Disclaimer

Licenza Creative Commons
LEAF by Matteo Olivieri is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at matteoolivieri.blogspot.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at http://matteoolivieri.blogspot.com.

Time zones

NEW YORK LONDON ROME TOKIO SYNDEY

Flags

free counters

giovedì 22 settembre 2011

Sull'orlo di una nuova crisi finanziaria.


Nel giorno più buio per i mercati finanziari da un mese ad oggi (-3% l'indice Dow Jones; -4% la quotazione del greggio; -1% la quotazione dell'Euro sul Dollaro USA), si assiste ad alcune interessanti coincidenze, che da qualche giorno stanno caratterizzando i mercati. Infatti, da circa 10 giorni a questa parte si osserva l'aumentata correlazione tra l'andamento del cambio Euro/Dollaro e indice Dow Jones (vedi tabella qui sotto).
I motivi da cui tale correlazione può dipendere sono molteplici, non ultimo la recente decisione della Banca Nazionale Svizzera di adottare un tasso di cambio fisso tra Euro e Franco svizzero.
Un articolo molto interessante collega invece il crollo all'annuncio della FED di acquistare un ammontare di bond superiore a quello originariamente previsto di 400 milioni di Dollari (vedi Marketwatch 22/9 "U.S. 30-year yields drop most since May 2010"):
[...] Including a steep decline Wednesday after the Federal Reserve surprised traders by saying it would buy a lot more long bonds than expected in its $400 billion program, 30-year yields have seen the biggest two-day drop since late 2008, during the depth of the financial.
Quale che sia la spiegazione vera, il significato di tale correlazione tuttavia mi pare chiaro: il denaro europeo, che fino ad oggi era stato investito sulla borsa statunitense, pare prendere ora altre strade...


Gli investitori stanno correndo ad acquistare in massa titoli su brevi scadenze, evidentemente considerati un porto sicuro. Tuttavia, se si guarda al caso statunitense, i rendimenti per titoli a 1, 6 e 12 mesi sono addirittura zero percento (vedi tabella qui sotto)!
Per questo motivo, un aumento inatteso dell'inflazione si tradurrebbe immediatamente in perdite reali delle attività finanziarie degli investitori...insomma, una cascata di perdite in conto capitale. Date queste circostanze, il rischio complessivo delle economie mondiali sta aumentando vertiginosamente!!!


Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

Nessun commento:

Posta un commento