Disclaimer

Licenza Creative Commons
LEAF by Matteo Olivieri is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at matteoolivieri.blogspot.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at http://matteoolivieri.blogspot.com.

Time zones

NEW YORK LONDON ROME TOKIO SYNDEY

Flags

free counters

lunedì 3 gennaio 2011

Ancora sui tassi di interesse FED e BCE nel 2011!


Cosenza (Italy), 3 Gennaio 2011

Tra gli articoli più letti nel mio blog ci sono al momento quelli riguardanti le previsioni sui tassi di interesse, di cambio e di inflazione delle principali economie mondiali.
Già in alcuni post precedenti ho preso una posizione chiara sull'andamento di tali variabili economiche, citando in alcuni casi le fonti che mi sembravano più autorevoli.
Forse l'aspetto più difficile riguarda le previsioni sui tassi di interesse negli USA e in Europa. Le ragioni sono essenzialmente di tre tipi:
  1. Nel corso del 2010, le Banche Centrali dei principali paesi del mondo hanno agito attuando misure non-convenzionali e quindi, la probabilità di politiche monetarie non-attese dai mercati rimane ancora alta nel 2011 (le stesse dichiarazioni di FED e BCE lasciano aperta tale strada). Ciò potrebbe lasciar intuire che i tassi di interesse rimarranno al livello attuale anche nel 2011;
  2. Il sistema bancario internazionale sarà alla ricerca spasmodica di fondi, e ciò potrebbe portare ad un innalzamento del tasso di interesse interbancario, se le banche centrali dei paesi interessati non dovessero provvedere a rifornire di moneta i mercati. Questo bisogno di denaro è spiegabile sia come prolungamento della crisi dell'Euro (vedi per esempio Bloomberg 17/12 "Spain Banks Face 2011 Revenue Drain on Funding Costs"), sia come previsione di un aumento delle insolvenze e bancarotte aziendali nel 2012 (!) (vedi FAZ 14/12 "Hochzinsanleihen, Erst 2012 wieder mehr Ausfälle erwartet"), sia infine come adeguamento anticipato alla futura regolamentazione internazionale di Basilea III, che richiede alle banche di farsi trovare pronte per il 2019, data di introduzione definitiva della nuova normativa di regolamentazione dei bilanci bancari (vedi FAZ 16/12 "Basel III, Banken brauchen bis 2019 mehr als 600 Milliarden Euro";
  3. La fragilità dell'economia mondiale potrebbe suggerire un mantenimento di tassi di interessi stabili per non aggravare ulteriormente il problema delle diseguaglienze tra economie anemiche (per esempio, Europa) ed economie surriscaldate (per esempio, Asia). A far propendere per questa ipotesi è il fatto che negli USA i rendimenti sui Titoli di Stato (tabella 1) sono attesi al rialzo (quindi, perdite patrimoniali sui titoli detenuti in portafogli) mentre le aspettative di inflazione (tabella 2) sono stabili (quindi, non esiston al momento spinte sui prezzi). Se questa ipotesi si dimostrerà vera, si delineerebeb tuttavia uno scenario alquanto pericoloso, perchèle banche centrali sarebbero obbligate a pompare moneta nel mercato ogni qual volta ci siano aspettative di aumento dei rendimenti sui titoli detenuti in portafoglio...una evenienza non sono insostenibile nel lungo periodo, ma anche deleteria poichè le banche centrali verrebbero di fatto private dell'autonomia nella conduzione della politica monetaria.
Tab. 1: Andamento dei rendimenti e previsioni (Fonte FAZ)

Rentenmarkt: Platzt die „Fed-Blase“ am Rentenmarkt?

Tab. 2: Pressione dei prezzi negli USA

Rentenmarkt: Platzt die „Fed-Blase“ am Rentenmarkt?

Nonostante le gravi preoccupazioni sullo stato di salute dell'economia mondiale, probabilmente alla fine la decisione sarà di non modificare i tassi di interesse nè negli USA nè in Europa...forse si tratta di una medicina necessaria, ma non sono davvero sicuro che sia la medicina migliore in assoluto.

AGGIORNAMENTI

Martedi 4 Gennaio 2011: Un altro commento autorevole si aggiunge alla lista di chi non ritiene verosimile un aumento dei tassi di interesse nel 2011. Questa volta la fonte è Jan Hatzius, Capo economista di Goldman Sach's, secondo cui non ci sarà alcuna estensione del programma di QE2, il livello dell'inflazione non sarà causa di apprensioni e i tassi di interesse non verranno modificati prima del 2013 (vedi CNBC 3/1 "Fed Unlikely to Raise Rates Until 2013: Goldman's Hatzius": "The Federal Reserve likely won't add any more stimulus to the economy this year but will probably hold off on raising interest rates until 2013, Jan Hatzius, chief US economist for Goldman Sachs, told CNBC Monday. “As we’ve gotten more optimistic about growth, we’ve taken down the QE2 expectations, we don’t think that beyond the $600 billion that has been announced we don’t think that they will add additional money,” Hatzius said. "In terms of the level of interest rates, we still think that they will basically be at zero in 2011 and probably in 2012 as well," he added. Inflationary concerns aren’t warranted, he explained, especially considering the sluggish growth in jobs. “I find it hard to believe that we’ll get higher inflation, broadly speaking, at a time when we have a 9.8 percent unemployment rate,” he said").

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

Nessun commento:

Posta un commento