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venerdì 7 gennaio 2011

Parola di Tremonti: "Crisi? Sconfitto il mostro, ne spunta un altro".


Cosenza (Italy), 7 Gennaio 2011

In Italia hanno avuto grande enfasi le parole pronunciate ieri a Parigi dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti a proposito dell'attuale stato della crisi internazionale, ma delle sue parole non trovo traccia nella stampa internazionale di lingua inglese e tedesca.
In un articolo de IlSole24Ore di oggi "Tremonti: la crisi non è finita" vengono riportate le sue parole esatte: "La crisi non è finita, siamo in un'area grigia e la speculazione è ancora tra noi.  Stiamo affrontando una crisi che assomiglia a un videogioco. Quando pensiamo di aver sconfitto il mostro, ne spunta un altro". Il Ministro aggiunge che alcuni paesi "hanno salvato le banche e con esse la speculazione", cosicchè il risultato "è che siamo tornati quasi al punto di partenza".

Insomma, ciò che finora si è ottenuto dopo mesi e mesi di interventi pubblici nell'economia, sarebbe aver salvato le banche, ma con esse anche la speculazione...un'interpretazione abbastanza insolita, perchè crea il dubbio sull'origine della presunta speculazione.

Attenzione dunque a non cadere nella "caccia alle streghe": non basta che i prezzi delle materie prime salgano alle stelle per affermare che ci sia speculazione in atto. Chi cade in questo errore, finisce per imporre misure "draconiane" ai mercati finanziari, come per esempio il limitare l'estensione dell'uso di titoli derivati. Un esempio è contenuto nell'articolo CNBC 7/1 "Are Speculators Adding to World Hunger?", dove però si chiarisce che per ogni titolo derivato acquistato ce ne deve essere uno di pari valore venduto. Dunque, se i prezzi dei beni salgono, non è colpa della compravendita di titoli derivati, ma evidentemente di una cattiva allocazione del capitale.


Una cattiva forma di allocazione dle capitale è certamente il "pompare" denaro nell'economia, poichè distorce i prezzi dei titoli sui mercati finanziari...

Non è un caso che il Segretario del Tesoro USA Geithner nel frattempo mette in guardia da una bancarotta degli USA se il Parlamento dovesse deliberare la possibilità di aumentare il debito pubblico statunitense oltre la quota attualmente fissata a 114.1 Miliardi di Dollari USA (vedi DIE WELT 7/1 "Finanzminister Geithner warnt vor Pleite der USA": "US-Finanzminister Timothy Geithner hat den US-Kongress mit drastischen Worten vor einer Zahlungsunfähigkeit der USA gewarnt, um die Abgeordneten zum Absegnen einer neuen Schuldengrenze zu bewegen. Die USA könnten bereits vor dem 31. März die gesetzlich festgelegte Obergrenze für den Schuldenberg erreichen, erklärte Geithner. Selbst eine kurzfristige oder begrenzte Zahlungsunfähigkeit hätte katastrophale wirtschaftliche Folgen, die für Jahrzehnte anhalten würden und die Konsequenzen der Finanzkrise übertreffen könnten, mahnte Geithner").

Ho trovato un recente grafico in cui si mettono a confronto le scadenze del debito pubblico europeo e statunitense nel 2011 (fonte FAZ): come si può agevolmente vedere, i pagamenti a carico degli USA - espressi in miliardi di Euro - supereranno in media quelli dei paesi europei, a partire dalla seconda metà del 2011.

Im Schuldenrausch: Staaten und Banken überfluten den europäischen Anleihemarkt

A questo punto ripropongo nuovamente la domanda me fatta in questi ultimi mesi di post su LEAF: non è che occorra cambiare la medicina per curare la crisi, invece che aumentarne ogni volta la dose?

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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