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sabato 20 marzo 2010

Grecia: "Ce la faremo da soli" (?!)



Cosenza (Italy), 20 Marzo 2010

Un’altra settimana di passione per le economie europee. Se da un lato le borse hanno registrato andamenti per lo più in linea con le attese, sul fronte valutario l’Euro si è comportato (a parte la giornata di lunedì) contro ogni aspettativa.

A mio avviso, il deprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro è stato causato da dichiarazioni fuorvianti delle autorità greche. Ecco il punto della situazione:

• 16 Marzo 2010: Nell’articolo del Frankfurter Allgemeine Zeitung “Gemeinsame Erklärung der Euro-Finanzminister”, si sostiene che i ministri del c.d. Eurogruppo hanno stabilito di aiutare con crediti la Grecia in maniera coordinata e decisa, se la situazione lo richiedesse;

• 19 Marzo 2010: Nell’articolo CNBC “Greece Close to Being Unable to Borrow: PM” il Primo Ministro Greco, George Papandreou, dichiara che la Grecia si trova ad un passo dall’impossibilità di prendere a prestito, e sostiene che il Paese stia attraversando un momento di vera guerra contro gli interessi particolaristici sia all’interno che all’esterno della Grecia. Tra i principali accusati, gli “speculatori” sui mercati finanziari;

• 20 Marzo 2010: Nell’articolo del Frankfurter Allgemeine Zeitung “Wir machen das aus eigener Kraft” («Ce la facciamo da soli!», ndr), viene intervistato Petros Christodoulou, nuovo Direttore Generale dell’Agenzia Greca per la Gestione del Debito Pubblico (PDMA), il quale sostiene che la Grecia deve pagare entro l’anno 54 Miliardi di Euro, dei quali buona parte vanno in scadenza tra Aprile e Maggio. Ad ogni modo, la Grecia riuscirebbe nei propri piani, poiché avrebbe già “piazzato” con successo le prime nuove emissioni di debito pubblico, e si starebbe preparando ad un tour-commerciale negli USA, Asia e Medio Oriente per attrarre nuovi investitori con titoli denominati in Dollari (e magari anche in Yen). Pertanto, il funzionario pubblico sostiene che c'è stata confusione nella comunicazione: la Grecia non ha bisogno dell'aiuto altrui, non ha mai chiesto soldi ad altri Paesi europei ed è invece in grado di fare da sola.
Poi, alla domanda se la differenza di tassi sia appropriata, risponde che i titoli greci non dovrebbero essere contrattati a più di 50 punti base (cioè 0.05%) sopra il premio per il rischio irlandese. Ciò vuol dire rimanere sotto i 200 punti base (cioè, 2%) sopra i titoli di credito tedeschi a 10anni (attualmente a circa il 3.2%).

Guardiamo agli ultimi dati riportati nelle tabelle:

• Poiché la rendita sui titoli irlandesi è al 4.4%, i titoli greci dovrebbero essere quotati al 4.9%, sotto il limite massimo del 5.2% (3.2% rendimento sui titoli tedeschi + 2% premio per il rischio della Grecia): la rendita attuale dei titoli greci è invece del 6.2%! [Tabella di sinistra];

• Il premio per il rischio di 300 punti base rispetto ai titoli di Stato tedeschi è dunque frutto di speculazione? Se guardiamo alla tabella di destra ci si rende conto di 2 cose:

1. Il mercato dei Credit Default Swaps (c.d. CDS) e dei titoli di Stato si muovono approssimativamente nella stessa direzione: questo vuol dire che il mercato dei titoli di Stato e di quelli derivati non hanno comportamenti anomali;

2. Il volume del mercato dei CDS è circa il 3,5% di quello dei titoli di Stato: questo vuol dire che i titoli derivati continuano a rivestire un ruolo limitato nella crisi del debito greco, e il vero peso per l'economia greca è il debito pubblico, non le speculazioni!

Bastano questi elementi per dire che le dichiarazioni delle autorità greche sono contraddittorie e irragionevoli? Certamente no, ma il fatto che le rendite sui titoli tedeschi stiano aumentando, spingerà molto probabilmente verso l’alto anche il premio per il rischio greco. Fino a quando la Grecia saprà resistere da sola?

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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