Cosenza (Italy), 13 Gennaio 2011
In un interessante studio di Wellenreiter-Invest ripreso su FAZ del 13/1 "Euro-Schuldenkrise, Irland und Griechenland in kritischer Lage", si provano a calcolare i tassi di interesse massimi, sopportabili dalle principali economie europee. In altre parole ci si chiede qual è il massimo tasso di interesse sopportabile da uno Stato prima che questo diventi del tutto insolvente.
Il "tasso di interesse limite" viene così definito: nel momento in cui uno Stato paga il 30% o più delle proprie entrate fiscali solo per interessi sul debito, aumenta il pericolo di bancarotta. Ad un livello superiore al 40% si raggiunge un "punto di non ritorno", ovvero la probabilità di una ristrutturazione del debito e dei conseguenti deprezzamenti di capitale sarebbe inevitabile ("Sobald ein Land 30 Prozent oder mehr seiner Steuereinnahmen alleine für Zinszahlungen aufwenden müsse, nehme die Gefahr eines Staatsbankrotts zu. Bei einem Anteil von 40 Prozent sei sogar ein „Point of No Return“ erreicht, denken sie. In diesem Falle sei eine Schuldenrestrukturierung mit den damit verbundenen Abschreibungen kaum noch zu vermeiden").
Tralasciando ogni considerazione sull'effettivo rigore di tale definizione, lo studio solleva a mio avviso un punto molto importante: se la gran parte delle entrate fiscali finiscono per pagare gli interessi sul debito, certamente la parte di risorse pubbliche disponibili per crescita e investimenti si riduce drasticamente.
In questo senso, la tabella di sotto dimostra come alcuni paesi (come Grecia e Irlanda) avrebbero già superato questo limite, mentre per altri paesi questo limite è ancora molto lontano.
In questo senso, per valutare in linea generale la capacità di un paese di indebitarsi ulteriormente, occorrerebbe andare oltre il tradizionale rapporto debito pubblico/PIL e soffermarsi invece sul rapporto entrate fiscali/pagamenti per interessi.
La tabella di sotto illustra invece il rapporto Debito pubblico/PIL dei principali paesi a fine 2010 (Fonte FAZ).
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.
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