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domenica 21 novembre 2010

E finalmente Trichet disse: "Dollaro forte interesse degli USA, Europa e comunità internazionale"




 

Cosenza (Italy), 21 Novembre 2010

[Ringrazio il blog "Rischio Calcolato" per la pubblicazione di questo post sul sito web http://rischio-calcolato.blogspot.com/2010/11/e-finalmente-trichet-disse-dollaro.html]

Sui giornali di ieri è stato dato poco spazio ad alcune considerazioni del Presidente della BCE Jean-Claude Trichet espresse in occasione della sesta tavola rotonda delle banche centrali tenutasi a Francoforte (Germania), che - a mio avviso - avrebbero meritato maggiore attenzione. In particolare, il Presidente Trichet si è detto a favore di un Dollaro USA forte, il quale sarebbe interesse non solo degli USA, ma anche dell'Europa e della comunità internazionale.
La sua dichiarazione ufficiale è stata al riguardo: "We strongly share the view that a solid, strong dollar, credible vis-a-vis the other floating currencies, is very important" (vedi Bloomberg 19/11 "Trichet, Flanked by Bernanke, Says Strong Dollar Very Important"). Similarmente, ad un altro recente meeting "Journees de L'Eonomie conference" a Lione (Francia) ha affermato: "I am convinced it's in the interest of U.S. and Europe and international community that we have a strong dollar against other convertible currencies" (vedi WSJ 10/11 "UPDATE:Trichet:Strong US Dollar In Interest Of US, EU, Intl Community".

Trattandosi di una dichiarazione molto importante, ho provato ad approfondire la vicenda, ma ho trovato solo veloci comunicati stampa. Quello più esaustivo mi sembra l'articolo Reuters Italia del 19 Novembre, che ho deciso di pubblicare per intero.
"Bce condivide posizione Usa su importanza dollaro forte- Trichet": "FRANCOFORTE, 19 novembre (Reuters) - Il presidente della Banca centrale europea torna sull'importanza che hanno per il vecchio continente le dichiarazioni Usa in materia di forza del cambio, aggiungendo che l'Europa condivide la posizione di Washington sulla necessità di valute più flessibili nei paesi a elevato avanzo commerciale.
In una conferenza stampa organizzata dalla Bce, Jean-Claude Trichet ha modo di rivolgersi direttamente al presidente di Federal Reserve Ben Bernanke che partecipa al convegno.
"Sapete quanto condividiamo la vostra visione sull'importanza fondamentale di un dollaro forte rispetto alle altre principali valute a libera fluttuazione. Siamo d'accordo anche sulla posizione che avete espresso... sui paesi a elevato attivo commerciale con un regime di cambio non abbastanza flessibile" dichiara".

Si tratta di dichiarazioni per me molto importanti, perchè nel più volte richiamato mio articolo del Maggio del 2005 "The Bug in the European Monetary Architecture: Can a Collapse Still Be Avoided?", evidenziavo tra le possibili cause del collasso dell'architettura monetaria europea, potenziali perdite patrimoniali su titoli obbligazionari statunitensi iscritti come riserve in bilancio e, tra le possibili cure, un apprezzamento (non, un deprezzamento, come molti invece all'epoca sostenevano!) del Dollaro USA....
Ovviamente all'epoca non potevo immaginare che un simile accadimento potesse verificarsi sul serio, ma mi sembrava interessante constatare come nessun Euroburocrate avesse mai preso seriamente in considerazione anche solo questa evenienza.
Non pretendo che il Presidente Trichet abbia letto il mio articolo, da qualche mese peraltro liberamente consultabile online, ma sono felice di constatare come il tempo sia davvero un galantuomo. Così, idee che un tempo potevano apparire alquanto "bizzarre", oramai trovano pieno riconoscimento nella comunità scientifica ed economica mondiale. Insomma, una vera rivincita morale!

AGGIORNAMENTI


 

22 Novembre 2010: Avevo chiuso l'articolo di sopra dicendo che il "tempo è galantuomo" e che avevo avuto la mia rivincita morale.....mi sbagliavo: il bello doveva ancora arrivare!
Oggi i giornali tedeschi sono pieni zeppi di articoli pieni di sopresa e smarrimento per la piega che sta prendendo il "caso Irlanda": la prospettiva per l'Europa è che si trasformi da Unione Monetaria a Unione dei Trasferimenti Monetari, con la Germania cui spetterebbe di pagare il conto della "cattiva" amministrazione delle finanze degli altri paesi europei.
Anche questo aspetto era stato "profeticamente" affrontato nel mio più volte richiamato articolo del Maggio del 2005 "The Bug in the European Monetary Architecture: Can a Collapse Still Be Avoided?". In questo, sostenevo che esistono dei disallineamenti nelle parità tra valute europee, disallineamenti che fanno sì che alcuni paesi siano sistematicamente esportatori di deflazione, altri importatori di inflazione.
Poichè - a mio avviso - l'Architettura Monetaria Europea è fonte dell'allargamento del divario tra economie europee, giudicavo poi tale meccanismo insostenibile nel lungo periodo. Aggiungevo infine, che per ovviare alle distorsioni causate da questo meccanismo, l'Unione Monetaria Europea si sarebbe di fatto trasformata in un sistema economico per molti aspetti simile all'Unione Sovietica, con trasferimenti continui per recuperare i "gap" di produttività.
Ovviamente, ciò sarebbe stato possibile fino a che ci fossero state risorse finanziarie sufficienti. La conclusione del mio ragionamento era che l'attuale (! ) Architettura Monetaria Europea può reggersi in piedi solo se viene preservata l'efficienza del sistema dei pagamenti del settore interbancario. Argomentazioni avverinistiche nel 2005, che hanno trovato tuttavia piena conferma nelle vicende di quest'ultimo anno e mezzo di crisi finanziaria.
Riporto per la memoria storica quello che mi sembra essere il più importante articola di stampa sull'argomento:

Handelsblatt 22/11 "Top-Ökonomen warnen vor „Vollkasko“ für Pleitestaaten": "Vor dem Hintergrund der Irland-Krise haben führende Ökonomen in Deutschland vor einem dauerhaften Transfermechanismus in der Europäischen Währungsunion gewarnt. Sie befürchten, dass die deutschen Steuerzahler über Gebühr belastet werden. Eine „Vollkaskoversicherung“ für Pleitestaaten dürfe es nicht geben".
Al riguardo, ecco i comenti - contenuti nell'articolo - di alcuni dei principali economisti tedeschi:
  • Michael Hüther, Direttore del Institut der deutschen Wirtschaft (IW): "Denn Probleme der Wettbewerbsfähigkeit werden durch solche Transfers allenfalls kurzfristig übertüncht, zugleich werden aber die Anreize geschwächt, eine eigene Wachstumsstrategie zu entwickeln und umzusetzen.“ Transfers bewirkten vielmehr, dass die Länder „abhängig vom europäischen Tropf“ werden. „Und die Legitimation der gemeinsamen Währung wird in den starken Staaten wie Deutschland in den Augen der Bürger schwinden";
  • Kai Carstensen, Capo economista "Congiuntura" dell'Ifo-Institut di Monaco di Baviera: "Die vollständige Abwälzung der Investorenrisiken auf die Steuerzahler der solideren Länder ist mit den Grundsätzen der Marktwirtschaft nicht vereinbar - und für Länder wie Deutschland potentiell extrem kostspielig. Zentral sei daher vielmehr, „dass die privaten Gläubiger im Falle einer Zahlungskrise durch einen begrenzten Abschlag auf ihre Forderungen an der Krisenbewältigung beteiligt werden müssen“. Carstensen sieht dringenden Handlungsbedarf für neue EU-Regeln, das sich das Verbot eines Bail-Out (finanziellen Beistands) als unglaubwürdig und politisch nicht durchsetzbar erwiesen habe. „Wofür wir uns daher einsetzen sollten, ist ein Krisenmechanismus, der die Lasten zunächst dem Schuldnerland und seinen Gläubigern zuweist und erst danach die Staatengemeinschaft in Anspruch nimmt.“ Das gegenwärtige Verfahren müsse eine Übergangsregelung bleiben, „denn es gleicht einer Vollkaskoversicherung“;
  • Jörg Krämer, Capo Economista della Commerzbank: "Der Weg in die Transferunion wird die Währungsunion zunächst stabilisieren. Aber langfristig trägt sie insofern den Keim eines Scheiterns in sich, als die Wähler in den Geberländern auf Dauer keine Transferunion wollen, Und die Wähler in Griechenland oder Irland wollen sich ihre Wirtschaftspolitik nicht dauerhaft von Brüssel diktieren lassen";
  • Gustav Horn, Direttore del  Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung (IMK): "Der Grund hierfür ist nicht, dass diese allseits gewünscht wird, sondern das Ergebnis der Weigerung des Überschusslandes Deutschland symmetrische Regeln gegen außenwirtschaftliche Ungleichgewichte zu akzeptieren, nach denen sowohl Defizitländer als auch Überschussländer für die Überwindung der Ungleichgewichte verantwortlich sind. Aufgrund der Weigerung der Bundesregierung wird es aber weiterhin Ungleichgewichte geben, und damit entsteht immer wieder Transferbedarf von Überschussländern zu Defizitländern. Es sei daher „nur eine Frage der Zeit und des Ausmaßes des immer wiederkehrenden Chaos in den entsprechenden Verhandlungen bis dieser Bedarf automatisiert wird".
Altrettanto interessante l'articolo Handelsblatt 22/11 "Im Notfall muss man füreinander einstehen", in cui Thomas Mirow, Presidente della European Bank for Reconstruction and Development, sostiene che nel momento del bisogno occorre aiutarsi e, pertanto, l'ipotesi di trasferimenti permanenti di denaro ai paesi in difficoltà, aiuta nel processo di unificazione europea. Alla domanda, come riuscire a convincere i tedeschi a pagare i debiti altrui, Thomas Mirow risponde: "Esistono dei vantaggi non solo politici ma anche economici derivanti dall'Unione Monetaria Europea" (cfr. "Wir müssen aber die Deutschen nachdrücklich darauf aufmerksam machen, wie groß - neben den politischen - auch die unmittelbaren wirtschaftlichen Vorteile der Währungsunion für uns sind. Es geht ja nicht darum, so etwas ähnliches wie den deutschen Länderfinanzausgleich in Europa aufzubauen. Im Notfall aber muss man in einer Währungsunion füreinander einstehen").

...Oggi gli economisti tedeschi scoprono i danni creati da un modello di Europa a forma di locomotiva!

25 Novembre 2010: Riporto un articolo di oggi apparso su Reuters "No risk of euro zone breakup in Irish crisis: EU", non perchè sia un articolo particolarmente intelligente, ma perchè propone gli epigoni di quella prosopopea europeista "gradassa" cheè la vera causa della crisi europea.  
Klaus Regling, capo dell' European Financial Stability Facility (EFSF), la rete di salvataggio finanziario predisposta dalle principali economie dell'Area Euro, afferma in un intervista al giornale tedesco Bild che l'Euro è a "rischio zero" e che è "inconcepibile" che l'Euro fallisca ("There is zero danger. (...). It is inconceivable that the euro fails").
Intanto, a distanza di soli pochi mesi dallo stress-test condotto sui bilanci delle banche europee, i titoli (non solo)irlandesicontinuano a perdere divalore, mentre il divario tra economie europee cresce sempre di più: di seguito il livello dei credit default swaps (CDS) a 5 anni delleeconomiePIIGS (stato 24 Novembre 2010):

Staatsanleihen: Vorschläge zur Gläubigerhaftung verunsichern die Anleger 

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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