Cosenza (Italy), 10 Novembre 2010
Eppure, nemmeno gli economisti sono ancora daccordo sulla reale efficacia o nocività dei programmi di quantitative easing. Riporto di seguito i commenti di due importanti studiosi di economia, quello del Prof. Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'Economia, e quello del Prof. Nouriel Roubini, unanimemente considerato uno dei pochi economisti ad aver visto l'avvicinarsi della crisi economica con diversi anni di anticipo.
- Roubini (favorevole): "Senza QE, i rischi di una seconda recessione o, peggio, di deflazione, sarebbero stati maggiori";
- Stiglitz (contrario): "Il QE scarica su altri paesi i costi della crisi economica"
AGGIORNAMENTI
16 Novembre 2010:
In un articolo CNBC del 15 Novembre "Roubini: 'Inflation Is Not a Problem'", il Prof. Roubini sostiene che il pericolo di aumento dell'inflazione a seguito delle decisioni di acquistare bond governativi USA da parte della FED non è un problema, e che chi sostiene ciò non capisce di inflazione!
Il Prof. Roubini motiva la sua opinione ricorrendo alla c.d. "velocità di circolazione della moneta": è vero che la quantità di moneta aumenta, ma è altrettanto vero che questa circola di meno nell'economia. Per questo motivo, il risultato finale è fondamentalmente in pareggio.
Anche se l'argomentazione del Prof. Roubini conferma in pieno le mie teorie esposte su questo blog, poichè vuol dire che o il denaro viene tesaurizzato dagli intermediari finanziari, oppure viene investito all'estero, non posso che ricordare i problemi connessi alla teoria neoclassica della moneta, di cui la c.d. "velocità di circolazione della moneta" è parte integrante. L'equazione matematica è la seguente:
P * Q = M * V
P: livello dei prezzi
Q: quantità di beni
M: quantità di moneta
V: velocità di circolazione della moneta
Come si può facilmente vedere, tale formula si risolve in una tautologia. Infatti, se M aumenta e V diminuisce (come sostiene il Prof. Roubini), conseguirà che anche P e Q si rimoduleranno di conseguenza. E, se P, come sostiene il Prof. Roubini, rimane costante, allora necessariamente Q dovrà diminuire...ciò vuol dire decrescita economica, poichè minori beni raggiungeranno il mercato.
Insomma, se la FED non creerà inflazione, allora - in base a questa formula - creerà di sicuro una crisi economica.
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.
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