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giovedì 20 gennaio 2011

Strategie per uscire dalla crisi: ritornare al «mainframe»!

Cosenza (Italy), 20 Gennaio 2011

Nel mio post precedente "L E A F: Finanza sintetica: danni collaterali? (Forse) Nessuno!", scrivevo di come gli intermediari finanziari stiano ricostituendo le proprie posizioni in titoli strutturati, esattamente come succedeva nel periodo antecedente lo scoppio della crisi internazionale.
Quella che ad una osservazione preliminare potrebbe sembrare una scelta dissennata, potrebbe rivelarsi non solo la scelta più economica, ma anche quella inevitabile per uscire definitivamente dalla crisi.
Infatti, il ritorno ai "titoli tossici" può spiegarsi come un legittimo tentativo degli operatori finanziari di detenere minore capitale-proprio vincolato a patrimonio-netto (c.d. equity). Si sa, gli intermediari finanziari vivono prestando denaro dove questo possa trovare remunerazione: al contrario, l'attuale normativa internazionale di Basilea II (stessa tendenza anche nell'imminente Basilea III), richiede agli intermediari finanziari di detenere alte percentuali di patrimonio netto commisurate al grado di rischio dell'investimento.
Per questo motivo, proprio perchè i titoli di finanza strutturata scindono il principio che chi vende un titolo è anche chi ne sopporta il rischio, questi strumenti possono essere iscritti a bilancio con una minore percentuale di patrimonio netto.
Se questa tendenza attualmente in corso al ri-acquisto di "titoli tossici" diverrà effettivamente la "regola" nel 2011, lo scenario cui potremo trovarci di fronte sarà più o meno il seguente:
  1. Gli intermediari finanziari renderanno il proprio patrimonio netto zeppo (!) di "titoli tossici";
  2. I "titoli tossici" non saranno più una minaccia finchè i tassi di interesse e le aspettative di inflazione rimarranno bassi e sotto controllo;
  3. I "titoli tossici" si riveleranno una eccelente fonte di profitti.
In una parola, la strategia per uscire dalla crisi potrebbe passare proprio attraverso un "ritorno alla sorgente", lì da dove tutto era iniziato, e provare a modificare quel "codice genetico" che ha consentito a questi titoli di diventare "tossici". Questa strategia, impraticabile fino a qualche tempo fa, potrebbe rivelarsi ora fattibile grazie alla congiuntura economica favorevole, di bassa inflazione e bassi tassi di interesse.

I legislatori dovrebbero dunque chiedersi sotto quali condizioni è possibile mantenere bassa inflazione e bassi tassi di interesse, considerato che in un periodo di fragile crescita economica, le risorse economiche residue potrebbero non consentire ambiziosi piani futuri di aiuti finanziari su larga scala.

Ancora una volta tale questione ci spinge a tornare ancora una volta alla domanda primordiale, di cosa voglia dire allocare efficientemente il capitale...una domanda, i cui tentativi di risposta si perdono nella notte dei tempi.

In questa situazione, l'unico sconfitto sarà la normativa internazionale di Basilea, che - nel tentativo di effettuare una "oculata" distinzione tra strumenti finanziari - finirà per far preferire sistematicamente (!) la finanza-strutturata come modo di patrimonializzazione dei bilanci.

AGGIORNAMENTI
Sabato 22 Gennaio 2011: Prima nessuno voleva quei maledetti "titoli tossici"...ora addirittura le maggiori banche avanzano la proposta al Governo USA di rilevare il ruolo che finora è stato di Freddie Mac e Fannie Mae. Il motivo (vedi grassetto sotto): è una potenziale opportunità di profitto!
New York Times 21/1 "Banks Want Pieces of Fannie-Freddie Pie": "As the Obama administration prepares a report on the future of Fannie Mae and Freddie Mac, some of the nation’s largest banks are offering a few suggestions. (...). Wells Fargo and some other large banks would like private companies, perhaps even themselves, to become the new housing finance giants helping to bundle individual mortgages into securities — that would be stamped with a government guarantee. The banks have presented their ideas publicly through trade groups. Housing industry consultants and people familiar with recent meetings at the Treasury Department say these banks view the government’s overhaul of the mortgage market as a potential profit opportunity. (...). One trade association, the Mortgage Bankers Association, has suggested to the Treasury Department that the government might want to auction off Fannie and Freddie’s assets, including their brands and their mortgage data, to private companies".


Lunedi 14 Febbraio 2011: CNBC 14/2 "Hedge Funds Are Buying More Muni Bonds" sostiene che molti hedge funds stiano investendo su obbligazioni municipali (città, governi regionali e altre organizzazioni pubbliche). La motivazione? La combinazione di elevati rendimenti e il basso o inesistente rischio di fallimento.
La vera novità è che gli investitori sembrano attenti a selezionari quei titoli che abbiano particolari caratteristiche, come per esempio che generino ritorni su periodi di tempo molto limitati (p.e. pochi mesi), piuttosto che titoli che garantiscono un flusso basso ma continuo di denaro su scadenze annuali o decennali.
Vedi: "A spike in yields and a desire to diversify portfolios is prompting some unusual investors to jump into the municipal bond market, say traders and analysts. (...) The attraction: a combination of high yields and a relatively low long-term risk of default. States aren’t permitted to file for bankruptcy, and municipalities, which have access to Chapter 9 of the bankruptcy code, only rarely do. (...) These conditions appear to be paving the way for a new crowd of savvy institutional investors. Hedge funds and other sophisticated investors are making “opportunistic trades,” he added. “They’re not buying the whole market. They’re buying particular bonds, looking for big-win situations.” A big win for these investors, Fabian said, would be a bond that generated outsize returns for a short period of time, like a few months or a year—rather than a bond that provided slow and steady gains over years or even decades".
 
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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