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lunedì 14 febbraio 2011

Soluzioni per uscire dalla crisi: tutti rimandati a Settembre?


Cosenza (Italy), 14 Febbraio 2011

Ho letto un allarmante articolo CNBC 14/2 "Clothing Prices to Rise 10% Starting in Spring", in cui si sostiene che il prezzo dell'abbigliamento comincerà a salire di circa il 10% nei prossimi mesi.
Nulla di nuovo, potrebbe dire qualcuno, visto che da più parti si mette in guardia dal tendenziale aumento dei prezzi a livello mondiale. Effettivamente la notizia non è nuova, almeno finchè non si prova a riflettere che in un clima di diffusa stagnazione economica ed elevata disoccupazione nelle economie occidentali, un aumento dei prezzi potrebbe scoraggiare ancor di più gli acquisti e quindi, la domanda interna.
Forse la notizia del giorno potrebbe essere piuttosto questa: nel tentativo di salvare dal baratro le proprie economie, i governi di tutto il mondo si sono spesi in programmi di incentivi ed agevolazioni domestiche, dimenticando che un'altra ondata di crisi potesse venire dall'esterno (c.d. inflazione importata). Così, come in un castello di carte, se un Governo avesse difficoltà a reperire risorse utili a sostenere la propria economia, allora gli effetti della crisi verrebbero esportati altrove.

Qui di seguito la tabella mostra il livello della curva dei rendimenti USA (c.d. yield curve) all'11 Febbraio 2010 e alla stessa data del 2011 (sopra), e il livello del tasso di cambio Euro/Dollaro USA al 14 Febbraio 2011 ed alla stessa data del 2010 (sotto), e le conclusioni sembrano abbastanza evidenti: sia l'uno che l'altro si trovano praticamente allo stesso livello dell'anno scorso.

Che cosa può voler dire tutto ciò? A mio avviso due cose:
  1. La FED non è riuscita a modificare le aspettative dei mercati, in termini di tassi di interesse e tassi di inflazione, nonostante i programmi di QE1 e QE2;
  2. L'economia statunitense non ha tratto sostanziali benefìci - in termini di maggiori esportazioni - dalle oscillazioni del tasso di cambio.
Questo secondo punto è reso poi manifesto dal recente articolo di stampa del Wall Street Journal 14/2 "White House Expects Deficit to Spike to $1.65 Trillion", secondo cui il deficit federale è addirittura aumentato al maggior livello di sempre...altro che "politica del Dollaro debole" per aiutare le esportazioni e l'uscita dalla crisi.

Insomma, i programmi faraonici si aiuto alle economie hano di fatto ottenuto magri risultati. Occorre forse rimandare i nostri politici a studiare?

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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