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sabato 12 maggio 2012

A proposito del concetto di equità fiscale


A questo link è possibile leggere un mio nuovo articolo, intitolato "A proposito del concetto di equità fiscale", apparso sulla rivista "Il Sileno Onlus" lo scorso 10 Maggio.

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

giovedì 22 marzo 2012

Petizione Popolare per richiedere vere liberalizzazioni dell’economia italiana


Marzo 21, 2012

Sig. Primo Ministro
I cittadini italiani non sono in questo momento liberi di pagare le utenze per come essi preferiscono. Una intricata rete di cartelli tra imprese che gestiscono i sistemi telematici di pagamento fa sì che per ogni bolletta il cittadino debba necessariamente pagare – a titolo di commissione – importi che variano da gestore a gestore e a seconda della tipologia di pagamento prescelta.
Alcuni esempi:

Pagamento presso banca: 2.20 Euro
Pagamento presso posta: 1.10 Euro
Pagamento presso ricevitoria Sisal (contante): 1.55 Euro
Pagamento presso ricevitoria Sisal (bancomat): 2.55 Euro
Pagamento presso sportello bancario convenzionato Sisal (uno per provincia): Gratuito

Le commissioni di pagamento non devono essere intese né come la regola e neppure come l’eccezione, ma come un’anomalia del sistema italiano: infatti, in altri paesi europei il pagamento di qualsiasi utenza non comporta ulteriori esborsi a titolo di commissioni, per come logica lascia intuire nel caso di movimentazione di denaro mediante bonifico.

Tali commissioni, oltre a costituire una illogicità, finiscono per rappresentare una grave violazione del principio democratico, poiché di fatto discriminano tra cittadini di diverse aree geografiche e forme di pagamento tra loro equivalenti, e incentivano l’uso di denaro contante anziché di moneta elettronica.

Il decreto sulle liberalizzazioni, di cui il Suo Governo si è fatto promotore, non contempla interventi volti a sanare questo abuso, alla cui gravità e urgenza si intende dar voce. Per tale motivo, Le chiediamo di intervenire per ristabilire giustizia.

Con i segni della più alta stima,

Dr. Matteo Olivieri, Università della Calabria

I dati personali forniti all’atto della compilazione della richiesta saranno trattati in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati. Essi vengono raccolti e utilizzati secondo le norme del Decreto Legislativo n. 196/2003 ("Codice in materia di protezione dei dati personali"). Titolare del trattamento è il Dr. Matteo Olivieri, Laboratorio di Geografia “Cesare Saibene” – Università della Calabria, Ponte Bucci Cubo 4B, 87036 Rende (Italia). Per esercitare i diritti previsti dall'art. 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali, per avere ulteriori informazioni sulle modalità di raccolta e utilizzo dei dati personali, per domande e suggerimenti, oppure per modifica o soppressione dei dati contatta il Dr. Matteo Olivieri (molivieri@unical.it). I firmatari autorizzano la diffusione del proprio nominativo sul sito internet http://matteoolivieri.blogspot.com/.

La petizione è online dal 22 Marzo (ore 00:00 AM) al 1 Maggio 2012 (11:59 PM).

[Segue] Lista firmatari

1.      Avv. Roberto Ivo Crespi, Foro di Monza

sabato 21 gennaio 2012

Liberalizzazioni all'Italiana: polpette avvelenate.


Mentre la Banca Mondiale prevede un anno turbolento per l'economia mondiale (leggi qui), che - per l'Italia - si sostanzierà in una recessione sia per il 2012 che per il 2013, il Governo Italiano da il via ad una serie di liberalizzazioni (leggi qui), volte a introdurre «riforme strutturali per la crescita» (vedi qui).

© The World Bank

Nella conferenza stampa di presentazione delle misure adottate (vedi tabella sotto), il Primo Ministro ha spiegato l'inadeguato sviluppo dell'Italia riferendosi a tre cause:
  • Insufficiente concorrenza;
  • Inadeguatezza delle infrastrutture;
  • Semplificazione delle procedure amministrative.

Personalmente, non vedo come da queste misure possa derivare crescita economica. Per quattro motivi:
  1. Per alcune misure, la determinazione di regole precise viene rinviata al successivo giudizio di un'"Autorità" (trasporti; energia);
  2. Per alcuni settori economici protetti (farmacie, notai), viene aumentato il numero di "licenze", ma non si risolvono i problemi di cartello: non è aumentado l'offerta che si crea maggiore domanda, se i prezzi di mercato rimangono artificiosamente alti;
  3. Per determinati contratti (tra aziende, mutui) vengono "introdotte" misure in realtà già esistenti (arbitrati; assicurazioni sui mutui);
  4. Per i servizi professionali viene abolita la tariffa minima e richiesto l'obbligo di un preventivo...chiunque sa che si tratta di norme di facciata, perchè quando ci si rivolge ad un professionista è lui a fissare la parcella.
Per quanto riguarda le altre misure (il documento del Governo è di 117 pagine), rinvio all'articolo de La Repubblica 21/01/2012 "Gas, farmaci, professionisti, trasporti ecco i voti alle misure del piano Monti".

Matteo Olivieri
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giovedì 19 gennaio 2012

Il perfezionista.


Formalmente, nella riunione BCE del 3 Gennaio 2012 c'era stata una chiara "Attribuzione delle competenze ai membri del Comitato esecutivo della BCE", ma nella pratica ognuno fa come vuole...
Prendete il caso del tedesco Jörg Asmussen, catapultato nel Direttorio della BCE al termine di un intricato gioco politico franco-tedesco ai danni di Lorenzo Bini Smaghi, costretto alle dimissioni. Ebbene, secondo il comunicato stampa,
Jörg Asmussen assume la competenza per l’area Relazioni internazionali ed europee. Oltre che nei vertici internazionali, egli rappresenta la BCE negli incontri del Gruppo di lavoro dell’Eurogruppo e del Comitato economico e finanziario e partecipa insieme al Presidente o al Vicepresidente alle riunioni dell’Eurogruppo, dell’ECOFIN e dei capi di Stato o di governo a livello di UE e di area dell’euro. In aggiunta, a Jörg Asmussen fanno capo Servizi legali, Progetto per la nuova sede della BCE e Rappresentanza permanente a Washington D.C.
 Invece è di oggi la sua dichiarazione secondo cui il programma di acquisto di bond governativi da parte della BCE non è eterno (vedi CNBC 19/1 "Bond Buying Program Not Eternal: ECB's Asmussen").
Qualcuno potrebbe affermare che è nel potere di ogni membro BCE rilasciare dichiarazioni, o che, in fondo, dichiarare che nulla è eterno è un'affermazione ininfluente...ma questa dichiarazione esula dal suo campo d'intervento, e vincola un intero Direttorio.
Quanto poi al fatto che il programma non sia "eterno" ho i miei dubbi, considerando quanto di simile la Bank of Japan sta realizzando ormai da decenni per evitare la deflazione giapponese. Sul fatto invece che si tratti di un metodo efficace per risolvere la crisi, ho già espresso i miei dubbi.

Matteo Olivieri
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sabato 14 gennaio 2012

Ondata di declassamenti nei rating europei: a rischio anche l'EFSF?


Venerdi sera, a mercati europei chiusi, arriva la notizia Standard & Poor's ha rivisto al ribasso il giudizio di credito di 9 paesi europei. In particolare, quello di Francia e Austria è stato abbassato di un gradino a AA+, mentre quello di Italia, Spagna, Portogallo, e Cipro di ben due gradini, rispettivamente a BBB+, A, BB, BB+. Nel caso di Malta, Repubblica Slovacca e Slovenia si è trattato di un gradino, rispettivamente a A-, A, A+. Le prospettive economiche sono per tutti "negative" (Fonte: FAZ e Standard & Poor's):
Frankreich und Österreich sind nach dem Urteil der Ratingagentur „Standard & Poor’s“ keine erstklassigen Schuldner mehr. Die Agentur senkte am späten Freitagabend die Bonität beider Länder wie erwartet von AAA auf die zweitbeste Bonitätsstufe AA+. Schon zuvor hatten die Regierungen Frankreichs und Österreichs den bevorstehenden Verlust der besten Bonitätsnote AAA bestätigt. Die Bonität von Italien, Spanien, Portugal und Zypern wurde von der Ratingagentur gleich um zwei Stufen herabgestuft; Malta, die Slowakei und Slowenien büßten eine Stufe ein. Deutschland hingegen behält vorerst seine Top-Bonität AAA - mit stabilem Ausblick.
All'indomani di questa decisione, non rimane che riflettere sugli effetti che questa decisione avrà sull'economia reale, considerati i vincoli patrimoniali (cfr. Basilea II) cui gli intermediari finanziari devono sottostare.
In particolare, come si vede dal grafico qui sotto, il nuovo rating attribuito ai titoli di debito pubblico italiani, causerà un aumento della ponderazione delle riserve patrimoniali iscritte nei bilanci aziendali a cpertura del rischio del credito. In altre parole, se fino ad ora si doveva calcolare un 20% a titolo di garanzia di "rischio sovrano", da adesso la ponderazione passa al 50%. Ciò vorrà dire che maggiore liquidità sarà necessaria per detenere gli stessi titoli di debito pubblico italiani...vendite di massa in vista?
Nel caso della Francia, si stima che il taglio del rating comporterà un maggior fabbisogno di liquidità pari a 2 miliardi di Euro all'anno (Fonte FAZ).
Nach Angaben aus dem französischen Wirtschaftsministerium dürfte die Herabstufung dem Land Mehrkosten von zwei Milliarden Euro pro Jahr bescheren. S&P hatte jüngst allerdings betont, dass es keine systematische Korrelation zwischen dem Rating eines Landes und den Zinsen gebe, die es an den Finanzmärkten zahlen müsse.
Rimane inoltre da capire quali saranno le conseguenze sul Fondo Europeo Salvastati (c.d. EFSF), il cui attuale rating AAA, dipendeva fortemente da uguale rating di Francia e Germania. Per esempio, questo articolo CNBC 13/1 "S&P Downgrades Likely to Hit Europe Rescue Fund" propende per uno scenario negativo:
Standard & Poor’s warned in December that it might cut the rating of the rescue fund if any of the guarantors had its rating cut. “We could lower the long-term credit rating on EFSF by one or two notches if we were to lower the triple-A sovereign ratings, which are currently on Creditwatch, on one or more of EFSF’s guarantor members,” S&P said in a statement on Dec. 6. It’s unlikely that the EFSF will be able to maintain its triple-A status after the downgrades. The only way for it to do so would be for the four triple-A countries remaining to increase the size of their guarantees — something everyone agrees is unlikely. A downgraded EFSF would have to issue bonds rated below triple-A, which would diminish the firepower of the rescue fund and make its bonds more expensive for beneficiaries.
Comunicato stampa completo di Standard  & Poor's rinvenibile al seguente link (Fonte Reuters).

AGGIORNAMENTI

Lunedi 15 Gennaio 2012: Ecco la conferma da parte di Standard&Poor's: anche il rating sul Fondo Europeo Salva Stati, c.d. EFSF, verrà rivisto a meno che venga ridotta l'ampiezza del programma oppure non vengano aumentate le garanzie da parte dei paesi con rating AAA (cfr CNBC 15/1 "Euro Rescue Fund Will Have to Be Modified: S&P".
The credit ratings downgrade by Standard and Poor's of nine euro zone countries, including France and Italy, will likely lead to changes to the European Financial Stability Facility (EFSF), the Chairman of the sovereign debt committee at Standard and Poor's told CNBC on Monday.
"(The EFSF's credit rating) rests on the guarantees of its member states, including the Triple-As, so either the vehicle will have to have its lending program scaled back or the guarantees of the remaining Triple-A members will have to be increased or cash buffers will have to be introduced," John Chambers said.
Martedi 16 Gennaio 2012: Alla fine è arrivata anche la notizia del declassamento del Fondo Eurpeo Salva Stati (c.d. EFSF) da parte di Standard & Poor's (vedi CNBC 16/1 "S&P Downgrades Euro Zone Rescue Fund by One Notch"). A questo punto non rimane che aspettare le contromosse dei governi europei...
Rating agency Standard & Poor's said Monday it has downgraded the creditworthiness of the euro zone's rescue fund by one notch to AA+, putting the fund's ability to raise cheap bailout money at risk. [...] Moody's and Fitch, the other big two rating agencies, still have the EFSF at triple-A, meaning that it would count as a top-notch investment for most funds. But analysts warn that further downgrades are likely soon. Once another big agency cuts the EFSF's rating, the euro zone faces a stark choice. Either the fund starts issuing lower-rated bonds — and accepts higher borrowing costs — or its remaining triple-A contributors increase their guarantees.
Matteo Olivieri
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venerdì 6 gennaio 2012

Soluzioni per uscire dalla crisi dell'Euro? Meglio non chiedere...


Sulla stampa internazionale vengono ormai identificati con l'unico nome di "Merkozy", ad indacare una ferrea unione di intenti ed una risoluzione totale per tirare l'Europa fuori dalla crisi. Ecco come:
  • La Germania si è fatta già promotrice della proposta di imporre perdite (nella misura del 50%) sui titoli obbligazionari greci detenuti da privati investitori (vedi Bloomberg 27/10 "EU Sets 50% Greek Writedown, $1.4T in Crisis Fight"). E' di oggi invece la notizia che il Governatore della Banca Centrale di Cipro (e membro della BCE) Athanasios Orphanides ha chiesto ai leader dell'Eurozona di abbandonare i "piani di salvataggio" finora approvati per salvare la Grecia, come modo per ricostruire la fiducia nei mercati e abbassare il costo del denaro...come dire: nulla di quanto finora fatto dai leader europei ha senso economico!
European Central Bank policymaker Athanasios Orphanides called for euro zone leaders to abandon plans to make private sector investors help reduce Greece's debts, but his push showed no sign of gaining any traction in Europe's capitals on Friday. Orphanides, who is also the central bank governor of Cyprus, said in a newspaper column that dropping plans to force losses on private sector holders of Greek debt would "help restore trust" in the euro zone and lower the borrowing costs of other governments in the currency union.
  • La Francia chiede di introdurre una tassa sui movimenti di capitale (c.d. "Tobin Tax") per frenare la speculazione internazionale. E avverte: andremo avanti anche da soli (vedi Ruters 6/1 "Monti says Italy backs Tobin tax but urges unity").
France, which is struggling to get Europe-wide backing on the issue, says it wants to take a decision on a financial transaction tax by the end of January and is ready to push ahead with the measure alone even if Germany does not follow suit.
Matteo Olivieri
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domenica 1 gennaio 2012

Tasso di cambio Euro/Dollaro USA: previsioni LEAF per il 2012.


Sulla base delle condizioni dei mercati monetari e finanziari alla data del 31 Dicembre 2011, rappresentate nella tabella seguente, ho elaborato le mie previsioni relative al tasso di cambio Euro/Dollaro USA per l'anno 2012.
  1. Proseguirà l'apprezzamento del Dollaro USA per tutti i prossimi 12 mesi, con una tendenza più marcata a partire dal secondo semestre, nonostante l'ampliarsi del differenziale dei tassi di interesse in Europa. In particolare, si assisterà ad un tendenziale aumento delle posizioni in Dollari detenute dagli intermediari finanziari (c.d. "importazione di capitale") con possibile conseguente restrizione del credito in Europa.
  2. L'importazione di capitale sarà accompagnata da vendita di titoli di Stato europei e causerà un deprezzamento dell'Euro, accompagnato da fenomeni di inflazione e di ulteriore perdita del potere d'acquisto dei consumatori, con conseguente necessità di ulteriore aumento dei tassi di interesse pagati sui titoli di debito pubblico (c.d. government bonds).
Interessante notare che l'Euro è considerato al momento sopravvalutato rispetto al Dollaro USA (vedi grafico qui sotto, fonte FAZ), per cui un suo deprezzamento è considerato plausibile da molti analisti (cfr. FAZ 21/10/2011 "Der Wechselkurs verbirgt die Krise".

A questo punto, la domanda d'obbligo è se sia ragionevole che la BCE continui ad abbassare i tassi di interesse per incentivare i consumi o il credito bancario, o che i governi europei continuino ad aumentare le tasse e a diminuire i costi per riportare in pareggio le finanze pubbliche, o a richiedere nuove capitalizzazioni dei bilanci delle banche per ogni perdita di valore capitale dei titoli obbligazionari detenuti in portafoglio.

AGGIORNAMENTI
Domenica 18 Marzo 2012: Ecco un articolo interessante che pare confermare la tendenza al rialzo del Dollaro, CNBC 16/3 "Dollar Makes Comeback, Helped by Rising Rates".
Strategists say the dollar is poised to strengthen further, and some say it could continue to do so at least until mid-year.
Nonostante i segnali in questa direzione, qualcosa sta "frenando" il Dollaro dall'apprezzamento nei confronti dell'Euro.

Mercoledi 25 Luglio 2012: Un recente articolo apparso su The Financial Times del 23 Luglio, intitolato "Europe losing battle against debt crisis", conferma le mie perplessità sul ruolo della politica monetaria condotta dalla BCE. In particolare:
On the monetary front, the ECB implemented two repurchase agreements totalling €1tn with the region’s banks. While the aim was to ease the liquidity crisis that the banks experienced in November, the ECB move had the perverse impact of making those banks the principal purchasers of their own governments’ debt as foreign investors exited. This raises the risk for banks in case their governments default on their debt, or restructure payments. After a cut in the deposit rate the ECB pays the banks to zero on July 5, the central bank expected the banks to increase loans. Instead, they appear to be sitting on the funds.

Matteo Olivieri
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giovedì 6 ottobre 2011

mercoledì 28 settembre 2011

Borse europee in risalita? Non illudiamoci...


La notizia degli incredibili aumenti delle quotazioni delle Borse europee negli ultimi 5 giorni, e in particolare di ieri, con guadagni fino al 5% in un solo giorno (vedi FAZ 27/9 "Der Dax steigt um mehr als 5 Prozent"), è stata riportata con enfasi dai media internazionali, ma è bene non lasciarsi prendere da eccessiva euforia. Di seguito, provo ad esprimere sinteticamente il mio parere su ciò che questo episodio può significare:

1) Le statistiche ci dicono che i tassi di cambio sono al momento correlati fortemente alle quotazioni delle materie prime (vedi FAZ):
HFTs: Systematische Händler beeinflussen die Märkte

2) Sempre le statistiche ci dicono che le quotazioni delle materie prime ultimamente sono correlate fortemente agli andamenti degli indici azionari (vedi FAZ):
HFTs: Systematische Händler beeinflussen die Märkte
3) Conseguentemente, per la proprietà transitiva, è lecito attendersi che i tassi di cambio siano fortemente correlati agli indici di Borsa.
Per questo motivo, ogni apprezzamento del cambio Euro/Dollaro dovrebbe comportare un aumento degli indici di Borsa, ed una tendenziale ripresa dei prezzi delle materie prime (vedi tabella qui sotto, quotazioni del petrolio crude nell'ultimo mese).
Alla luce di queste considerazioni, forse non è un caso che negli ultimi giorni la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha riportato più verso quota 1.20 (come da annuncio ufficiale) il cambio Euro/Franco Svizzero, rinunciando a maggiori deprezzamenti del Franco Svizzero.
A questo punto la domanda d'obbligo è: solo se la decisione della BNS di ancorare il cambio Euro/Franco Svizzero dovesse fallire, avremmo stabilmente borse europee in crescita, ed una ripresa dei prezzi delle materie prime a livello mondiale?

AGGIORNAMENTI
Venerdi 30 Settembre 2011: Anche oggi giornata nera per l'Euro che perde più dell'1% nei confronti del Dollaro USA. Guarda caso, il cambio Euro/Franco svizzero si riporat verso quota 1.21, dopo essere stato oltre 1.22 fino a ieri (vedi tabella qui sotto). Ciò è una ulteriore conferma della mia intuizione: tanto più si deprezza il Franco svizzero sull'Euro, tanto più si deprezza l'Euro sul Dollaro USA.
Ovviamente, come ipotizzavo, anche le borse sono in calo (vedi tabella qui sotto, Dow Jones)!!!

Chart
Martedi 4 Ottobre 2011: Un'altra giornata che conferma la correlazione da me evidenziata: Dow Jones +1,44% (10:36pm, CET), grafico 1; Euro/Dollaro USA +0,92% (10:36pm, CET), grafico 2.
 Chart

Chart 
Matteo Olivieri
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giovedì 22 settembre 2011

Sull'orlo di una nuova crisi finanziaria.


Nel giorno più buio per i mercati finanziari da un mese ad oggi (-3% l'indice Dow Jones; -4% la quotazione del greggio; -1% la quotazione dell'Euro sul Dollaro USA), si assiste ad alcune interessanti coincidenze, che da qualche giorno stanno caratterizzando i mercati. Infatti, da circa 10 giorni a questa parte si osserva l'aumentata correlazione tra l'andamento del cambio Euro/Dollaro e indice Dow Jones (vedi tabella qui sotto).
I motivi da cui tale correlazione può dipendere sono molteplici, non ultimo la recente decisione della Banca Nazionale Svizzera di adottare un tasso di cambio fisso tra Euro e Franco svizzero.
Un articolo molto interessante collega invece il crollo all'annuncio della FED di acquistare un ammontare di bond superiore a quello originariamente previsto di 400 milioni di Dollari (vedi Marketwatch 22/9 "U.S. 30-year yields drop most since May 2010"):
[...] Including a steep decline Wednesday after the Federal Reserve surprised traders by saying it would buy a lot more long bonds than expected in its $400 billion program, 30-year yields have seen the biggest two-day drop since late 2008, during the depth of the financial.
Quale che sia la spiegazione vera, il significato di tale correlazione tuttavia mi pare chiaro: il denaro europeo, che fino ad oggi era stato investito sulla borsa statunitense, pare prendere ora altre strade...


Gli investitori stanno correndo ad acquistare in massa titoli su brevi scadenze, evidentemente considerati un porto sicuro. Tuttavia, se si guarda al caso statunitense, i rendimenti per titoli a 1, 6 e 12 mesi sono addirittura zero percento (vedi tabella qui sotto)!
Per questo motivo, un aumento inatteso dell'inflazione si tradurrebbe immediatamente in perdite reali delle attività finanziarie degli investitori...insomma, una cascata di perdite in conto capitale. Date queste circostanze, il rischio complessivo delle economie mondiali sta aumentando vertiginosamente!!!


Matteo Olivieri
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martedì 20 settembre 2011

Segnali di cedimento del cambio Euro/CHF?


Nel giorno in cui l'agenzia di rating S&P's declassa il rating sul debito pubblico italiano al livello "A" con prospettive future "negative" (vedi qui documento originale), si assiste al fatto che il tasso di cambio fisso Euro/Franco svizzero comincia a vacillare (vedi tabella qui sotto).



I due eventi sono in qualche modo collegati? A mio avviso si...
Come avevo spiegato nei miei post precedenti (vedi qui), la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha annunciato nei giorni scorsi che non avrebbe consentito più un cambio inferiore ad 1.20 contro l'Euro. Tuttavia, le evoluzioni registrate oggi sul mercato, con il Franco svizzero a 1.21 contro l'Euro, sembrano alludere a qualche cambiamento in vista nella politica monetaria svizzera. Al riguardo, due ipotesi:
  1. Il downgrade dell'Italia causa un aumento dei differenziali di rendimento tra titoli europei: ciò obbligherà la BNS a dover acquistare ancor più titoli europei "sicuri" (p.e. Germania) nel tentativo di far deprezzare il Franco svizzero nei confronti dell'Euro. Così facendo, tuttavia, l'Euro si apprezza nei confronti del Franco svizzero e si deprezza nei confronti del Dollaro USA;
  2. Una vendita di titoli europei "insicuri" (p.e. il mercato dei titoli di Stato italiani  il più numeroso in Europa) causa acquisti di Euro, cioè conduce ad un tendenziale apprezzamento della valuta europea.
Quindi, se la BNS riuscirà nell'intento di mantenere il cambio fisso, allora l'Euro si deprezzerà nei confronti del Dollaro USA; al contrario, qualsiasi evento contrario, che comporti un apprezzamento dell'Euro nei confronti del Dollaro (come p.e. nel caso del downgrade di oggi dell'Italia), metterà in dubbio il raggiungimento dell'obiettivo della BNS di far deprezzare il franco svizzero nei confronti dell'Euro.

La mia conclusione è che la BNS si sta preparando ad alzare ulteriormente il livello di cambio nei confronti dell'Euro, per poter far fronte a possibili ulteriori declassamenti di titoli di Stato europei.

AGGIORNAMENTI
Martedi 20 Settembre 2011: Praticamente la mia stessa tesi è ripresa dal quotidiano tedesco FAZ nell'articolo "Gerüchte über eine weitere Frankenabwertung".
Denn nachdem die Bundeszollverwaltung der Schweiz am Morgen Exportzahlen für den Monat August vorgelegt hatte und einen Rückgang im Vergleich mit dem Vormonat von 16,5 Prozent auf hohem Niveau auf 13,9 Milliarden Franken bekannt gegeben hatte, schossen bisher unbestätigte Gerüchte ins Kraut, die Schweizer Nationalbank werde ihre Kursziel erhöhen, um die Exportwirtschaft des Landes von den Effekten einer starken Währung zu entlasten.
Wechselkursziel: Gerüchte über eine weitere Frankenabwertung
L'articolo ricorda pure come la Banca Nazionale Svizzera (BNS) non abbia fatto nulla nel periodo 2002-2009 per limitare l'allora notevole deprezzamento della valuta svizzera. Per questo motivo, l'azione della BNS è a "senso unico" e, come tale, rientra nella categoria delle "guerre valutarie".
Auf der anderen Seite jedoch fällt diese Strategie unter die Kategorie „Währungskrieg“. Denn während die Notenbank in den Jahren 2002 bis 2009 nichts gegen die damals dramatische Unterbewertung des Frankens unternahm, scheint sie nun einseitig zu agieren, obwohl der Franken zumindest gemessen an den Erzeugerpreisen im Verhältnis zum Euro bei etwas 1,17 Franken je Euro fair bewertet ist. Gemessen an den Konsumentenpreisindizes, die allerdings die dramatisch hohen Preisniveaus vieler Waren in der Schweiz völlig ausblenden, wäre die Währung bei 1,37 Franken je Euro fair bewertet.
Matteo Olivieri
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giovedì 15 settembre 2011

Prove tecniche di Bretton Woods Nr. 2?

Due articoli hanno attratto oggi la mia attenzione:
  1. "Central Banks to Lend US Dollars to Euro Zone Banks" CNBC 15/9, in cui si parla di un'azione coordinata delle 5 principali banche centrali internazionali (The European Central Bank, US Federal Reserve, the Bank of England, the Swiss National Bank and the Bank of Japan) per rifornire di Dollari USA i rispettivi mercati. La misura si protrarrà fino a fine anno;
  2. The European Central Bank said on Thursday it would hold three fixed-rate operations between October and December to offer banks as many dollars as they needed, in order to ease any funding crunch in the year-end period.
  3. "Does the Euro Have a Future?" di George Soros, in cui si propongono 4 soluzioni per proteggersi da un default dell'Eurozona, la cui possibilità deve (!) essere presa in considerazione.
To prevent a financial meltdown, four sets of measures would have to be taken. First, bank deposits have to be protected. If a euro deposited in a Greek bank would be lost to the depositor, a euro deposited in an Italian bank would then be worth less than one in a German or Dutch bank and there would be a run on the banks of other deficit countries. Second, some banks in the defaulting countries have to be kept functioning in order to keep the economy from breaking down. Third, the European banking system would have to be recapitalized and put under European, as distinct from national, supervision. Fourth, the government bonds of the other deficit countries would have to be protected from contagion. The last two requirements would apply even if no country defaults.
Che si stia andando verso un ancoraggio delle principali valute internazionali al Dollaro USA?
AGGIORNAMENTI

Giovedi 15 Settembre 2011: Ecco le allarmanti dichiarazioni di Nouriel Roubini, che parla di una seconda recessione (c.d. double dip) anticipata al 2012, rispetto all'iniziale previsione del 2013. Il motivo di questo anticipo è che il canale del credito bancario si sarebbe "rotto" e che ci aspetta un anno si "severa recessione". E aggiunge: sia la politica fiscale che monetaria è a corto di munizioni...
Nouriel Roubini : “I thought a few months ago that the perfect storm would be 2013, but now, the economic weakness in the U.S., eurozone and U.K. is front-loaded.” “So we’re going to double-dip earlier. The climax of it could be 2013 or it could be already earlier.” “There’ll be more monetary easing and quantitative easing done by the Fed and other central banks, but the credit channel is broken.” Nouriel Roubini told Bloomberg News. “Things are getting worse, and the big difference between now and a few years ago is that this time around, we’re running out of policy bullets.” “America’s recent data have been lousy: there has been little job creation, weak growth and flat consumption and manufacturing production. Housing remains depressed. Consumer, business and investor confidence has been falling, and will now fall further.” “Until last year policymakers could always produce a new rabbit from their hat to trigger asset reflation and economic recovery.” Roubini writes. “Zero policy rates, QE1, QE2, credit easing, fiscal stimulus, ring-fencing, liquidity provision to the tune of trillions of dollars and bailing out banks and financial institutions – all have been tried. But now we have run out of rabbits to reveal.” he added.

Matteo Olivieri
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martedì 13 settembre 2011

Altri guai in vista per l'Eurozona?


Ecco alcuni dati aggiornati sulla situazione dell'economia mondiale, europea ed italiana!

1) Indicatori di produzione industriale, vendite al dettaglio e differenziali di tassi di interesse per la prima metà del 2011 (fonte Der Spiegel): si registra ovunque un rallentamento dell'economia (ma l'Italia sembra essere messa leggermente meglio degli altri paesi PIIGS).
Graphic: The Greek economy

2) Indicatori di crescita economica per il 2011 (fonte FAZ): si registra ovunque un rallentamento dell'economia.

Rohstoffe: Energieagentur sieht ein Ölpreisparadoxon
Nel frattempo l'asta di oggi per la vendita dei bondi italiani mostra segni di sofferenza: il bid-to-cover ratio, che misura il rapporto tra domanda ed offerta di titoli di Stato scende a quota 1.279 contro l'1.93 dell'asta precedente, segno che gli investitori stano uscendo dall'Italia. Vedi CNBC 13/9 "Italy 5-Year Auction Bond Yield Hits Euro Era High":
Italy sold 6.485 billion euros ($8.846 billion) of BTP government bonds, including 3.865 billion euros for a new five-year bond on which it paid a 5.60 percent yield, the highest on a five-year bond since the euro's introduction. The amount sold in the auction compared to a 5 billion to 7 billion euros target range for the four auctions, including a 3 billion to 4 billion euros target range for the five-year bond. The bid to cover ratio on the five-year bond fell to 1.279, well below the 1.93 in the previous auction of five-year paper.
La notizia è particolarmente inquietante perchè neppure la Banca Centrale Europea sembra essere riuscita a fermare l'impennata dei rendimenti sui titoli di Stato italiani (che ha raggiunto il 5.60% su una scadenza di 5 anni), per come peraltro ache affermato nel seguente articolo CNBC 13/9 "Euro's Crisis of Confidence: System May 'Go Off the Rails'":
Pressure on Italy mounted on Tuesday at a bond auction that showed the limits of European Central Bank efforts to hold down Rome's borrowing costs by buying government bonds in return for austerity measures to cut its budget deficit. The five-year bond yield hit a euro lifetime high of 5.60 percent despite ECB purchases in the secondary market that led to the resignation of the central bank's German chief economist, Juergen Stark, last Friday.
"Markets want to see decisive action and they want to see someone in control of the situation," said Marc Ostwald, an analyst at Monument Securities in London.
"Nothing that we've had, be it at a domestic level in Italy, be it at a pan-euro zone level, or above all from Germany, indicates that anyone really is getting to grips with presenting euro zone policy with one voice," he said.
A Financial Times report that
Rome had asked China to buy "significant" quantities of its bonds in recent talks provided little support.
A Treasury spokesman said Italian Economy Minister Giulio Tremonti met Chinese officials last week including the head of its sovereign wealth fund. But an Italian ministerial source told Reuters that the talks had centered on possible Chinese investments in Italy's industrial sector, not its bonds.
Chinese leaders have repeatedly offered verbal support to Greece, Portugal and Spain but encouraging words have not so far been matched by spectacular action.
Obama's comments suggested that Washington is trying to nudge European governments toward closer fiscal union or a bigger bailout fund to recapitalize teetering banks but European politics, especially in Germany, make that difficult.
The German Constitutional Court last week appeared to rule out issuing common euro zone bonds unless Berlin amended its Basic Law and the EU adopted a new treaty.
Merkel suggested the way forward should involve sharper punishment for states that violate the bloc's budget discipline rules, which have been repeatedly breached in the last decade, including by central euro zone powers Germany and France.
"Until now, for example, if countries violate the Stability and Growth Pact they cannot be taken before the European Court of Justice," she said.
Di fronte a notizie così nere per l'economia mondiale, la proposta tedesca è di portare di fronte alla Corte di Giustizia Europea i paesi che violano il Patto di Stabilità e Crescita...temo che servano idee migliori, oppure serviranno presto  altri aggiustamenti nei conti pubblici europei (cioè maggiori tasse, minori servizi pubblici)?
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

domenica 11 settembre 2011

Ricordando l'11 Settembre 2001

Ognuno ha una sua storia da raccontare, io ho la mia, ma in questo giorno ci fermiamo ad onorare le migliaia di vittime di una insensata tragedia.

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

La retorica prussiana all'interno della BCE?

La decisione di Jürgen Stark, membro della Banca Centrale Europea con delega di Capo Economista, di rassegnare le dimissioni giorno 9 Settembre (leggi qui), ha conseguenze che vanno ben al di là di quanto comunemente si immagina.
In Germania è infatti già cominciata la retorica "dei muscoli", vale a dire l'insinuare che con il ritiro di Stark, la BCE ha perso di autorevolezza. E' vero, i tedeschi hanno sempre considerato la BCE figlia della "filosofia della stabilità", che ha fatto della lotta all'inflazione la caratteristica per decenni la Deutsche Bundesbank, la Banca Centrale tedesca, e sapere ora che la BCE decide a maggioranza di acquistare i titoli di Stato dei paesi europei con difficoltà di bilancio, fa storcere il naso a più di una persona anche (!) fuori dalla Germania.
Ma qui si va oltre: si usa questa circostanza per sostenere - ancora una volta - che l'Europa è divisa in due partiti: quelli della lotta all'inflazione (di cui fanno parte Germania, Austria, Olanda e Francia), e quelli della finanza allegra (di cui fanon parte tutti gli altri). Per questo motivo, una minore presenza della Germania nella BCE equivarrebbe ad una delegittimazione del suo operato!
Per averne conferma rimando all'articolo CNBC 9/9 "Key ECB Policymaker Leaves, Rattling Nervous Markets", in cui il Governatore della Banca Centrale austriaca ha subito precisato che saranno adesso loro i garanti della lotta all'inflazione.
Austrian ECB policymaker Ewald Nowotny said on Friday that his country shared Stark's commitment to combatting inflation and that the resignation would not change the ECB's mandate. 
Nowotny, Austria' National Bank Governor and an ECB Governing Council member, called Stark a champion of price stability, "a stance that the Austrian National Bank always represents as well in the Eurosystem." 
German politicians immediately leapt on news of Stark's resignation to press for a change of direction at the ECB. 
"His departure is a dramatic alarm signal which shows the ECB must correct its course," said Kurt Lauk, president of the economic council of Chancellor Angela Merkel's Christian Democrats.
La conclusione dei politici e della stampa tedesca è chiara: all'interno della BCE c'è un problema, e la Germania ne prende le distanze. Io non la penso affatto così, ed il mio ragionamento si articola su tre punti.
  • Pur essendo legittimo il dissenso sul programma di acquisto di titoli di Stato "deboli", la Germania dimostra di non aver compreso nè il senso dell'Europa (che non è dato dalla somma di tanti Stati ma il tentativo di creare qualcosa da gestire insieme) nè i fondamenti della democrazia, poichè quando c'è un dissenso si discute, non si chiude la porta. Su questo aspetto apprezzo molto l'articolo CNBC che si trova sulle mie stesse posizioni.
Their departures leave the ECB without some of its most experienced policymakers while the euro zone crisis shows no sign of abating. Stark's resignation shows the extent of the policy rift at the bank, and the heightened emotions of its policymakers.
"If you're a central banker and you're frustrated with the direction of the bank, you give speeches, you lay out a different view," said David Mackie, economist at J.P. Morgan. "We knew Stark was uncomfortable but he wasn't expressing it in a vocal way," he added. "If you think the central bank is going down the wrong path why not stay there and make your views public, why not try to influence the institution internally."
  • Se proprio si deve parlare di problema, questo è all'interno della politica tedesca: basti pensare che il Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble si è affrettato a proporre il suo sottosegretario Joerg Asmussen a ruolo di Capo Economista della BCE. Come dire, il posto di Capo Economista spetta di diritto alla Germania...Inoltre, con il dovuto rispetto, Asmussen (vedi la sua biografia qui) è un politico di professione, ha un curriculum modesto rispetto al ruolo che andrebbe a ricoprire, e non proviene neppure dalla Deutsche Bundesbank, come normalmente ci si attenderebbe per incarichi così importanti. Questo è un affronto non solo per la BCE, ma anche per la stessa Deutsche Bundesbank, che viene di fatto superata da una decisione politica.
  • Gli italiani attualmente alla BCE sono molto più qualificati del candidato tedesco, come nel caso di Lorenzo Bini Smaghi (vedi il suo curriculum qui), ma per ragioni politiche sarà costretto a lasciare il proprio incarico entro l'anno (sarebbero tre gli italiani nel consiglio direttivo della BCE, una percentuale giudicata eccessiva dalla politica internazionale).
In conclusione, io penso che il problema sia ancora una volta tutto di natura politica, mentre l'economia come professione venga ancora una volta messa sotto i piedi in nome della "ragion di Stato".

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

venerdì 9 settembre 2011

Euro/Franco svizzero: quali conseguenze sul cambio Euro/Dollaro?


La recente decisione della Banca Nazionale Svizzera (BNS) di non consentire un tasso di cambio Euro/Franco Svizzero al di sotto di quota 1.20 sta già mostrando i primi effetti: l'Euro si sta bruscamente deprezzando nei confronti del Dollaro (vedi grafico qui sotto).
Chart

Come è possibile tutto ciò? Si tratta di un problema di cambi incrociati (c.d. cross-currency), ovvero di come più cambi si influenzano reciprocamente. Per questo motivo ho messo sullo stesso grafico i tassi di cambio EUR/USD, EUR/CHF e USD/CHF ed ho potuto constatare che i mercati si attendono un potente deprezzamento dell'Euro nei confronti del Dollaro USA fino alla parità (vedi grafico qui sotto), se si assume come credibile nel tempo l'annuncio della BNS di ancorare il tasso di cambio Euro/Franco Svizzero.

Ovviamente, un veloce deprezzamento dell'Euro nei confronti del Dollaro USA potrebbe danneggiare la bilancia commerciale di numerosi paesi, con conseguenze economiche recessive in un quadro già così precario per le economie europee.
Tutto ciò rappresenta una grave minaccia per l'Eurozona, poichè per poter deprezzare il Franco Svizzero, la BNS dove acquistare quantità massicce di titoli di Stato europei, soprattutto dei paesi con un miglior rating, come la Germania. Ciò causerà una diminuzione dei rendimenti sui titoli di Stato tedeschi, e porterà ad un aumento del differenziale sui titoli di Stato di altri paesi (c.d. yield), come l'Italia, e dunque a nuove possibili forme di instabilità finanziaria all'interno dell'Eurozona.
Tale affermazione è confermata dall'articolo CNBC 3/9 "Swiss C. Bank Buys German, French Bonds: Report", in cu isi afferma che la BNS sta acquistando titoli francesi e tedeschi.
The Swiss central bank has started to buy French and German government debt from the markets to try to bring the Swiss franc down, Dow Jones newswire wrote on Saturday, quoting a report by German newspaper Frankfurter Allgemeine Zeitung. [...] But the Swiss central bank has tried to weaken the franc by injecting liquidity in the money markets, pushing short-term yields into negative territory. On Friday, top Swiss politicians spoke in favor of the measures taken by the central bank, which was criticized for its interventions in 2009 and 2010 to stem the currency's rise. The Swiss National Bank will only buy German and French bonds because it considers them the most secure and liquid in the euro zone, the Dow Jones report said, quoting sources speaking to the Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Per questo motivo, non mi meraviglierei se a brave ci fosse qualche "sorpesa" che intervenga per interrompere un meccanismo potenzialmente distruttivo per le sorti dell'Eurozona, p.e. attraverso misure non convenzionali, come il nuovo capo del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde sembra proporre (vedi CNBC 9/9 "World Entering 'Dangerous New Phase': Lagarde"): 
Christine Lagarde, the managing director of the International Monetary Fund, warned that the global economy is entering a "dangerous new phase" on Friday, ahead of the G7 summit in Marseilles, France.
She warned that both advanced and emerging economies faced key economic challenges, and that governments must "act now" to stop further contagion.
"Policymakers should stand ready, as needed, to take more action to support the recovery, including through unconventional measures," Lagarde said.  "The world is collectively suffering from a crisis of confidence, in the face of a deteriorating economic outlook and rising concerns about the health of sovereigns and banks."

Matteo Olivieri
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mercoledì 7 settembre 2011

Quali le conseguenze di un tasso di cambio fisso Euro/Franco svizzero?

Credo che il tutto sia ben sintetizzato dal seguente articolo CNBC 7/9 "Swiss Central Bank Move 'Huge Mistake': Jim Rogers", in cui Jim Robers, ex socio in affari di George Soros, definisce la decisione della Banca Centrale Svizzera (BCS) di ancorare il tasso di cambio del Franco Svizzero a quello dell'Euro a quota 1.20 "un grosso errore". 
The move "will work for a while, but the market will have more money in the end than the SNB," Rogers, who was the co-founder of the Quantum Fund with George Soros, told CNBC.com.
The Swiss central bank risks losing "a lot of money buying up lots of foreign currencies which they will eventually sell at a loss," he explained.
Another risk is that the central bank will "totally debase the Swiss franc trying to keep Switzerland 'competitive' which will then destroy the traditional Swiss financial industry," Rogers said.
"So this is a huge mistake for Switzerland since they are going to suffer more either way," he added.
Nell'articolo si dice che la BCS rischia di dover acquistare enormi quantità di valuta estera (cioè Euro), per poi doverle rivendere in futuro in perdita, con ciò causando ulteriori problemi in termini di stabilità del sistema finanziario svizzero.
Le conclusioni dell'articolo sono pienamente condivisibili poichè sono una diretta conseguenza dei principi della bilancia dei pagamenti. A queste, aggiungerei ulteriori considerazioni:
  •  Nel tentativo di aumentare l'offerta di moneta di franchi, i tassi di interesse svizzeri dovrebbero rimanere bassi e prossimi allo zero, mentre si dovrebbe assistere ad un tendenziale aumento dei tassi di interesse europei;
  • La mossa svizzera è motivabile come un tentativo di migliorare la bilancia commerciale del paese, con un aumento delle proprie esportazioni ed una diminuzione delle importazioni estere. A sua volta, il surplus della bilancia commerciale dovrebbe portare ad un tendenziale aumento dei crediti esteri;
  • La variazione sperata della bilancia dei pagamenti dovrebbe condurre a minori prezzi interni ed ad un aumento dei prezzi esteri, cioè sono da attendersi probabili maggiori tassi di interesse reali, ovvero un aumento del valore degli attivi patrimoniali, ed un minore livello di inflazione.
  • Un eventuale aumento dei tassi di interesse reali tenderebbe a sua volta a diminuire la base monetaria svizzera e ad aumentare quella europea, con conseguente necessità di immettere nuova moneta per contrastare il deprezzamento dell'Euro.
Interessante notare che nella nota ufficiale di ieri della Banca Nazionale Svizzera (vedi qui), si adducano come motivazione della decisione presa i rischi di deflazione, mentre probabilmente sarà proprio questa decisione ad aumentare i rischi di deflazione dell'economia svizzera!
"A massive overvaluation carries the risk of a recession as well as deflationary developments"
Una cosa mi sembra chiara: se la decisione svizzera potrà essere mantenuta nel futuro, il livello di inflazione ed i tassi di interesse europei tenderanno ad aumentare, cosa che potrebbe creare ulteriori motivi di preoccupazione per l'Euro. La mossa della Svizzera mi sembra non coordinata rispetto alle attuali esigenze internazionali e, certamente, non nell'interesse dell'Unione Monetaria Europea.
Sarà interessante vedere come deciderà domani a proposito dei tassi di interesse, dopo che alcuni avevano ipotizzato possibili diminuzioni (!) dei tassi di interesse (vedi FAZ 7/9 "Wachsende Spekulation auf Zinssenkung"):

AGGIORNAMENTI

Giovedi 8 Settembre 2011: Nella seduta di oggi, la BCE ha deciso di non aumentare i tassi di interesse, e - al momento - non vede ulteriori rischi di aumento dell'inflazione. Vedi CNBC 8/9 "ECB's Trichet Signals Rate Rise Cycle on Hold":
The European Central Bank signaled on Thursday that its interest rate rise cycle had been halted, saying euro zone inflation risks were no longer skewed to the upside and economic growth would be slow at best.
"We expect the euro area economy to grow moderately, subject to particularly high uncertainty and intensified downside risks," President Jean-Claude Trichet told a news conference after the ECB left rates at 1.5 percent, following hikes in April and June.
 Inflation should fall below 2 percent in 2012, Trichet said, and price risks were "broadly balanced." That assessment marked a change from last month, when he said there were "upside risks to price stability." The change in the ECB's inflation view suggests it has abandoned its policy tightening course and that interest rates are now on hold.
 Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

martedì 6 settembre 2011

Ma quale tesoretto, qui si gratta il fondo della botte: Tremonti vattene!

Non ho mai preso posizioni dure finora contro nessuno su questo blog. Il motivo è semplice: ho sempre cercato uno spazio su cui "spiegare" cosa sta succedendo sui mercati, in maniera chiesa e pacata.
Ma questa volta è troppo: di fronte alla crisi finanziaria che sta minacciando l'Europa intera e l'Italia in particolare, il Governo italiano perde tempo in buffonate, sperando di convincere gli italiani che tutto è sotto controllo.
L'ultima trovata è quella di aumentare l'IVA (c.d. VAT Tax) al 21% dall'attuale 20% (vedi IlSole24Ore 6/9 "Iva al 21%, contributo sopra i 300mila euro. Governo autorizza la fiducia. Confindustria: bene, approvare subito").

A prescindere dal fatto che l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è un'imposta al consumo che grava proporzionalmente in misura maggiore sui più poveri, e che tende a diminuire i consumi (poichè aumenta il prezzo finale dei beni acquistati) con effetti recessivi sulla domanda aggregata e distorsivi sulle decisioni di investimento e risparmio, conti alla mano è una misura inutile.
Le cifre ufficiali del fabbisogno statale rivelano infatti una situazione molto critica (cfr. tabella qui sotto, fonte FAZ): il Governo italiano dovrà rifinanziare una quota del proprio debito pubblico pari a 61,691 miliardi di Euro nel solo mese corrente di Settembre, ed una cifra di 307,245 miliardi di Euro nel giro di un anno!

Staatsanleihen: Misstrauen verunsichert Italiens Gläubiger

La domanda è: basta una continua riduzione dei costi o aumento delle tasse a superare questa (nuova) crisi del debito pubblico italiano? Anche un non-economista farebbe fatica a credere che tali misure siano sufficienti ad arginare la crisi.
Mi pare piuttosto che manchi un "concetto", una strategia su cui  puntare e che possa guidare future azioni di Governo. In tutti questi mesi di crisi nulla è stato fatto per tenere a posto i conti pubblici, mentre il Governo Italiano appariva sempre sorridente e ottimista parlando sempre di una sostanziale tenuta dei conti  pubblici (vedi Corriere della Sera 24 MAggio 2011 "Tremonti: i conti pubblici hanno tenuto").
Ora, invece, i costi della crisi vengono riversati interamente sugli italiani, a partire dai più poveri, mentre i ricchi vengono protetti (vedi IlSole24Ore 6/9 "Torna il contributo di solidarietà ma per i redditi oltre 300mila euro" in cui si dice: "Con l'abbassamento a 300mila euro (dai precedenti 500 mila euro) della soglia del reddito complessivo oltre il quale si paga il contributo del 3%, aumenta a 34mila la platea dei contribuenti interessata al versamento del contributo. Lo riferiscono fonti di governo. Con la precedente soglia a 500mila euro erano 11.500 i contribuenti interessati, con l'abbassamento del tetto di reddito se ne sono aggiunti 22.500. La nuova norma cancella dunque, la disposizione del decreto legge che prevedeva il pagamento del 5% per la parte di redditi superiore ai 90mila euro e del 10% per quella oltre il 150mila euro".

Le reazioni dei mercati e delle agenzie di rating - purtroppo - non tarderanno ad arrivare (vedi Nasdaq.com 6/9 "Moody's Says Its Rating On Italy Remains Under Review") e i Credit Default Swaps (una misura del rischio di bancarotta di un paese) continuano ad aumentare.
Sovereign Credit-Default Swaps (Fonte CNBC)
ITALY     5-YR       LAST 456.00        CHANGE 24.50  % CHANGE +5.68%
GERMANY          5-YR       LAST 83.00     CHANGE -0.50      % CHANGE -0.6%

Ministro Tremonti, ci faccia un favore: se ne vada!

AGGIORNAMENTI

Mercoledi 7 Settembre 2011: Ecco il commento dell'economista Nouriel Roubini (NYU), rilasciato al quotidiano La Repubblica: mandare a casa il presente Governo, che ha perso ogni credibilità internazionale, e mettere al lavoro un gruppo competente di economisti.
Mi pare sia molto vicino al mio pensiero.....
Monday, September 5, 2011Italy needs a new technical government NOW
Nouriel Roubini : "The only thing you really need to do now is to change the government." Nouriel Roubini said in an interview with the Italian news paper La Repubblica, commenting on the situation of the Italian economy. "Everything else comes next," he added, "but this is the most pressing, most importantly of interventions on the deficit: Italy must send home the present Cabinet, which has lost all international credibility, and put to work a group of competent economists interested in the fate of the country, not only in their own interests. " " A GOVERNMENT TECHNICAL NOW ". Should be " the task force," "to study the necessary measures."Roubini said, "Italy is on the brink of recession, perhaps it is already in it. This is the truth. It is no longer just a matter of attitude and behavior of the prime minister, it is the government as a whole to have given evidence of incapacity. " Roubini added
Matteo Olivieri
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lunedì 5 settembre 2011

«Glück auf in Bochum!»


5 Settembre 2001 - 5 Settembre 2011: 10 anni fa, oggi!

Matteo Olivieri
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giovedì 1 settembre 2011

Verso un ritorno del "gold standard"?

Lo dico con grande umiltà: penso di essere uno dei migliori economisti al mondo!
Nel 2005 (vedi qui) avevo predetto la possibilità di un collasso dell'architettura monetaria europea, sostenendo che si sarebbe arrivati ad una revisione del Trattato di Maastricht e del Patto di Stabilità europeo, altrimenti si sarebbe corso il rischio di trasformare l'Unione Europea in un meccanismo permamente di trasferimento di denaro da paesi arricchiti a paesi impoveriti. Per scongiurare ciò, ipotizzavo che sarebbero ritornate a galla vecchie proposte di soluzione del problema, tra le quali il ripristino del "gold standard", ovvero l'ancoraggio del tasso di cambio fisso al prezzo dell'oro.
In pratica, un terremoto epocale nel sistema finanziario internazionale, abituato oramai da circa 40 anni (era il 1973 per la precisione) a tassi di cambio variabili e alla piena convertibilità delle valute.

Eppure, ciò che solo pochi anni fa sembrava "fantascienza del passato", quasi un ritorno al periodo dei dinosauri...oggi sembra terribilmente attuale.
Per averne una prova, basta guardare al seguente articolo CNBC 1/9 "Gold Standard Comeback Enjoys Support", in cui si dice che il numero di sostenitori di un ritorno al gold standard sta aumentando di giorno in giorno, tanto più ci si rende conto dell'insostenibilità dell'attuale sistema finanziario internazionale.
Tra i principali vantaggi del gold standard viene richiamata dai sostenitori la possibilità di limitare l'offerta di moneta, l'inflazione e quindi di tenere maggiormente uniti i tassi di interesse internazionali.
An age-old idea — the gold standard — is attracting new fans, amid growing investor concern that enormous government borrowing is weakening the dollar and spark hyper-inflation. The day of realization is coming, James Grant, editor Grant's Interest Rate Observer told CNBC Thursday. "What can be said for the gold standard is that it is time tested. It has monetary properties. It worked imperfectly but consistently for a 100 years until it was interrupted," said Grant 
The old standard, which fell out of use by the 1930s, was conceived to control money supply growth (and thus inflation and asset bubbles) by requiring currencies be backed by physical gold. The concept has gained new currency in the wake of the 2008 financial crisis wherein governments and central banks tried to stimulate economic growth through extraordinary fiscal and monetary stimuli. "The human society is going to recognize that current monetary arrangements are defective and are robbing us of the dynamism that this country has been known for," Grant noted.
According to Grant, under a gold standard, a given country can fix its currency to a given quantity of gold. However, in an event of a recession, governments would be powerless to print money under the gold standard.
"Under a proper gold standard the government would have to fund itself and the open market would not do it," he concluded.
The gold standard would limit the amount of debt the government could issue, Grant said.
"What we want is a monetary system that is objective, that we can understand, that has at its bottom as its root — something that we can recognize as money. Gold is recognized as money," he added.
AGGIORNAMENTI

Martedi 6 Settembre 2011: Come altro interpretare la notizia di oggi, secondo cui la Banca Centrale Svizzera (BCS) ha stabilito un livello massimo di apprezzamento del Franco Svizzero contro l'Euro, e di acquistare Euro in ammontare illimitato se l'Euro dovesse sendere otto quota 1,20 Franchi Svizzeri?
Vedi The Wall Street Journal 6/11 "Switzerland Caps Franc"
The Swiss National Bank set a limit on how far it will let the Swiss franc rise against the euro, the bank's most aggressive attempt yet to rein in the soaring currency. The SNB said it would buy euros in "unlimited quantities" should the single currency fall below 1.20 francs, setting the stage for what could be a long battle by the bank to defend its action in the face of surging concerns about debt problems in the euro zone and the U.S.
The SNB said Tuesday that it would "no longer tolerate" the euro falling below the minimum rate. In a statement, it said it will enforce the limit with "the utmost determination and is prepared to buy foreign currency in unlimited quantities."
Questa decisione segue quella di Agosto, quando la  BCS ha deciso di abbassare i tassi di interesse vicino allo zero e di inondare i mercati di liquidità aggiuntiva, nel tentativo di deprezzare il franco e di agevolare le esportazioni svizzere, che negli ultimi tempi hanno sofferto molto.
In August, the SNB slashed interest rates to close to zero and flooded the market with liquidity in an effort to pull down a franc that has threatened to choke off Swiss growth. The franc gained 27% between November 2010 and early August against the euro, with investors viewing Switzerland—with its strong growth and solid public finances—as a haven from the euro zone's festering debt crisis.
The SNB's August moves helped drive the euro nearly 20% higher against the franc, but in recent days a deteriorating outlook for the global economy and the euro zone had sent the franc higher again. That may have prodded the SNB to take further action, say foreign-exchange strategists.
Ecco il documento ufficiale della Banca Centrale Svizzera 6/9 "Introduction of a minimum Swiss franc exchange rate against the euro":

Short statement by Philipp Hildebrand on 6 September 2011 with regard to the introduction of a minimum Swiss franc exchange rate against the euro
_________________________________________________________________

The Swiss economy has staged a remarkable recovery from the Great Recession. It has benefited from tremendous efforts by thousands of companies, employees, and decisive policy measures by the authorities.
International developments, however, have now caused the Swiss franc to appreciate a great deal within a short period of time. This has resulted in a massive overvaluation of our national currency. Switzerland is a small and very open economy. Every second franc is earned abroad. A massive overvaluation carries the risk of a recession as well as deflationary developments.
The Swiss National Bank is therefore aiming for a substantial and sustained weakening of the Swiss franc. With immediate effect, it will no longer tolerate a EUR/CHF exchange rate below one Swiss franc twenty. The SNB will enforce this minimum rate with the utmost determination. It is prepared to purchase foreign exchange in unlimited quantities. Even at a rate of one Swiss franc twenty per euro, our currency is still at a high level. It should continue to weaken over time. If the economic outlook and deflationary risks demand it, the SNB will take further measures.
 With today’s decision, the SNB sets foot on a challenging journey. We have to accept the fact that the costs associated with it might be very high. At the same time, doing nothing would almost certainly inflict tremendous long-term damage on our economy. With today’s measure, the Swiss National Bank is acting in the interest of the country as a whole.



 

Mercoledi 7 Settembre:
La riforma del Patto di Stabilità Europeo si avvicina. Nell'ultima settimana di Settembre la bozza di legge dovrebbe arrivare di fronte al Parlamento Europeo a Strasburgo (vedi Comdirect 7/9).
Mi, 07.09.11 17:55
Reform des Euro-Stabilitätspaktes kommt voran

BRÜSSEL (dpa-AFX) - Die Verschärfung des Euro-Stabilitätspaktes rückt näher. Nach monatelangem Streit verständigten sich die EU-Ratspräsidentschaft - sie wird derzeit von Polen geführt - und große Fraktionen des Europaparlaments auf Grundzüge eines Kompromisses, hieß es am Mittwoch aus der Volksvertretung. Beim gesamten EU-Gesetzespaket zur Verbesserung der wirtschaftspolitischen Steuerung, zu dem noch andere Reformen gehören, gebe es aber noch strittige Punkte, teilte der SPD-Europaabgeordnete Udo Bullmann mit.

Das Paket, im Brüsseler Sprachgebrauch 'Six-Pack' genannt, dürfte in der letzten Septemberwoche von der Vollversammlung in Straßburg beraten werden, so Bullmann. EU-Währungskommissar Olli Rehn zeigte sich zuversichtlich, dass die Gesetzesvorschläge bald endgültig angenommen werden.

Mit der Stabilitätspakt-Reform drohen notorischen Euro-Schuldensündern in Extremfällen milliardenschwere Strafen. Die Staaten können nicht nur für überhöhte Defizite, sondern auch für zu hohe Staatsschulden zur Verantwortung gezogen werden. Umstritten waren lange Blockademöglichkeiten der Mitgliedstaaten im vorbeugenden Teil des Paktes. Der Kompromiss sieht nun eine zweistufige Prozedur vor, um potenzielle Defizitsünder zu disziplinieren.

Die EU-Kommission hatte die Gesetzesvorschläge vor einem Jahr vorgelegt, um neue Schuldendebakel à la Griechenland zu verhindern. Der Stabilitätspakt hatte sich in seiner bisherigen Form als unzureichend erwiesen - mögliche Geldstrafen gegen Sünder wurden nie verhängt./cb/DP/jkr

Quelle: dpa-AFX
Giovedi 13 Ottobre 2011: Ecco un altro articolo sul ritorno del gold standard. Ho deciso che comincio a catalogarli, siano essi positivi o negativi: mi sembra già rilevante che se ne torni a discutere (solo qualche hanno fa era imensabile). Questo è il secondo che incontro in circa due mesi. Staremo a vedere se le statistiche migliorano.
All the major countries in the world are in a race to debase their currencies in order to restart their economies. Either economic growth returns or—as some doomsayers predict—the 40-year run of fiat currencies ends. And if under this worst case scenario the solution was to return to the gold standard of the Nixon years, the price of bullion would be worth $10,000-plus, six-times the current price, according to Paul Brodsky, co-managing member of QB Asset Management company and a self-professed ‘Gold Bug.’
To be sure, a return to the exact terms of the Bretton Woods Monetary Agreement is a near political impossibility because of the traumatic devaluation in the U.S. dollar it would cause. Yet, a move away from debt-based currencies to a system somewhat based on hard assets is not out of the picture if the global economy doesn’t recover or policy makers don’t allow for a painful deleveraging, some investors say.
“Policy makers are holding a burning match,” Brodsky said in a speech to a packed crowd at The Big Picture conference Tuesday in New York. “Baseless currencies follow the tyranny of short-term politics and so shall this."
The country’s monetary base (currency in circulation plus bank reserves held at the Fed) has tripled to $2.68 trillion, following the completion of QE2. Dividing this monetary base by the approximate 261.5 million ounces gold the U.S. Treasury is believed to own gets Brodsky to the $10,000 an ounce figure.
While “politics are likely to intervene” to stop gold
[GCCV1 1668.90 -13.70 (-0.81%) ] from skyrocketing to this destabilizing price, that doesn’t mean bullion can’t keep surging from current levels as the devaluations continue, said Brodsky.
The money manager’s comments were par for the course at
The Big Picture conference, named after the popular blog run by Barry Ritholtz. The conference featured panels on high frequency trading, the impact of social networks and other contrarian topics one would never hear at a gathering held by a mainstream retail brokerage. Here, attendees were more likely to exchange twitter handles than business cards.
So no wonder that Brodsky’s gold prediction was among the most-talked about on the sidelines of this conference at the New York Athletic Club.
“Economic policy makers across the political spectrum have successfully maintained the debt-based monetary system since 1971,” said the money manager. “To do this they have had to marginalize the one competing currency capable of displacing it: gold.”
Sabato 15 Ottobre 2011: La proposta tedesca di riforma del Sistema Monetario Internazionale: introduzione dei controlli sui movimenti valutari e revisione dei diritti di prelievo speciali del Fondo Monetario Internazionale...praticamente un ritorno ad un sistema monetario antecedente ala II Guerra Mondiale. Cfr le dichiarazioni del Cancelliere Angela Merkel su Boersen-Zeitung 7/10 "Merkel setzt auf Reform des Währungssystems", poi in parte riviste dal Ministro delle Finanze Schaeuble in FAZ 15/10 "Schäuble für europäische Fiskalunion":
Deutschland trug als Vorsitzender einer G-20-Arbeitsgruppe (zusammen mit Mexiko) auch seine Vorstellungen für eine Reform des Währungssystems vor. Kapitalverkehrskontrollen sollten nur „als allerletztes Mittel, temporär und multilateral überwacht“ eingesetzt werden, sagte Schäuble. Die lokalen Anleihe- und Kapitalmärkte müssten für die Schwellen- und Entwicklungsländer ausgebaut werden, damit diese Länder von den Schwankungen der internationalen Märkte weniger abhängig sind. Bis zu einer Öffnung neuer Währungen wie dem chinesischen Yuan für die Berechnung der Sonderziehungsrechte sei noch „ein Stück Weg“ zurückzulegen, sagte Schäuble. Unter anderem wird der Yuan nicht frei gehandelt und China verfügt nicht über eine unabhängige Notenbank.


Matteo Olivieri
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