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martedì 10 agosto 2010

Desiderio inascoltato...ma i mercati danno ragione!


Località non specificata (Italy), 10 Agosto 2010

No, alla fine l'aumento dei tassi di interesse non c'è stato: la FED ha deciso di mantenere stabile il livello di tasso di interesse base negli USA. A giudicare dal comunicato stampa diffuso (vedi qui) le principali ragioni sono state:
  • Consumi contenuti dall'alta disoccupazione;
  • Modesta crescita del reddito;
  • Ristrettezza del credito bancario;
  • Inflazione sotto controllo "per un certo periodo di tempo" e aspettative stabili di inflazione.
Così, il mio "desiderio di San Lorenzo" non è stato esaudito....poco male: nel mio precedente post evidenziavo i pericoli di una decisione di mantenere immutato il costo del denaro. Questo rischio si chiama deflazione!

A dirlo non sono solo io, ma anche il principale fondo di investimento mondiale PIMCO, che proprio oggi 10 Agosto nel seguente articolo Reuters "Risk of US Deflation Is Rising: Pimco" dice che gli USA corrono un pericolo simile a quello vissuto dal Giappone nei primi anni '90 (cfr. "The risk is rising that the U.S. will enter a prolonged period of stagnant growth combined with a risk of outright deflation—similar to the environment that Japan entered in the 1990s," [...]. "The last 20 years in Japan have seen continuously deflating real estate and equity prices.").

Cosa attenderci dunque da questa decisione FED? Per come già sottolineavo nel mio precedente articolo, continuerà probabilmente il deflusso di Dollari dagli USA, il che dovrebbe (!) provocare un tendenziale apprezzamento del Dollaro rispetto ad altre valute internazionali.
Per contrastare questa tendenza, la FED "annacqua" la base monetaria domestica acquistando titoli obbligazionari privati in cambio di moneta...questo è - a mio avviso - il motivo per cui la FED continua a parlare di stabilità dei prezzi negli USA nel comunicato stampa di oggi!
Ovviamente, tale "stabilità dei prezzi" nasconde un che di pericoloso, poichè da un lato obbliga il bilancio della banca centrale USA ad accrescere i propri debiti (cioè, a immettere moneta sul mercato!) mentre dall'altro lato vincola il proprio attivo patrimoniale con titoli di credito (cfr. Reuters 10 Agosto "Fed Signals Further Easing Amid Slowing US Economy") che sono a costante rischio di deprezzamento della qualità del credito.

Fino a che punto questo meccanismo potrà andare avanti, è una questione secondaria. Maggiore importanza assume invece il rendersi conto della pericolosità di tale decisione, soprattutto in un contesto di previsioni di crescita economica al ribasso.

A seguito della decisione FED, l'Euro recupera in parte rispetto al Dollaro, ma occorrerà attendere ancora domani per vedere se si tratta di una reazione emotiva alla decisione della FED (per come io ritengo), o siano cambiati davvero i rapporti di forza tra le due valute.


Uno sguardo alle previsioni sui cambi da me fatte nel corso dell'ultimo weekend, mostrano in ogni caso che:

  1. Apprezzamento del Dollaro sull'Euro e apprezzamento dello Yen sull'Euro: Previsione indovinata! Interessante segnalare lo stupore espresso nell'articolo FAZ di oggi 10 Agosto "Devisenmarkt, Dollar-Rekordtief zum Yen rückt langsam näher", in cui si argomenta che se il deprezzamento di Euro e Dollaro rispetto allo Yen potrebbe essere spiegato con l'elevato livello di debito che affligge le due economie,non si capisce perchè il Giappone - afflitto da problemi simili se non maggiori (p.e. problemi demografici), veda un apprezzamento della propria moneta (cfr. "Angesichts der allseits bekannten Schuldenprobleme, mit denen sich Europa und Amerika herumplagen, mag die Stärke des Yen auf den ersten Blick nicht erstaunen. Auf den zweiten Blick kommt man aber nicht umhin, doch etwas über diese Kursentwicklung zu staunen. Denn die Japaner stehen in vielerlei Hinsicht keinen Deut besser da als die Europäer und die Amerikaner. So hat das Finanzministerium eben erst den Schuldenstand des Landes auf 10,5 Billionen Dollar beziffert. Das ist eine Summe, bei der einem leicht schwindlig werden kann. Insbesondere dann, wenn man sich an die demographischen Rahmendaten mit einer alternden Bevölkerung erinnert. Schließlich macht das den Schuldenabbau nicht gerade einfacher. Schon jetzt ist ein Schuldenberg von fast 200 Prozent gemessen am Bruttoinlandsprodukt aber ein weltweiter Spitzenwert in negativer Hinsicht").
  2. Apprezzamento del Dollaro sullo Yen giapponese: Previsione non indovinata! Il Dollaro che pur si è apprezzato nei confronti dello Yen dall'inizio di settimana, non ha avuto quell'apprezzamento potente che pur mi aspettavo. All'annuncio della FED, lo Yen ha cominciato ad apprezzarsi energicamente. Probabilmente ha giocato un ruolo anche il fatto che in giornata era attesa anche la riunione della Banca Centrale del Giappone (BoJ) per decidere del livello dei tassi di interesse giapponesi. Confesso che non conoscevo questa scadenza al momento in cui scrivevo il mio articolo domenica scorsa, e per dovere di cronaca aggiungo che oggi la BoJ ha lasciato invariati i tassi (cfr. Reuters 10 Agosto "Fed Signals Further Easing Amid Slowing US Economy": "The Bank of Japan, which also met Tuesday, decided to hold off on any further easing measures despite a rise in the yen, which has rallied near record highs on expectations of further measures by the Fed").
Ad ogni modo, per come scrivevo in quell'articolo, solo a conclusione di questa settimana potremo tirare le somme definitive sull'accuratezza delle mie previsioni.

Matteo Olivieri
>> Le informazioni qui contenute non (!) costituiscono sollecitazioni ad investire

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