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sabato 31 luglio 2010

Yen: «Tora!, Tora!, Tora!»


Cosenza (Italy), 31 Luglio 2010

Di recente mi sono imbattutto in un articolo apparso su Bloomberg, in cui si riportavano le previsioni economiche di un gigante dell'automobilismo giapponese riguardo al cambio Euro/Yen e USD/Yen.

L'articolo è del 12 Maggio 2010 (vedi Bloomberg "Nissan Forecasts Higher Profit on U.S., China Sales (Update4)") ma vale la pena menzionarlo. Infatti, si dice che Nissan prevedeva per l'anno in corso un tasso di cambio USD/JPY pari a 90, ed un tasso di cambio EUR/JPY pari a 120 ("The carmaker based its earnings forecast on exchange rates of 90 yen to the dollar and 120 yen to the euro, compared with 92.9 yen and 131.2 yen a year earlier, respectively").

Uno sguardo alle evoluzioni dei mercati valutari degli ultimi mesi dimostra che le previsioni sono molto lontane dalla realtà e lo Yen si è apprezzato molto di più di quanto ritenuto solo qualche mese fa: al momento EUR/JPY è a ca. 112, mentre USD/JPY è a ca. 86. Inoltre nè in un caso nè nell'altro si è mai raggiunto il livello pronosticato.

Questo articolo mi ha convinto a parlare di Yen nel mio nuovo post, perchè sono convinto che in settimana ci riserverà numerose sorprese!

In particolare, analizzando i tassi di cambio a mercati valutari fermi, sono giunto alla conclusione che:
  • Lo Yen avrà un'improvvisa fiammata (leggi: apprezzamento) nei confronti dell'Euro;
  • L'Euro subirà un poderoso apprezzamento nei confronti del Dollaro USA;
  • Il Dollaro USA si apprezzerà notevolmente nei confronti dello Yen Giapponese. 
Una situazione anomala, considerato che si tratta delle principali valute internazionali, ma non impossibile: questo potrebbe infatti dire che qualcosa sta accadendo tra le valute minori. In particolare, anche relativamente alle sole valute EUR, USD, JPY, questa settimana ci saranno numerose opportunità di arbitraggi, che i mercati certamente sfrutteranno appieno.

La qual cosa è tanto più interessante, quanto più recenti rapporti di primarie istituzioni internazionali rivelano un quadro economico meno confortante del previsto:
  • 30 Luglio Handelsblatt, "BIP-Schätzung: US-Wirtschaft fällt im zweiten Quartal zurück": I dati ufficiali sul PIL USA parlano di un arretramento dell'economia statunitense nel 2 trimestre. L'economia USA perde di tono e il PIL cresce manifestamente più lentamento del previsto;
  • 31 Luglio Financial Times Deutschland, "USA bestimmen die Richtung". Nell'articolo si legge che la tendenza sui mercati azionari è tutt'altro che univoca, e purtroppo rimarrà ancora a lungo così visto che non si riesce a delineare una chiara tendenza. In particolare poi si legge che gli analisti ritengono che l'Euro non ha più alcuna possibilità di ulteriore apprezzamento o di mantenimento dell'attuale trend: "Für den Euro indes erwarten Analysten vorerst keinen Wertzuwachs mehr. "Nach der jüngsten Rally scheint das Erholungspotenzial ausgereizt zu sein. Einen anhaltenden Aufwärtstrend sehen wir nicht", schreiben die Analysten der Unicredit. Am Freitagabend kostete ein Euro 1,3045 Dollar - knapp 1,2 Prozent mehr als zum Wochenauftakt
Occorrerà aspettare la fine della nuova settimana, per sapere se i miei calcoli si saranno rivelati giusti.....

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire

venerdì 30 luglio 2010

FED o BCE? Chi sarà il primo?


Cosenza (Italy), 30 Luglio 2010

Da qualsiasi fonte si traggano le informazioni, non si fa a meno di leggere che i tassi di interesse nelle economie avanzate saranno bassi ancora per lungo tempo. Nel mio ultimo post segnalavo un articolo FAZ secondo il quale un eventuale innalzamento dei tassi di interesse non avverrebbe prima della fine del prossimo anno.
A dire la verità, sarebbero numerosi gli elementi per concordare con questa diffusa opinione: bassa crescita economica, previsioni ancor meno rosee per il futuro, generale fragilità del sistema bancario, scarsa liquidità sui mercati, ecc.
Tuttaia, alcuni segnali discordanti meritano la nostra attenzione: i Governi hanno utilizzato grandi risorse di denaro (sia riserve accumulate che attraverso indebitamento) per cercare di salvare l'economia mondiale, le Banche Centrali hanno attuato pacchetti di stimolo ma alcune (vedi la Banca Centrale Svizzera) ha ora i conti in rosso. Soprattutto, alcune banche centrali "periferiche" hanno cominciato ad aumentare gradualmente i tassi di interesse (negli ultimi mesi per esempio Australia, India, Canada), e ciò sta avendo senz'altro ripercussioni sui mercati valutari.
Ma fra Banca Centrale Europea e Federal Reserve, chi farà la prima mossa?
Se guardiamo ai dati relativi ai tassi di interessi a 1-3-6 mesi e ai corrispettivi dati sui tassi di cambio a pronti e a termine in Europa e USA, notiamo che:
  • L'Euro è quotato con un leggero deprezzamento (!) rispetto al Dollaro USA;
  • La differenza tra tassi di interessi tra Europa e USA tende a rimanere positiva in Europa rispetto agli USA, anzi tende leggermente ad aumentare;
  • I tassi di interesse sia in Europa che negli USA rimangono ancora sotto i livelli dei tassi di rifinanziamento principale, anche se il margine diminuisce.
Cosa può voler dire tutto questo? A mio avviso almeno due cose:
  1. L'Europa continuerà ad importare capitali dagli Stati Uniti, il che sarà a sua volta causa di una tendenziale maggiore inflazione. Come conseguenza di ciò, i tassi di interesse nominali europei dovrebbero rimanere sostanzialmente bassi;
  2. In Europa, considerato l'attuale tasso di cambio Euro/Dollaro (ca. 1,30USD), questo processo di rifinanziamento dagli USA riguarda scadenze fino a ca. 4 mesi. Oltre tale scadenza, i mercati finanziari (essenzialmente le banche, assicurazioni e altri intermediari finanziari) non avrebbero alcun vantaggio!
Se queste considerazioni sono vere, ne deriva che gli USA al momento stanno tenendo liquidi i mercati mondiali, rifornendo l'Europa di liquidità a basso costo. Questo meccanismo potrebbe fermarsi? Amio avviso si, se:
  • Il sistema bancario USA dovesse avere ammanchi inattesi di liquidità (p.e. fallimenti bancari, mancata restituzione del debito, nuovo aggravamento della situazione sul mercato immobiliare)
  • L'economia USA ritardasse l'uscita dalla crisi (p.e. previsioni economiche errate, perdurante stagnazione economica);
Interessante notare che sia in un caso che nell'altro gli USA stanno creando inflazione! Infatti, fintanto che i tassi di interesse nominali sono mantenuti ad un livello eccezionalmente basso e le aspettative di inflazione sono tendenti al rialzo, i tassi reali di interesse (che esprimono la ricchezza reale detenuta dagli agenti economici) ne soffriranno. Per questo motivo, se qualcosa non cambia in questo meccanismo, gli USA potrebbero vedersi costretti a stampare maggiore moneta o a lasciar deprezzare il proprio cambio nei confronti dell'Euro. Questo "qualcosa" si chiama - a mio avviso - aumento dei tassi di interesse!
Se così non fosse, assisteremmo di fatto ad un continuo deprezzamento del capitale (patrimonio netto), con presumibili ripetute necessità di ricapitalizzare i bilanci degli intermediari finanziari.
Fino a quando potrà durare tutto ciò?...Ovviamente, la più stringente regolamentazione di cui si discute in queste settimane (c.d. Basilea III) potrebbe aggravare ancor di più le cose, poichè gli intermediari finaziari sarebbero costretti sempre più a ricapitalizzare i bilanci oppure a restringere il credito.

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire

mercoledì 28 luglio 2010

Tassi di interesse e "riscaldamento globale"


Cosenza (Italy), 27 Luglio 2010

In un bell'articolo del Frankfurter Allgemeine Zeitung di oggi 27 Luglio, intitolato "Rentenmärkte, Nicht nur Schwellenländer erhöhen ihre Leitzinsen"), vengono affrontati tutta una serie di temi in linea con gli argomenti da me trattati finora su questo blog. Li riassumo per brevità:
  1. I tassi di interesse a livello mondiale divergono sempre più gli uni dagli altri;
  2. Mentre nelle economia avanzate (USA, Europa, Giappone) i tassi di interesse sono prossimi allo zero, e - a detta di molti analisti - non dovrebbero aumentare fino alla fine del prossimo anno, nei paesi in via di sviluppo e in quelli ricchi di materie prima, i tassi di interesse hanno cominciato a risalire già da tempo;
  3. Le motivazioni dell'aumento die tassi di interesse sono addebitabili alla maggiore crescita economica, e ai connessi maggiori rischi di inflazione;
  4. Le differenze nei tassi di interesse sono un invito ai c.d. "carry trades", ovvero ci si indebita nei paesi a bassi tassi di interesse (p.e. Giappone) e si investe nei paesi con alti tassi di interesse;
  5. I "carry trades" comportano un apprezzamento delle valute a maggior tasso di interesse;
  6. Se l'apprezzamento della valuta è tale da pregiudicare le esportazioni di questi paesi, le autorità decidono di introdurre controlli sui movimenti di capitale (cosa già fatta finora!). 
Insomma, tanto più i tassi di interesse rimarranno bassi nelle economie avanzate, tanto più il resto del mondo sarà costretto ad aumentare i propri tassi di interesse per combattere l'inflazione e il surriscaldamento delle proprie economie.
I mezzi tipicamente usati sono l'aumento dei tassi di interesse interni e i controlli sui movimenti di capitali.

Cosa comporterà tutto ciò? Per avere una risposta, occorre dare uno sguardo allo schema che gli economisti chiamano "impossible trinity", riportato di seguito:



Il grafico dice che poste due condizioni, la terza è derivabile conseguentemente. Così per esempio (vedi nel grafico il triangolo in basso a destra), in caso di perfetta mobilità dei capitali ("capital mobility") e di politica monetaria indipendente ("autonomous monetary policy"), la logica consegueza sarebbe l'avere tassi di cambio flessibili ("flexible exchange rates").
In uno scenario che passa sempre più da perfetta mobilità dei capitali a controlli sui movimenti di capitale, e da politica monetaria indipendente a limitata autonomia delle banche centrali, la logica conclusione da attendersi è un progressivo passaggio da tassi di cambio flessibili a tassi di cambio fissi!

Delle due l'una: o questi divari si accentuano, e allora per salvare il sistema finanziario internazionale occorrerà passare da un tasso di cambio flessibile ad uno fisso (col Dollaro USA, come da me sostenuto ?!), oppure i paesi avanzati dovranno progressivamente aumentare i propri tassi di interesse, prima di quanto generalmente ritenuto....

In tutti e due i casi ci sarebbero degli "effetti collaterali":
  1. In caso di tasso di cambio fisso, si terrebbe sotto controllo l'inflazione, ma a spese di un sistema finanziario globale più rigido e basato su un bene-àncora (Dollaro, oro, ?!), la cui domanda crescerebbe enormemente;
  2. In caso di aumento dei tassi di interesse nelle economie avanzate, questo provocherebbe un aumento ancora maggiore nelle economie emergenti, per cui queste ultime si troverebbero a pagare in tassi di interesse una somma ben maggiore alle possibilità di crescita delle loro economie. In altre parole, le economie avanzate esporterebbero inflazione verso le economie emergenti, se le prime dovessero decidere di aumentare i tassi di interesse.
Quanto da me qui riportato potrebbe costituire inoltre il motivo che spiega perchè le quotazioni dell'oro sono schizzate alle stelle.

Quale che sia scenario più probabile, è chiaro che in questo momento ognuno vuole evitare inflazione e, soprattutto, inflazione importata da altri....tuttavia, qualcuno alla fine dovrà pur pagare i costi del debito. Come uscire dal guado? Si è finiti in questa situazione sostenendo per anni che l'ammontare di investimenti diretti esteri (c.d. FDI) e l'ammontare di riserve valutari determinassero la "forza" di un'economia...così facendo si è diviso il mondo in "creditori netti" e in "debitori netti" del resto del mondo, dimenticando che la forza di un'economia deriva dalla sua integrazione (cioè, dalla capacità di procedere tutti allo stesso passo!), non mettendo gli uni contro gli altri. E' chiaro che una soluzione a questa crisi finanziaria mondiale non può non (!) passare per una rivisitazione di questo paradigma!
 
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) rappresentano sollecitazioni ad investire!

mercoledì 21 luglio 2010

E' il Dollaro USA la vera "Regina della Notte"


Vienna (Austria), 21 Luglio 2010

Nei miei precedenti post avevo sottolineato come ci fossero dei disallineamenti nel tasso di cambio Euro/Dollaro, che avrebbero comportato aggiustamenti nel tasso di cambio rispetto ai valoridi chiusura della settimana scorsa. Sottolineavo inoltre come fossi io il primo - di mia conoscenza - a sottolineare pubblicamente questo aspetto o, detto altrimenti, non mi risultano articoli apparsisulla stampa internazionale, che preannunciavano un inversione nel tasso di cambio Euro/Dollaro.

Oggi è stata un'altra giornata importante, che ha ulteriormente confermato la bontà dei miei calcoli: il Dollaro USA ha continuato a rafforzarsi in maniera "importante" nei confronti dell'Euro, tanto che a fine giornata segnava circa un -1,12% rispetto all'apertura.


La qual cosa è tanto più importante, in quanto proprio oggi il Governatore della Federal Reserve Ben Bernanke in un'audizione al Congresso (vedi qui  per il testo completo) ha confermato uno scenario economico caratterizzato da:
  • Bassa inflazione negli anni a venire;
  • Crescita moderata del PIL tra il 3-3,5% nel 2010 e del 3,5-4,5% nel 2011-2012;
  • Graduale declino del tasso di disoccupazione tra il 7 e il 7,5% entro il 2012.
Interessante poi notare che la FED si è dichiarata pronta a qualsiasi ulteriore azione se necessaria (cfr. Marketwatch 21 Luglio "Bernanke: Fed ready to take more actions if needed", senza tuttavia fornire ulteriori dettagli riguardo cosa questa frase voglia esattamente dire (cfr. "Bernanke did not elaborate on what further steps the Fed might take. The outlook is "unusually uncertain," he said, adding that he expects moderate economic growth and low inflation. He said it would take some time before lost jobs would be regained"). Per chi legge assiduamente questo blog, questa frase dovrebbe suonare come una conferma di un possibile aumento dei tassi di interesse USA prima di quanto è desumibile dalle dichiarazioni ufficiali. 

Staremo a vedere...

Matteo Olivieri
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martedì 20 luglio 2010

Mercati valutari, quando le previsioni si avverano davvero...


Vienna (Austria), 20 Luglio 2010

Devo ammettere che si è trattato delle 48 ore più tormentate da quando questo blog è cominciato.
Domenica 18 Luglio mi ero lanciato in previsioni che sfidavano un pò la sorte, e ho contato le ore certo che i miei calcoli avrebbero trovato conferma nell'andamento dei mercati finanziari. ovviamente occorre aspettare sempre la fine della giornata delle contrattazioni, che concide con la chiusura delle Borse negli USA.

Queste in sintesi le previsioni da me fatte:
  1. apprezzamento del Dollaro USA nei confronti dell'Euro per giorno 19 (max 20) Luglio;
  2. sostanziale stabilità del cambio Dollaro USA - Sterlina inglese.
Prima di analizzare i risultatidelle previsioni mi preme tuttavia dire che gli ultimi giorni sono successe molte cose rilevanti per l'economia mondiale, le quali ovviamente hanno influito sulla bontà delle mie previsioni:
  • L'UE e il FMI ha sospeso le trattativecon l'Ungheria per un piano di aiuti congiunti al governo ungherese;
  • Il Portogallo ha subito un nuovo downgrade di un gradino (c.d. notch) per quanto riguarda il giudizio sul suo debito pubblico;
  • Il Canada ha aumentato il proprio tasso di interesse principale.
e ora il riscontro delle previsioni da me fatte....

1. Tasso di cambio Euro/Dollaro [20 Luglio, ore 9:12, +1GMT]: PREVISIONE INDOVINATA. Dopo un iniziale deprezzamento dell'Euro in apertura di giornata del 19 Luglio, si sono registrati due anomali apprezzamenti repentini (sui quali occorrerebbe riflettere più a lungo: forse qualche acquisto diqualche Banca Centrale?) rispettivamente a metà mattinata e nel primo pomeriggio.  Stesso rapido apprezzamento dell'Euro nella giornata di martedi 20 Luglio fino a metà mattinata, da quando il dollaro ha cominciato ad apprezzarsi vigorosamente (!) nei confronti dell'Euro (salvo un parziale recupero a fine giornata, che comunque non inficia il risultato finale);


2. Tasso di cambio Dollaro/Sterlina [20 Luglio, ore 9:12, +1GMT]: PREVISIONE INDOVINATA.
Nulla di particolare da aggiungere al riguardo, se non che l'andamento mostra comunque una certa nervosità nelle contrattazioni, su cui probabilmente converrà ritornare a soffermarcisi in futuro.


Ovviamete sono consapevole che il risultato è in parte ridimensionato da quei motivi da me stesso elencati inizio del post, tale per cui qualcuno potrebbe obiettare che l'apprezzamento del Dollaro è stato un fatto tutto sommato casuale. Per questo motivo converrà certamente ripetere l'esperimento in qualche altra data e sperare che non subentrino rilevanti fattori esterni a condizionare il risultato. resta in ogni caso il fatto che - nonstante tutto - questo risultato era stato da me abbondantemente previsto.

Matteo Olivieri
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lunedì 19 luglio 2010

[ADDENDUM]...ma non lunedi 19 Luglio!


Vienna (Austria), 18 Luglio 2010

Ho avuto modo di leggere un articolo REUTERS di venerdi 16 Luglio intitolato "Euro falls from 2-month high after breaking $1.3000" solo ora (!), e mi sembra colga bene la tesi esposta del mio ultimo post, cioè che molti investitori potrebbero venir colti di sorpresa domani 19 Luglio.

Provo a riassumerne gli elementi principali che emergono dall'articolo:
  1. Studi dimostrano che i prezzi al consumo e i flussi di capitali in entrata negli USA non hanno modificato di molto le aspettative degli investitori (cfr. "Reports on U.S. consumer price inflation and capital flows into the United States did little to change investor sentiment"). Questo vuol dire che gli investitori non si attendono variazioni nel tasso di cambio Euro/Dollaro a breve termine;
  2. Gli investitori considerano ladomanda e l'offerta di Euro equilibrata e pertanto scommettono su un proseguimento del trend di crescita dell'Euro, come verificatosi negli ultimi giorni (cfr. "The euro is still relatively well bid and I would not be surprised to see 1.3200 next week as people continue to want to get out of these mature short positions," said John McCarthy, director of foreign exchange trading at ING Capital Markets in New York. "It just got a little too far, too fast.");
  3. Il lieve indietreggiamento dell'Euro nei confronti del Dollaro di venerdi 16 Luglio viene considerato come "irrilevante" dagli investitori (cfr. "I don't think that we can conclude that today's move represents a shift in sentiment, more just the result of traders taking risk off the table as we head into the weekend," said Dan Cook, a senior market analyst at IG Markets, in Chicago");
  4. I problemidi liquidità in Europa stanno causando un aumento dei rendimenti obbligazionari, e ciò mantiene elevate le quotazioni dell'Euro (cfr. "The euro's going up on light volume, there's not much liquidity today but European yields are rising and that's helping to drag the euro higher," said Paul Mackel, director of currency strategy at HSBC in London").
  5. Sempre nell'articolo appare poi la seguente frase, che non lascia adito a dubbi: "Some analysts, however, said further weakening in the dollar versus other major currencies, particularly the euro, could be limited" (alcuni analisti, tuttavia, sostengono che un ulteriore indebolimento del Dollaro nei confronti delle principali valute, e in particolare l'Euro, potrebbe essere limitato.
Insomma, se domani 19 Luglio si verificherà davvero un rafforzamento del Dollaro USA nei confronti dell'Euro, pare proprio che sarò uno dei pochi ad aver visto giusto. Sono conscio del significato che ciò avrebbe....e sono proprio curioso di vedere come andrà a finire!

Ora a dormire.

Matteo Olivieri
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sabato 17 luglio 2010

Rivelazione: Euro ai massimi dall'inizio dell'anno...ma non lunedi 19 Luglio!



Vienna (Austria), 17 Luglio 2010

Oggi voglio spingermi un po’ più lontano del solito e tentare di sfidare la fortuna...
Ho notato che il mio post di domenica scorsa, riguardante le previsioni sui mercati dei cambi per il successivo lunedi 12 Luglio, ha riscosso un notevole successo in termini di visite. Così, ho deciso di replicare oggi con altre prevision iriguardanti il mercato dei tassi di cambio. Questa volta mi concentrerò tuttavia sul tasso di cambio Euro/Dollaro USA per giorno 19 Luglio, o seguente.

 
Dico “sfidare la fortuna”, poiché proprio di giorno 17 Luglio è l’articolo Bloomberg “Dollar Weakens Most in 14 Months Versus Euro on Signs of Economic Slowdown” in cui si dice che il Dollaro hatoccato un nuovo minimo da 14 mesi ad oggi nei confronti dell’Euro.

 
Nell’articolo si cita il fatto che l’economia americana sembra perdere il momento favorevole (c.d. momentum), poiché i principali indicatori economici sembrano indicare un rallentamento dell’economia nella seconda parte dell’anno.
Ebbene, da calcoli da me effettuati a mercati fermi, sono giunto alla conclusione che lunedi 19 Luglio:

  • Il Dollaro USA si apprezzerà nei confronti dell’Euro;
  • Il Dollaro USA resterà sostanzialmente immutato nei confronti della Sterlina Inglese;
  • “Valute-ponte” saranno, in ordine di importanza, (1) Yen Giapponese, (2) Franco Svizzero, (3) Dollaro Australiano.

Per questo motivo, sono giunto alla conclusione che sarà conveniente acquistare Dollari e vendere Euro…ma solo in questa breve parentesi temporale di 24 max 48 ore (cd. scalping).
Ovviamente, se davvero si verificherà un apprezzamento del Dollaro, ci sarà da ridere, poiché molti economisti e media internazionali non saprebbero come spiegarequesta "anomalia"!

 
...Staremo a vedere!
 
[Per informazioni personalizzate su previsioni riguardanti arbitraggi su valute e strategie di investimento, sono contattabile al seguente indirizzo email]

 
Matteo Olivieri
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venerdì 16 luglio 2010

Ouverture: quello che i mercati finanziari eseguiranno in futuro!


Vienna (Austria), 16 Luglio 2010

Ho selezionato alcuni articoli in cui mi sono imbattuto di recente, e che mi sembra vadano nella direzione da me segnalata in precedenti post:
  • USA_15 Luglio 2010 CNBC, "Fed Discussed Steps to Bolster Sputtering Recovery": nell'articolo si segnala un recente studio della FED, in cui si sostiene tra l'altro che nei prossimi mesi si avrà un taglio nelle previsioni di crescita dell’economia USA, un aumento dei rischi connessi alla fragilità dell’economia, e la necessità di esplorare nuove misure per fronteggiare la crisi. La FED si si dice pronta con altre opzioni, che tuttavia (!) ripropongono su vasta scala misure già intraprese, come obbligazioni date in garanzia, maggiore debito governativo, minori tassi bancari per prestiti di emergenza da parte della FED, e infine un programma per concedere credito a imprese e privati per accelerare i consumi e la spesa nel tentativo di rilanciare l'economia (cfr."They could revive programs to buy mortgage securities or government debt. They could lower the rates banks pay for emergency Fed loans. The Fed also could create a new program to spark more lending to businesses and consumers in a bid to lure them to ratchet up spending and grow the economy"). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): bassi tassi di interesse, creazione di nuovo debito. 
  • Giappone_15 Luglio 2010 CNBC, "World at Risk of Folding in on Itself: Deputy Doom". Nell'articolo Arun Motianey, Direttore del Fixed Income Strategy a Roubini Global Economics sostiene che l'economia mondiale è a rischio se non sarà in grado di risolvere le minacce di inflazione e di inflessibilità dei tassi di cambio (cfr. "The global economy is at risk of folding in on itself unless policy makers face up to the threat of inflation and exchange rate inflexibility"). Motianey poi sostiene che molti paesi stanno oppnendo resistenze a variazioni nei variazioni nei tassi di cambio  (cfr."The global rebalancing mechanism through flexible exchange rates is not working as well as it should," Motianey said. (...). Many emerging markets are resisting changes in nominal exchange rates. Higher inflation is causing some correction in real terms but it is too little and may turn out to be too late," he added"). Per quanto riguarda il Giappone, questi ha rivisto al rialzo le proprie stime di crescita e ha confermato la propria volontà di mantenere bassi i tassi di interesse (cfr. "The Bank of Japan revised upwards is economic forecast but reiterated it will maintain its easy money policy"). Sempre nell'articolo si dice tuttavia che i mercati finanziari sono diventati intolleranti rispetto ad ulteriori interventi dei governi volti a stimolare l'economia. Per questo motivo, il rischio che si corre è di cadere nella deflazione (cfr. "Financial markets have become intolerant about governments acting as a source of final demand in the developed market," he said. "We are seeing this most dramatically in the European sovereign debt crisis that is now mutating into a European bank crisis. (...). "If we slide into deflation - the likely fate of the developed market - a Japan-style outcome will become inevitable" he said"). L'articolo si conclude sostenendo che la Banca Centrale del Giappone ha perso la capacità di creare inflazione e pertanto è condannata alla deflazione. Altre banche centrali potrebbero essere obbligate a prendere in considerazione l'idea di creare maggiore inflazione prima che sia troppo tardi (cfr "In Japan, the BoJ has lost the ability to create inflation and is condemned to deflation. Central banks may now need to talk about the necessity of inflation...before it is too late."). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): Deflazione, bassa crescita economica, bassi tassi di interesse.
  • Cina_16 Luglio DIE WELT "China will auch in Zukunft dem Euro vertrauen". Nell'articolo si sostiene che la Cina continuerà ad investire in Euro. L'articolo ripropone alcune dichiarazioni in occasione della visita di Stato della Cancelliera Tedesca merkel, e che nè la Cina nè la germania possono sentirsi in colpa per la quota di esportazioni rispetto al commercio estero. Per questo motivo, nè la Cina nè la Germania sono intenzionate a indebitarsi ulteriormente per far crescere la quota di importazioni in maniera artificiale (cfr. "Die internationale Kritik an den Exportüberschüssen sowohl von China als auch von Deutschland wiesen Wen und Merkel gleichermaßen zurück. Wen sagte: „China und Deutschland sollte man nicht beschuldigen, sondern würdigen.“ Merkel erklärte, es handele sich um zwei Länder mit starker Realwirtschaft. „Deutschland ist stolz auf seine Wettbewerbsfähigkeit (...) Wir halten nichts davon, Importe künstlich zu befördern und uns dafür weiter zu verschulden.“ China und Deutschland stimmten darin überein, die Haushaltsdefizite nicht weiter wachsen zu lassen."). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): Esportazione di deflazione, discesa dei prezzi alla produzione, bassi tassi di interesse.
  • Europa_16 Luglio Wall Street Journal "What’s Really Going On With the Euro?": nell'articolo si sostiene che mentre molti analisti sostenengono che entro l'anno l'Euro raggiungerà la parità col dollaro, ancora non riescono a spiegarsi come mai mai esso continui ad apprezzarsi considerato che l'attenzione internazionale si è spostata ultimamente verso il Dollaro e gli Stati Uniti (cfr. "Indeed, the currency bears at French bank BNP Paribas expect the euro to fall to parity with the dollar next year. By their logic, the euro has to weaken further in order to make European exports cheaper in the global marketplace and help juice the region’s recovery. And it’s important to note that despite the debt crises that threatened to roll across Europe in the first half of this year, the euro is still above its 10-year average of $1.20. In other words, it’s not even that weak to begin with. But bank analysts are starting to get nervous about the euro’s resilience given how much the market’s focus has shifted to the U.S. economy lately"). Inoltre, nell'articolo del 15 Luglio CNBC "French PM: Debt Crisis Not Because of Euro", si riporta il parere del Primo Ministro Francese Fillon, secondo cui non c'è ragione di temere l'Euro e invita investitori e imprese giapponesi di non temere l'Euro (cfr. "Fillon also implored Japanese companies and investors not to shun the euro"). PROSPETTIVA (desumibile dall'articolo): deprezzamento dell'Euro (aumento di debito e inflazione) secondo i mercati, apprezzamento dell'Euro (aumento di esportazioni e bassi tassi di interesse) secondo le dichiarazioni ufficiali.
E' chiaro che ermerge una dicotomia tra quanto le istituzioni internazionali dicono e quanto i mercati finanziari si aspettano. Amio avviso il tutto si può schematizzare come segue:
  • I governi continuano a ritenere che occorre stimolare la domanda interna attraverso i consumi: necessità di maggiore inflazione interna e conseguente deprezzamento/svalutazione della propria  moneta;
  • I governi continuano a ritenere che l'uscita dalla crisi passi attraverso le maggiori esportazioni: necessità di una deflazione interna per sostenere le esportazioni (cioè, minore costo interno del lavoro, o minore costo delle importazioni) e conseguente tendenza all'apprezzamento del tasso di cambio.
Ovviamente, si tratta di contraddizioni che non mancheranno di causare altre turbolenze sui mercati.
  • Se la  Cina investisse in un Euro destinato a deprezzarsi, incorrerebbe in una serie di deficit che costringerebbero a creare maggiore debito e inflazione interna...così facendo non potrebbe raggiungere gli obiettivi prefissatisi;
  • Se gli USA decidessero di stimolare ad ogni costo la domanda interna, creerebbero le premesse per una maggiore inflazione e conseguentemente, accelererebbero il momento in cui sarà necessario aumentare i tassi di interesse;
  • Se l'Euro continuasse ad apprezzarsi, diverrebbe molto più difficile risanare le finanze pubbliche, dato che il costo del debito in termini reali (!) diverrebbe molto maggiore!
Poichè è impensabile uscire dalla crisi ipotizzando maggiori dosi di debito (inflazione) o attraverso la diminuzione continua dei costi di produzione (esportazioni/deflazione), lo scenario di lungo periodo che - a mio avviso - si delinea all'orizzonte è:
  1. USA: ancoraggio al dollaro delle principali valute internazionali;
  2. Europa: rinegoziazione del Patto di Stabilità e Crescita/revisione dei tassi irrevocabili di conversione all'Euro; 
  3. Cina: transizione all'economia di mercato; crollo del sistema socialista.
 Matteo Olivieri
>> Le indicazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire!

martedì 13 luglio 2010

(3) Cambi, la prima mossa da fare lunedi 12 Luglio!


Vienna (Austria), 13 Luglio 2010
Un nuovo aggiornamento riguardo alle mie previsioni per il giorno 12 Luglio.
Come ipotizzavo ieri in serata, anche l'apprezzamento della Sterlina inglese si è verificato, solo ha avuto bisogno di qualche ora in più per manifestarsi compiutamente.
Di seguito il resoconto della giornata:
Al momento (ore 8:40 pm, + 1GMT):
  • GBP/USD: 1,5158 (+0,88%)
  • USD/CHF: 1,0559 (-0,4%)
Insomma, l'apprezzamento della Sterlina Inglese si è fatto attendere un pò più del previsto, ma alla fine è arrivato. Interessante poi sottolineare nuovamente (!) che il deprezzamento del franco svizzero di ieri rompe una serie positiva di apprezzamenti, per la maggior parte inaspettata dai media internazionali. Nel mio penultimo post fornivo un esempio di articolo di stampa estera al riguardo. Già oggi il Franco Svizzero a ripreso ad apprezzarsi. La qualcosa è estremamente interessante, perchè - a parte la previsione da me fatta - non mi risultano al momento (!) altre segnalazioni riguardo ad un deprezzamento del Franco Svizzero!

Vale la pena poi aggiungere come nè i timori sulc.d. stress-test delle banche europee, nè il nuovo downgrade di ben due gradini (c.d. notch) del Portogallo hanno fermato l'apprezzamento dell'Euro! Cosa abbastanza strana per chi considera l'apprezzamento della moneta come qualcosa legato ad un'economia forte; del tutto ragionevole se si sostiene - come da me segnalato - che il rafforzamento dell'Euro è il segnale di un'uscita di capitali dall'Eurozona!

Staremoa vedere cosa succede nei prossimi giorni sui mercati valutari...

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!)costituiscono sollecitazioni ad investire

lunedì 12 luglio 2010

(2) Cambi, la prima mossa da fare lunedi 12 Luglio!


Vienna (Austria), 12 Luglio 2010

Nel mio post precedente, mi sono esposto con due previsioni ben precise: oggi 12 Luglio avremmo assistito a...
  1. Apprezzamento del Dollaro USA nei confronti del Franco Svizzero;
  2. Deprezzamento del Dollaro USA nei confronti della Sterlina Inglese.
Mentre nel caso (1) le previsioni sono state completamente centrate, nel caso (2) le quotazioni, che fino a metà giornata venivano confermate, hanno subito un ridimensionamento, chiudendo con un lieve deprezzamento della sterlina inglese pari a -0,18%.

Nella mia analisi sostenevo che entrambe le variazioni sarebbero state significative, ma che i movimenti riguardanti la Sterlina Inglese sarebbero stati  superiori a quelli riguardanti il Franco Svizzero. Quest'ultimo punto tuttavia non si è verificato: mentre il franco Svizzero ha visto a fine giornata (!) un cambiamento percentuale dell'ordine dello +0.46% (nel corso della giornata si sono osservate variazioni ben superiori all'1%), la Sterlina Inglese ha chiuso con una variazione minore (-0,18%).

A questo punto diventa interessante capire perchè quei movimenti da me osservati non si sono di fatto verificati...forse occorrerà attendere ancora domani o qualche altro giorno prima che gli effetti si manifestino compiutamente? O si è verificato qualcosa che non avevo tenuto in considerazione?

in ogni caso, per chi fosse interessato a maggiori informazioni, ecco di seguito le quotazioni tratte dal sito CNBC (ore 10:55 pm, +1GMT, 12 Luglio 2010), con separata indicazione della chiusura precedente.

 Matteo Olivieri
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domenica 11 luglio 2010

Cambi, la prima mossa da fare lunedi 12 Luglio!


Vienna (Austria), 11 Luglio 2010

Pur con mezzi di fortuna, non trovandomi nel mio studio e non avendo a disposizione tutti gli strumenti usuali di analisi, non posso esimermi dal fare un commento ai mercati finanziari. Il motivo è duplice: da un lato il fatto che mi vedo sempre più spesso citato in siti web e ciò rende a mio avviso necessario rendere quanto più chiaro possibile il mio pensiero, in modo da non essere frainteso. Dall'altro lato credo che la situazione lo necessiti, per cui è proprioil caso di stringere i denti....

Dall'analisi dei tassi di cambio cross, a mercati fermi, ho scoperto che:
  • Il Dollaro è destinato a deprezzarsi domani nei confronti della Sterlina inglese. Si tratta di un movimento molto importante, che vedrà come valuta-ponte l'Euro. In altre parole, negli USA si venderanno Dollari per acquistare Euro. Questi Euro verranno venduti in Europa per acquistare Sterline inglesi, le quali a loro volta verranno acquistate in Gran Bretagna contro vendita di Dollari;
  • Il Franco Svizzero è destinato a deprezzarsi domani nei confronti del Dollaro Statunitense. Anche qui si tratta di un movimento importante, anche se inferiore rispetto alla Sterlina inglese, e che vedrà ancora una volta come valuta-ponte l'Euro. I mercati venderanno negli USA Dollari e acquisteranno Euro, che verranno a loro volta acquistati in Europa contro la vendita di Franchi Svizzeri. Infine, i Franchi Svizzeri verranno acquistati contro vendita di Dollari Statunitensi.
Quello che sta accadendo mi sembra molto interessante: se i miei calcoli sono esatti, l'Europa si rifornirà di "Euro di ritorno" (ovvero, un ammontare di Euro sta rientrando in Europa), salvo dover vendere tradizionali "valute rifugio" come Franco Svizzero e Sterlina inglese.
Questo scenario confermerebbe non solo quanto da me più volte accennato nei miei blog, cioè che il sistema bancario Europeo si sta impoverendo di riserve valutarie, ma rivedrebbe la posizione ancora oggi dominante sui media internazionali.Ecco un esempio:

  • 10 Luglio, Handelsblatt "Flucht in den Franken" (cfr. "Raus! Nichts wie raus! Das Geld der Deutschen ist auf der Flucht. Aus Sorge um den Euro schaufeln Anleger Milliarden in den Schweizer Franken. Dessen Wechselkurs droht heißzulaufen. Eine Alternative bieten Währungen asiatischer Schwellenländer".
Oltre a ciò, si tratta di una notizia importante poichè si andrebbe ad interrompere una serie importante di apprezzamenti del Franco Svizzero e di deprezzamenti della Sterlina inglese.

Staremo a vedere: se la mia interpretazione dei fatti è giusta, sarebbe un'ulteriore conferma che le riserve valutarie europee stanno diminuendo e che un aumento dei tassi di interesse potrebbe arrivare prima del previsto...a meno che non si preferisca lasciare deprezzare nuovamente il cambio Euro-Dollaro.

PS: Scrivo qui per semplicità. Nell'articolo di oggi 11 Luglio 2010 Handelblatt "Chinas Banken vergeben weniger Kredite" si conferma quanto da me scritto a proposito della Cina che ha cominciato a restringere il credito per paure connesse alla crescita eccessiva del settore immobiliare!

Matteo Olivieri
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mercoledì 7 luglio 2010

Euro: quella “mano visibile” che guida i mercati!


Vienna (Austria), 7 Luglio 2010

Sono francamente atterrito dagli articoli di stampa che appaiono in questi giorni, in previsione dell’incontro mensile del Direttivo della BCE per decidere un eventuale aumento dei tassi di interesse nell’Euro Zona.

A giudicare dai commenti pare infatti che i movimenti dei mercati finanziari di questi giorni siano qualcosa che abbia colto di sorpresa tutti, come se ci fosse qualche forza irrazionale che tiene in pugno i mercati. Ecco un esempio su tutti:

• 6 Luglio, Handelsblatt “Devisen: Euro steigt über 1,26 Dollar”: nell’articolo si dice che i dati sulla congiuntura statunitense inferiori alle previsioni hanno causato un apprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro. Oltre a cogliere di sorpresa molti, nell’articolo si dice pure che questi nuovi dati hanno deluso gli investitori, tanto da spingere l’Euro ad un livello mai così alto da Maggio (cfr. “Neue Daten von der US-Konjunktur enttäuschen die Anleger. Der Euro steigt deshalb über die Marke von 1,26 US-Dollar. So hoch stand die europäische Gemeinschaftswährung nicht mehr seit Mai dieses Jahres”);
Dicevo, sono atterrito, poiché chi segue il mio blog assiduamente era stato già messo in guardia da un apprezzamento dell’Euro, e – forse – da un aumento dei tassi di interesse USA già in estate…a dirlo mi spingevano non mie personali congetture, quanto i dati desumibili dai mercati dei titoli derivati. Questi mostrano come sia perfettamente razionale (ed economico!) acquistare Euro a breve scadenza, pur nel mezzo di notizie così disastrose che provengono dalle economie del Vecchio Continente. Dunque, non una “mano invisibile”, ma una “mano visibile” agisce sui mercati…almeno per quanti sono disposti a darmi ascolto.

Per quanto mi riguarda quindi nulla di nuovo, a parte la conferma che le mie osservazioni trovano ora finalmente spazio in prestigiose testate internazionali!

• 6 Luglio, FAZ ”Anleihen, Banken reduzieren Überschussliquidität”: nell’articolo si dice che negli ultimi giorni le banche europee hanno ulteriormente ridotto la loro liquidità in eccesso, a causa della circospezione nei confronti delle banche concorrenti (cfr. “Die Liquiditätssorgen der europäischen Banken haben sich in den vergangenen Tagen weiter verringert. Sie reduzierten die überschüssige Liquidität, die sie aus Vorsichtsgründen und wegen ihres Misstrauens gegen die Konkurrenten halten”). Questa osservazione andrebbe incrociata con il concomitante apprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro e di altre valute di paesi emergenti. Interessante al riguardo notare poi come l’articolo presenti come possibile un aumento dei tassi di interesse a breve scadenza nell’Area Euro. Il motivo citato è che le banche stanno riducendo la loro liquidità, a cominciare da quella in eccesso, e pertanto allo stesso modo è spiegabile il parallelo aumento dei tassi di interesse interbancari in Europa. (cfr. “[…] bereitet der EZB zugleich jedoch neue Sorgen: Die kurzfristigen Zinsen steigen. Vor einer Woche sorgten sich die Banken noch, dass das Ende des einjährigen Geschäfts, für das im Ersatz lediglich eine Finanzierung über drei Monate angeboten wurde, zu Verwerfungen auf dem Geldmarkt führen könnte. Doch die Banken reduzieren die Liquiditätspolster nun aus freien Stücken”). L’ammontare di liquidità sottratta al sistema bancario europeo è valutata in 45 miliardi di Euro solo nell’ultima settimana, cui vanno aggiunti altri 13 miliardi di Euro di minori prestiti di denaro concessi alla BCE dal sistema bancario (cfr. “Beim neuen Wochentender liehen sich die Banken dagegen nur 229 Milliarden Euro, was einen Abfluss von 45 Milliarden Euro aus dem Bankensystem bedeutete. Zudem gelang es der EZB anders als in der Vorwoche, die Anleihekäufe - seit dem 10. Mai stützt sie die Anleihemärkte einiger Euro-Länder - vollständig zu neutralisieren. Am Dienstag lieh sie sich für diesen Zweck 59 Milliarden Euro von den Banken. In der vorangegangenen Woche hatten die Banken nicht genügend Geld angeboten, um die vollständige Summe dem System zu entziehen. Durch diese Normalisierung sind dem Geldmarkt am Dienstag 23 Milliarden Euro zusätzlich entzogen worden, insgesamt also etwa 68 Milliarden Euro”). Insomma, le banche europee stanno drenando moneta verso altri paesi per rimettere a posto i propri bilanci e investire in paesi che garantiscono maggiori rendimenti, salvo poi l’acquisto di valuta europea da parte di questi ultimi nel tentativo di guadagno dalle vendite di breve periodo dell’Euro. Una situazione – a mio avviso – ai limiti del sostenibile, che potrebbe creare un terremoto di vaste proporzioni sui mercati finanziari internazionali.




Dalla lettura dell’articolo intuisco poi un ulteriore elemento, che mi chiarisce elementi da me finora conosciuti solo come notizie di stampa, ma a cui non avevo attaccato alcun significato di rilievo: il megaprestito da 442 miliardi di Euro, in scadenza giorno 1 Luglio 2010, è stato di fatto rimborsato per soli (!) 350 miliardi di Euro. Il rimanente, circa 100 miliardi di Euro, è stato oggetto di un prestito speciale di 1 settimana da parte della BCE. Ieri, al termine della settimana, le banche avrebbero dovuto restituire oltre i circa 100 miliardi di Euro (c.d. prestito speciale) anche ca. 163 miliardi di Euro (c.d. prestito regolare settimanale). A giudicare da quanto scrive l’articolo, in quest’ultimo caso le banche hanno invece restituito solo 229 miliardi, mentre i restanti 45 rappresentano di fatto fondi usciti dal sistema bancario europeo, verso destinazioni più sicure.

Finora l’eccesso di liquidità ha consentito ai tassi di interesse di rimanere a livelli molto bassi. Tuttavia, se questa tendenza da me descritta prenderà davvero piede, evidentemente anche in Europa i tassi di interesse potrebbero schizzare alle stelle prima di quanto molti pensano (cfr. “Eine Leitzinserhöhung erwarten die meisten Beobachter dagegen frühestens in der zweiten Hälfte des nächsten Jahres. Von 76 Banken, die an einer Umfrage der Nachrichtenagentur Reuters teilgenommen haben, halten nur zwei eine Zinserhöhung in diesem Jahr für denkbar”).
Matteo Olivieri
 
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giovedì 1 luglio 2010

Euro, terapia intensiva per un malato immaginario?


Cosenza (Italy), 1 Luglio 2010

Da qualche mese osservo una situazione interessante sui mercati dei cambi a termine (c.d. future) dell'Euro, sulla quale ho gi avuto modo di soffermarmi, ma mai abbastanza. Nonostante l'ondata continua di notizie poco confortanti, l'Euro segna sempre un apprezzamento rispetto al cambio a pronti (c.d. spot)!

Come spiegare una cosa simile? Mentre la maggior parte della stampa specializzata ha provato a collegare questo fatto con un'ipotetica ripresa dell'economia mondiale, o migliori aspettative sull'economia europea, da questo blog ho avanzato l'ipotesi che questa situazione abbia piuttosto un significato negativo e sia da ricollegare ad un persistente deflusso di valuta verso altri paesi, per come da me ampiamente documentato.

Questo deflusso di valuta avrebbe come risultato il fatto che l'Euro circolante all'interno dell'Eurosistema valga di più perchè divenuto un bene più raro.

In particolare, guardando alla tavola dei cambi a termine, si evidenzia da mesi la seguente situazione:
  • Per scadenze comprese tra 3 e 6 mesi, l'Euro è quotato con un apprezzamento;
  • Per scadenze comprese tra 6 e 12 mesi, l'Euro mostra una flessione, cioè un deprezzamento.
Interessante notare che di mese in mese questa "faglia" si sposti in avanti, come una sorta di media mobile che sposti continuamente in avanti il momento in cui l'Euro è destinato a deprezzarsi. Un fatto questo certamente interessante, poichè spinge a chiedersi se c'è un qualcosa di artificiale che tiene in piedi questo meccanismo!

Potrebbero esserci due ulteriori spiegazioni al riguardo:
  1. Il mercato dei future è per sua stessa natura più liquido sulle brevi scadenze che sulle lunghe. Questo vuol dire che è meno facile trovare investitori disposti a investire a termine per scadenze tra i 9 e i 12 mesi;
  2. La BCE sta agendo sui mercati del cambio Euro/Dollaro attraverso contratti di tipo pronti-contro-termine (c.d. forward), volti a mantenere stabile il valore dell'Euro. Senza questi interventi il valore dell'Euro sarebbe più basso (ovvero, più o meno al valore in corrispondenza della "faglia").
Perchè la BCE dovrebbe intervenire sui cambi forward? Una prima motivazione potrebbe essere che rendendo più caro l'Euro, la BCE potrebbe così evitare vendite di massa da parte degli investitori internazionali. Una seconda motivazione potrebbe essere, a causa del deterioramento dei crediti in bilancio, la BCE appronta linee di credito facilitato per rifornire di dollari le banche interessate (NB: in questo caso, la BCE dovrebbe temere un apprezzamento del dollaro, poichè dovrebbe poi restituire i Dollari ad un costo maggiore spot: in altre parole, per non andare in perdita, la BCE deve scommettere su un deprezzamento del Dollaro). Una terza motivazione potrebbe essere data dal fatto che non potendo agire sui tassi di interesse adeguati rispetto alle esigenze del credito, la BCE manovra i tassi di cambio per raggiungere il risultato di evitare il deflusso di capitali.

Questa situazione si riscontra anche oggi (4:54 pm, +1 GMT): il tasso a pronti [tabella di destra, ndr] è 1.2449USD, mentre il tasso di cambio a termine [tabella di sinistra, ndr] a 2 mesi è 1.246USD, salvo poi passare a 1.2259 di Marzo 2011.


Cosa vuol dire tutto ciò? A mio avviso:
  1. L'Euro è destinato ad apprezzarsi nei prossimi mesi fintanto che continueranno le operazioni pronti-contro-termine della BCE;
  2. Il tasso di cambio dell'Euro potrebbe (condizionale d'obbligo,!) essere determinato più dalle operazioni pronti-contro-termine che dal "pompaggio" di denaro "spot" a favore del sistema bancario. Se così fosse, si aprirebbero tantissimi spunti per nuove considerazioni riguardo al ruolo e all'effettiva efficacia di gran parte delle misure finanziarie e creditizie finora intraprese!
Fino a quando durerà questa situazione? A mio avviso ancora per poco. Infatti, il tasso di interesse interbancario LIBOR negli USA è oramai quasi sempre sopra lo 0.30%, ben al di sopra della fascia 0%-0.25% stabilita dalla FED. Le banche USA cioè si prestano denaro ad un tasso maggiore di quello che otterrebbero sulla liquidità depositata presso la FED! Questo potrebbe (!) voler dire che la FED sarà costretta ad innalzare il costo del denaro ben prima di quanto comunemente ritenuto...annullando di fatto i tentativi della BCE di tenere un Euro stabile?!

Matteo Olivieri

>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.