Il nuovo deprezzamento dell'Euro sul Dollaro, e l'apprezzamento dello Yen sia sul Dollaro che sull'Euro sono molto più che semplici "accadimenti" sui mercati valutari. No, si tratta di segnali da studiare e da capire, perchè senz'altro ci stanno dicendo qualcosa: almeno questo è quello che vi direbbe un economista che ritiene ragionevole l'assunzione di aspettative razionali.
Il fatto poi che variazioni così importanti e tanto sofisticate siano per buona parte prevedibili, deve indurre ancor di più alla riflessione, e indurre all'apprendimento dagli errori.
Questo è il commento che mi sento di fare a questi due articoli, apparsi nei giorni scorsi su prestigiosi fonti informative:
- 2 Agosto Bloomberg "Time to Buy Dollars as Europe Reaches Austerity Limit": nell'articolo si invita ad acquistare dollari, dato che l'Euro ha raggiunto i suoi limiti di crescita;
- 2 Agosto FAZ "Internationaler Finanzmarkt, Die Unsicherheit verschwindet nicht": nell'articolo si mostra una certa sorpresa nel constatare che la volatilità sui mercati finanziari non è ancora scomparsa, nonostante gli interventi delle più importanti organizzazioni internazioni a sostegno dell'economia globale.
Nell'articolo si sostiene pure che la ragione principale del deprezzamento del dollaro è che ciò farebbe comodo agli USA per aiutare l'economia ad evitare la deflazione (cfr. "The biggest reason the dollar has fallen this much against the yen is that the United States clearly wants a weaker dollar," said Ayako Sera, market strategist at Sumitomo Trust & Banking. "Washington wants a weaker dollar as it would help the economy avoid deflation")! Non sono affatto d'accordo con questa affermazione, poichè non tiene in considerazione i disallineamenti nei tassi di cambio, che sono purtroppo (!) ben visibili a mercati fermi. E' così affascinante pensare che con una semplice calcolatrice ed una connessione internet si possono fare miracoli!
Anzi, a dire la verità, la FED mi sembra non del tutto in grado di governare la situazione. Prendiamo ad esempio il problema di una seconda recessione (c.d. double dip): fino a qualche settimana fa la FED lo escludeva del tutto e anzi diceva che la ripresa economica era già in atto, sia pure a macchia di leopardo.
Ora, Alan Greenspan, ex Presidente della FED, comincia a valutarne la concreta possibilità: è quanto espresso nell'articolo Bloomberg del 1 Agosto 2010 "Greenspan Says Drop in Home Prices Might Bring Back Recession". Secondo Greenspan, una seconda recessione è possibile se i prezzi immobiliari diminuissero (cfr. "double dip (...) is possible if home prices go down. Home prices, as best we can judge, have really flattened out in the last year").
Insomma tutti si dicono sorpresi, alcuni cercano di dare una risposta, i più brancolano nel buio. Ma chi segue il mio blog ne era già informato. Per questo, io ringrazio voi lettori perchè mi preferite ogni giorno!
Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire.
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