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martedì 20 settembre 2011

Segnali di cedimento del cambio Euro/CHF?


Nel giorno in cui l'agenzia di rating S&P's declassa il rating sul debito pubblico italiano al livello "A" con prospettive future "negative" (vedi qui documento originale), si assiste al fatto che il tasso di cambio fisso Euro/Franco svizzero comincia a vacillare (vedi tabella qui sotto).



I due eventi sono in qualche modo collegati? A mio avviso si...
Come avevo spiegato nei miei post precedenti (vedi qui), la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha annunciato nei giorni scorsi che non avrebbe consentito più un cambio inferiore ad 1.20 contro l'Euro. Tuttavia, le evoluzioni registrate oggi sul mercato, con il Franco svizzero a 1.21 contro l'Euro, sembrano alludere a qualche cambiamento in vista nella politica monetaria svizzera. Al riguardo, due ipotesi:
  1. Il downgrade dell'Italia causa un aumento dei differenziali di rendimento tra titoli europei: ciò obbligherà la BNS a dover acquistare ancor più titoli europei "sicuri" (p.e. Germania) nel tentativo di far deprezzare il Franco svizzero nei confronti dell'Euro. Così facendo, tuttavia, l'Euro si apprezza nei confronti del Franco svizzero e si deprezza nei confronti del Dollaro USA;
  2. Una vendita di titoli europei "insicuri" (p.e. il mercato dei titoli di Stato italiani  il più numeroso in Europa) causa acquisti di Euro, cioè conduce ad un tendenziale apprezzamento della valuta europea.
Quindi, se la BNS riuscirà nell'intento di mantenere il cambio fisso, allora l'Euro si deprezzerà nei confronti del Dollaro USA; al contrario, qualsiasi evento contrario, che comporti un apprezzamento dell'Euro nei confronti del Dollaro (come p.e. nel caso del downgrade di oggi dell'Italia), metterà in dubbio il raggiungimento dell'obiettivo della BNS di far deprezzare il franco svizzero nei confronti dell'Euro.

La mia conclusione è che la BNS si sta preparando ad alzare ulteriormente il livello di cambio nei confronti dell'Euro, per poter far fronte a possibili ulteriori declassamenti di titoli di Stato europei.

AGGIORNAMENTI
Martedi 20 Settembre 2011: Praticamente la mia stessa tesi è ripresa dal quotidiano tedesco FAZ nell'articolo "Gerüchte über eine weitere Frankenabwertung".
Denn nachdem die Bundeszollverwaltung der Schweiz am Morgen Exportzahlen für den Monat August vorgelegt hatte und einen Rückgang im Vergleich mit dem Vormonat von 16,5 Prozent auf hohem Niveau auf 13,9 Milliarden Franken bekannt gegeben hatte, schossen bisher unbestätigte Gerüchte ins Kraut, die Schweizer Nationalbank werde ihre Kursziel erhöhen, um die Exportwirtschaft des Landes von den Effekten einer starken Währung zu entlasten.
Wechselkursziel: Gerüchte über eine weitere Frankenabwertung
L'articolo ricorda pure come la Banca Nazionale Svizzera (BNS) non abbia fatto nulla nel periodo 2002-2009 per limitare l'allora notevole deprezzamento della valuta svizzera. Per questo motivo, l'azione della BNS è a "senso unico" e, come tale, rientra nella categoria delle "guerre valutarie".
Auf der anderen Seite jedoch fällt diese Strategie unter die Kategorie „Währungskrieg“. Denn während die Notenbank in den Jahren 2002 bis 2009 nichts gegen die damals dramatische Unterbewertung des Frankens unternahm, scheint sie nun einseitig zu agieren, obwohl der Franken zumindest gemessen an den Erzeugerpreisen im Verhältnis zum Euro bei etwas 1,17 Franken je Euro fair bewertet ist. Gemessen an den Konsumentenpreisindizes, die allerdings die dramatisch hohen Preisniveaus vieler Waren in der Schweiz völlig ausblenden, wäre die Währung bei 1,37 Franken je Euro fair bewertet.
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.

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