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domenica 27 giugno 2010

G-20, verso la riforma del sistema finanziario mondiale?


Cosenza (Italy), 27 Giugno 2010

E' in corso in questi giorni a Toronto (Canada) il summit dei ministri delle principali 20 economie del mondo sul tema della stabilità finanziaria. Sul tavolo delle trattative come tenere sui binari la nascente (?!) ripresa dell'economia globale, senza che deragli in una seconda ondata di recessione.
Il contributo più interessante mi pare venire dal Segretario del Tesoro USA Timothy F. Geithner, il quale ha affermato che al centro di quest'incontro deve esserci la stabilità e la crescita economica!

I principali spunti del suo intervento sono presenti in un articolo del 26 Giugno us di Bloomberg "Geithner Says G-20 Needs Focus on Domestic Demand Not Deficits". In particolare egli sostiene che prima ancora di badare al taglio dei bilanci statali per ridurre i deficit pubblici, gli Stati dovrebbero in realtà proccuparsi di stabilire misure che riducano gli squilibri mondiali. L'accento posto sulla questione è tutt'altro che pura diplomazia delle parole. Il Segretario Geithner sottolinea la necessità di puntare sulla crescita che passi attraverso un aumento della domanda interna, e non semplicemente attraverso le maggiori esportazioni, le quali - per potersi continuare ad avere - richiederebbero una riduzione duratura dei costi di produzione!

Mi sembra un cambiamento di prospettiva importante a livello internazionale, sia pure non esente da rischi: in chiave ottimistica, le parole del Segretario Geithner possono essere lette come un modo per sottolineare che nessuna crescita economica è sostenibile se aggrava le diseguaglianze tra Nord e Sud del mondo! In chiave pessimistica, esse implicano invece un rovescio della medaglia rappresentato da un aumento dell'inflazione domestica, poichè i maggiori consumi e i maggiori investimenti interni possono essere aumentati solo tramite spesa pubblica o (dove possibile!) svalutando il proprio tasso di cambio.

L'articolo inoltre sottolinea come nell'attuale situazione economica, solo paesi come Grecia e Spagna dovrebbero sforzarsi di rimettere a posto i propri bilanci con programmi di riduzione seri delle spese, mentre gli altri (non citati, ndr!) - tra cui molti europei! - dovrebbero piuttosto pensare alla crescita (cfr. "Countries, particularly Japan and others in Europe, need to do more to boost domestic demand instead of just looking for ways to slash their budgets, Geithner said at a press conference in Toronto. China has already adopted such growth-oriented policies, while the U.S. is doing its part to rebalance the global economy by boosting national savings and investment, he said")!

La mia impressione è che il Segretario USA abbia ben chiara la situazione economica a livello mondiale, e sappia usare le giuste parole per far capire a tutti gli Stati del G-20 che occorre pensare a schemi di sviluppo che non vadano a discapito di altri. Nonostante ciò, riuscire a convincere i membri del G-20 che esiste un'altra strada al «mors tua, vita mea», sarà senz'altro un'impresa ardua!

Tre notizie mi sembrano al riguardo di notevole importanza:
  1. Nell'articolo Bloomberg del 25 Giugno "States of Crisis for 46 Governments Facing Greek-Style Deficits", si sostiene che 46 dei 50 paesi degli Stati Uniti soffrono degli stessi problemi di elevato indebitamento di Spagna e Grecia. La California (patria della Silicon valley e Stato americano col rating peggiore, ndr) non è in nessun modo paragonabile alla Grecia - si sostiene nell'articolo - ma alla fine dovrà agire come la Grecia: tagliando la spesa e aumentando le imposte!
  2. Nell'articolo Bloomberg del 27 Giugno "China Expects Yuan Reform, Debt Crisis to Impact Exports", si conferma la mia analisi: secondo ufficiali del Governo Cinese, a seguito dello sganciamento dello Yuan dal Dollaro (sempre che sia effettiva!, ndr) le esportazioni cinesi diminuiranno con conseguente aggravamento della situazione del debito europeo e di maggiori costi a livelo mondiale (cfr. "China’s pledge for a more flexible yuan will slow the nation’s exports this year, adding to difficulties that include the European debt crisis and rising costs, a Chinese government official said");
  3. Nell'articolo CNBC del 25 Giugno "Top Official: Europe Has Run out of Deficit Spending" si sottolinea il commento del Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso, secondo cui l'Europa non ha più sazio per spendere tramite indebitamento (c.d. deficit spending). I paesi europei con maggiori deficit - continua il commento del Presidente Barroso - dovrebbero essere quelli a rientrare prima a livelli accettabili di spesa. In particolare: "Europe has no more room to spend through increased budget deficits, European Commission President Jose Manuel Barroso said on Thursday, stressing fiscal consolidation was necessary to rebuild confidence for growth".
In questa fase occorre essere estremamente prudenti: una crescita economica senza diseguaglianze è in generale possibile; occorre tuttavia evitare di cadere nella facile conclusione che essa debba necessariamente e fatalmente passare per maggiori livelli di inflazione!

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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