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venerdì 16 luglio 2010

Ouverture: quello che i mercati finanziari eseguiranno in futuro!


Vienna (Austria), 16 Luglio 2010

Ho selezionato alcuni articoli in cui mi sono imbattuto di recente, e che mi sembra vadano nella direzione da me segnalata in precedenti post:
  • USA_15 Luglio 2010 CNBC, "Fed Discussed Steps to Bolster Sputtering Recovery": nell'articolo si segnala un recente studio della FED, in cui si sostiene tra l'altro che nei prossimi mesi si avrà un taglio nelle previsioni di crescita dell’economia USA, un aumento dei rischi connessi alla fragilità dell’economia, e la necessità di esplorare nuove misure per fronteggiare la crisi. La FED si si dice pronta con altre opzioni, che tuttavia (!) ripropongono su vasta scala misure già intraprese, come obbligazioni date in garanzia, maggiore debito governativo, minori tassi bancari per prestiti di emergenza da parte della FED, e infine un programma per concedere credito a imprese e privati per accelerare i consumi e la spesa nel tentativo di rilanciare l'economia (cfr."They could revive programs to buy mortgage securities or government debt. They could lower the rates banks pay for emergency Fed loans. The Fed also could create a new program to spark more lending to businesses and consumers in a bid to lure them to ratchet up spending and grow the economy"). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): bassi tassi di interesse, creazione di nuovo debito. 
  • Giappone_15 Luglio 2010 CNBC, "World at Risk of Folding in on Itself: Deputy Doom". Nell'articolo Arun Motianey, Direttore del Fixed Income Strategy a Roubini Global Economics sostiene che l'economia mondiale è a rischio se non sarà in grado di risolvere le minacce di inflazione e di inflessibilità dei tassi di cambio (cfr. "The global economy is at risk of folding in on itself unless policy makers face up to the threat of inflation and exchange rate inflexibility"). Motianey poi sostiene che molti paesi stanno oppnendo resistenze a variazioni nei variazioni nei tassi di cambio  (cfr."The global rebalancing mechanism through flexible exchange rates is not working as well as it should," Motianey said. (...). Many emerging markets are resisting changes in nominal exchange rates. Higher inflation is causing some correction in real terms but it is too little and may turn out to be too late," he added"). Per quanto riguarda il Giappone, questi ha rivisto al rialzo le proprie stime di crescita e ha confermato la propria volontà di mantenere bassi i tassi di interesse (cfr. "The Bank of Japan revised upwards is economic forecast but reiterated it will maintain its easy money policy"). Sempre nell'articolo si dice tuttavia che i mercati finanziari sono diventati intolleranti rispetto ad ulteriori interventi dei governi volti a stimolare l'economia. Per questo motivo, il rischio che si corre è di cadere nella deflazione (cfr. "Financial markets have become intolerant about governments acting as a source of final demand in the developed market," he said. "We are seeing this most dramatically in the European sovereign debt crisis that is now mutating into a European bank crisis. (...). "If we slide into deflation - the likely fate of the developed market - a Japan-style outcome will become inevitable" he said"). L'articolo si conclude sostenendo che la Banca Centrale del Giappone ha perso la capacità di creare inflazione e pertanto è condannata alla deflazione. Altre banche centrali potrebbero essere obbligate a prendere in considerazione l'idea di creare maggiore inflazione prima che sia troppo tardi (cfr "In Japan, the BoJ has lost the ability to create inflation and is condemned to deflation. Central banks may now need to talk about the necessity of inflation...before it is too late."). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): Deflazione, bassa crescita economica, bassi tassi di interesse.
  • Cina_16 Luglio DIE WELT "China will auch in Zukunft dem Euro vertrauen". Nell'articolo si sostiene che la Cina continuerà ad investire in Euro. L'articolo ripropone alcune dichiarazioni in occasione della visita di Stato della Cancelliera Tedesca merkel, e che nè la Cina nè la germania possono sentirsi in colpa per la quota di esportazioni rispetto al commercio estero. Per questo motivo, nè la Cina nè la Germania sono intenzionate a indebitarsi ulteriormente per far crescere la quota di importazioni in maniera artificiale (cfr. "Die internationale Kritik an den Exportüberschüssen sowohl von China als auch von Deutschland wiesen Wen und Merkel gleichermaßen zurück. Wen sagte: „China und Deutschland sollte man nicht beschuldigen, sondern würdigen.“ Merkel erklärte, es handele sich um zwei Länder mit starker Realwirtschaft. „Deutschland ist stolz auf seine Wettbewerbsfähigkeit (...) Wir halten nichts davon, Importe künstlich zu befördern und uns dafür weiter zu verschulden.“ China und Deutschland stimmten darin überein, die Haushaltsdefizite nicht weiter wachsen zu lassen."). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): Esportazione di deflazione, discesa dei prezzi alla produzione, bassi tassi di interesse.
  • Europa_16 Luglio Wall Street Journal "What’s Really Going On With the Euro?": nell'articolo si sostiene che mentre molti analisti sostenengono che entro l'anno l'Euro raggiungerà la parità col dollaro, ancora non riescono a spiegarsi come mai mai esso continui ad apprezzarsi considerato che l'attenzione internazionale si è spostata ultimamente verso il Dollaro e gli Stati Uniti (cfr. "Indeed, the currency bears at French bank BNP Paribas expect the euro to fall to parity with the dollar next year. By their logic, the euro has to weaken further in order to make European exports cheaper in the global marketplace and help juice the region’s recovery. And it’s important to note that despite the debt crises that threatened to roll across Europe in the first half of this year, the euro is still above its 10-year average of $1.20. In other words, it’s not even that weak to begin with. But bank analysts are starting to get nervous about the euro’s resilience given how much the market’s focus has shifted to the U.S. economy lately"). Inoltre, nell'articolo del 15 Luglio CNBC "French PM: Debt Crisis Not Because of Euro", si riporta il parere del Primo Ministro Francese Fillon, secondo cui non c'è ragione di temere l'Euro e invita investitori e imprese giapponesi di non temere l'Euro (cfr. "Fillon also implored Japanese companies and investors not to shun the euro"). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): deprezzamento dell'Euro (aumento di debito e inflazione) secondo i mercati, apprezzamento dell'Euro (aumento di esportazioni e bassi tassi di interesse) secondo le dichiarazioni ufficiali.
E' chiaro che ermerge una dicotomia tra quanto le istituzioni internazionali dicono e quanto i mercati finanziari si aspettano. Amio avviso il tutto si può schematizzare come segue:
  • I governi continuano a ritenere che occorre stimolare la domanda interna attraverso i consumi: necessità di maggiore inflazione interna e conseguente deprezzamento/svalutazione della propria  moneta;
  • I governi continuano a ritenere che l'uscita dalla crisi passi attraverso le maggiori esportazioni: necessità di una deflazione interna per sostenere le esportazioni (cioè, minore costo interno del lavoro, o minore costo delle importazioni) e conseguente tendenza all'apprezzamento del tasso di cambio.
Ovviamente, si tratta di contraddizioni che non mancheranno di causare altre turbolenze sui mercati.
  • Se la  Cina investisse in un Euro destinato a deprezzarsi, incorrerebbe in una serie di deficit che costringerebbero a creare maggiore debito e inflazione interna...così facendo non potrebbe raggiungere gli obiettivi prefissatisi;
  • Se gli USA decidessero di stimolare ad ogni costo la domanda interna, creerebbero le premesse per una maggiore inflazione e conseguentemente, accelererebbero il momento in cui sarà necessario aumentare i tassi di interesse;
  • Se l'Euro continuasse ad apprezzarsi, diverrebbe molto più difficile risanare le finanze pubbliche, dato che il costo del debito in termini reali (!) diverrebbe molto maggiore!
Poichè è impensabile uscire dalla crisi ipotizzando maggiori dosi di debito (inflazione) o attraverso la diminuzione continua dei costi di produzione (esportazioni/deflazione), lo scenario di lungo periodo che - a mio avviso - si delinea all'orizzonte è:
  1. USA: ancoraggio al dollaro delle principali valute internazionali;
  2. Europa: rinegoziazione del Patto di Stabilità e Crescita/revisione dei tassi irrevocabili di conversione all'Euro; 
  3. Cina: transizione all'economia di mercato; crollo del sistema socialista.
 Matteo Olivieri
>> Le indicazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire!

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