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giovedì 21 luglio 2011

Giovedi nero a Bruxelles: alcune proposte per salvare l'Euro!


Cosenza (Italy), 21 Luglio 2011

Oggi è il nuovo grande giorno per l'Euro: a Bruxelles è fissato un incontro straordinario tra i capi di Stato e di Governo europei per decidere un nuovo pacchetto d'aiuti alla Grecia, e discutere la situazione generale dell'Euro.
L'appuntamento è preceduto da incontri bilaterali, in cui (pare) Francia e Germania hanno già raggiunto un accordo (vedi Bloomberg 21/7 "Merkel, Sarkozy Find Position on Greek Debt"), per fornire aiuto finanziario pari a circa 110 miliardi di Euro (157 miliardi di Dollari) alla Grecia.
A mio avviso, la parte più difficile riguarda a situazione dell'Area Euro nel suo complesso. In un recente articolo di Bloomberg 21/7 "Euro Bonds May Be the Best Bet to Resolve the European Debt Crisis: View" si dice chiaramente che, per esempio, nel caso italiano, ogni aumento dell'1% sul costo del debito richiede tagli aggiuntivi di bilancio pari a circa 19 miliardi di Euro (27 miliardi di Dollari) per stabilizzare il debito. In questa situazione, il rischio è che la recente "manovra finanziaria" italiana con tagli pari a 83 miliardi di Euro possa non essere sufficiente se continuasse ancora l'incertezza sui mercati finanziari oppure, se i tassi di interesse europei continuassero a crescere in fuuro.
It’s hard to overstate how dangerous these developments are for the euro area and the world. Italy’s debts are about three times more than those of Greece, Ireland and Portugal combined. Even one extra percentage point in borrowing costs would require Italy to cut annual spending by an added $27 billion (19 billion euros) to stabilize its debt burden. To get there, Italy would need to roughly double the austerity measures it passed just last week.
Cosa fare? L'Europa sembra essere arrivata al bivio: se aumenta il costo del denaro, la finanza pubblica dei paesi europei soffrirà del maggior debito; se il costo del denaro rimane stabile, il rischio è quello di un'inflazione galoppante, con conseguente distruzione di ricchezza.
In uno scenario così fosco, in molti invocano la "crescita", qualcuno maggiori spese a favore di investimenti, qualcun altro il ricorso ai bond europei o alla politica fiscale comune europea (da realizzarsi attraverso un super-ministro delle finanze europeo con potere di imposizione fiscale comune a tutta l'Europa). Da parte mia, avanzo alcune proposte, concrete e a costo zero:
  • Rivedere i tassi di conversione tra le singole valute nazionali e l'Euro: a suo utempo, per esempio, il Marco Tedesco e la Lira Italiana non sono stati cambiati alla pari contro l'Euro (a differenza di ciò che invece è accaduto tra Marco Tedesco Occidentale e Orientale a seguito della riunificazione tedesca): questa misura provocherebbe una automatica disinflazione italiana e una maggiore inflazione in Germania, consentendo un riallineamento della bilancia dei pagamenti tra paesi europei, vera causa della persistenza di squilibri nella politica fiscale europea;
  • Consentire una maggiore integrazione del sistema finanziario europeo, togliendo qualsiasi vincolo all'esportazione di capitali o limitazioni al credito anche tra paesi europei: chiunque abbia esperienza del sistema bancario europeo, sa che esistono forti costi di transazione tra singoli paesi (p.e. spese di tenuta conto, bolli e tasse su depisiti, ecc), cosa che causa un rallentamento del credito e tentativi di elusione delle imposte;
  • Rompere il circolo vizioso per cui - per esempio - i titoli del debito pubblico italiani devono essere sottoscritti prioritariamente dal sistema finanziario italiano: questo residuato di protezionismo nazionale comporta un maggior rischio sistemico poichè - replicando quell'"abbraccio mortale" che in passato teneva unito il Ministero del Tesoro alla Banca Centrale - comporta che un downgrade del rating sovrano italiano abbia impatti negativi diretti sul patrimonio delle banche italiane, con potenziali effetti a cascata sull'intero settore industriale di una nazione.
Proposte ardue da realizzare, ne sono ben consapevole: ma l'Unione Europea è nata con lo scopo di creare un "progetto comune", non per mantenere in vita i vari particolarismi degli stati nazionali.

AGGIORNAMENTI

Giovedi 21 Luglio 2011: Interessante proposta del capo della DZ-Bank tedesca Wolfgang Kirsch
contenuta nell'articolo Comdirect 21/7 "DZ-Bank-Chef Kirsch für EU-Finanzausgleich", in cui si propone un meccanismo di "perequazione finanziaria" (c.d. Finanzausgleich) permanente tra paesi europei ricchi e poveri, per far fronte alla necessaria stabilizzazione dei mercati. A suo dire, un simile meccanismo manca nell'architettura monetaria europea.
DÜSSELDORF (dpa-AFX) - Die Schuldenprobleme der Euro-Zone können nach Ansicht von DZ-Bank-Chef Wolfgang Kirsch auf Dauer nur mit einem Finanzausgleich zwischen starken und schwachen Staaten gelöst werden. 'Wir sollten konsequent an einem Regelwerk für einen dauerhaften Transfermechanismus zwischen den Ländern der Euro-Zone arbeiten - analog zum deutschen Länderfinanzausgleich', schreibt Kirsch in einem Gastbeitrag für das 'Handelsblatt' (Donnerstag). 'Ein solchermaßen dauerhaft angelegtes Regelwerk wäre ein essenzieller Beitrag zur Stabilisierung der Märkte. Es ist der fehlende Baustein in der Verfassung des Hauses Europa.'Ein solcher europäischer Finanzausgleich brauche zwei wesentliche Elemente: 'Zwischenstaatliche Transferleistungen werden in den jeweiligen Landesverfassungen mit der Einführung einer Schuldenbremse nach deutschem Vorbild verbunden.' Zudem macht sich Kirsch für die Einführung von Eurobonds stark, also gemeinsam von den Euro-Staaten ausgegebene und garantierte Anleihen. 'Danach kann sich jedes Land bis zu einer Verschuldung von 60 Prozent seines BIP mit einer Garantie des restlichen Euro-Raums refinanzieren', schreibt Kirsch. 'Zusätzliche Schulden müssen ohne diese Garantie finanziert werden, Regelverstöße konsequent mit Sanktionen belegt werden.'
Die aktuellen Probleme vor allem in Griechenland und Portugal werde die Staatengemeinschaft, von der vor allem Deutschland in den vergangenen Jahrzehnten profitiert habe, nur mit zwei Schritten in den Griff bekommen: 'Wir müssen diesen Ländern helfen, ihre Schulden zu reduzieren und die Fehler der Vergangenheit zu bereinigen.' Das sei nicht nur Aufgabe der Finanzbranche, sondern der europäischen Gesellschaft insgesamt. 'Wenn wir alle den Nutzen aus der Euro-Zone tragen, tragen wir auch gemeinsam die Lasten', schreibt Kirsch./ben/DP/stw
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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