billion ($41 billion) of three-year loans, at an interest rate of 5%. That is not cheap, but it is much less than private investors were demanding. Add in a further €15 billion that the IMF is likely to provide, and Greece has been promised enough help to cover its financing needs for 2010".

Matteo Olivieri


>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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