Cosenza (Italy), 19 Luglio 2011
La EBA-European Banking Authority ha pubblicato i risultai del nuovo stress-test sui bilanci delle banche europee, per valutare l'esposizione a crediti di paesi a rischio di insolvenza.
I risultati, visibili a questo link paese per paese, mostrano come le banche europee siano - in generale - poco indebitate nei confronti di c.d. paesi PIGS (cioè, Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) e, pertanto, poco esposte a rischi di insolvenza per il credito prestato.
Maggiore risulta invece (ovviamente, !) la percentuale di titoli italiani detenuti in bilancio e, pertanto, si comprendono le preoccupazioni dovute alle recenti turbolenze che hanno interessato l'Italia.
A supporto di ciò, cito l'articolo FAZ 18/7 "Wer finanziert die Schuldenstaaten?", in cui si confermano le mie affermazioni:
Die umfangreichen Datensätze, welche die Europäische Bankenaufsicht EBA am Freitag im Rahmen der Banken-Stresstests veröffentlicht hat, geben erstmals detaillierte Auskunft darüber, welchem Risiko die einzelnen deutschen Banken in der europäischen Schuldenkrise ausgesetzt sind. Das Fazit: Die deutschen Banken hielten vor sechs Monaten, Ende 2010, relativ wenige griechische Staatspapiere mit kurzen und mittleren Restlaufzeiten. Dies erklärt, warum eine Beteiligung der Banken an einem zweiten Rettungspaket für Griechenland nicht annähernd zu dem „substantiellen“ Beitrag führen kann, den sich das Bundesfinanzministerium ursprünglich vorstellte. Irische Anleihen haben deutsche Banken kaum in ihren Büchern, oder sie sind weitgehend abgeschrieben. Im Falle Portugals drohen größere Risiken - ganz zu schweigen von Italien oder Spanien.
Uno sguardo più attento alla situazione italiana rivela come le banche italiane detengano per la maggior parte - nei loro bilanci - titoli del debito pubblico italiano, mentre le principali banche europee vantano crediti nei confronti delle banche italiane (p.e. vedi grafico qui sotto, con la quota riferita alle banche tedesche).
La situazione che si è venuta a creare è molto "interessante": se il Governo italiano non tiene in ordine la finanza pubblica, le agenzie di rating sono costrette a declassarne il giudizio di affidabilità, cosa che a sua volta provoca effetti negativi (in termini di perdite patrimoniali) prima sulle banche italiane, detentrici di titoli di debito pubblico italiano, e poi sulle banche straniere, che vantano crediti nei confronti delle banche italiane.
Una situazione potenzialmente esplosiva, che rischia di "risucchiare" nel vortice anche altri governi europei. A quanto pare, tenere in ordine i conti pubblici italiani non è più un semplice affare "interno".
Sarà questo il motivo per cui ora anche le banche tedesche sono sotto pressione (cfr. grafico qui sotto, fonte FAZ: Costo dei Credit Default Swaps su selezione di obbligazioni bancarie tedesche e francesi)?
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.
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